Democrazia partecipata: i dieci Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno alle amministrative a giugno

  VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI GIUGNO APPROFONDIMENTO SUI PROCESSI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA NEI DIECI COMUNI DEL MESSINESE CHE ANDRANNO AL VOTO. Lettera aperta di “Spendiamoli Insieme” a candidati e cittadini. “La democrazia partecipata diventi tema di dibattito elettorale”.  29/03/2024 - Sono dieci i Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno a elezioni amministrative a giugno (in contemporanea con le Europee). È ancora troppo presto per sapere se i candidati renderanno o meno la democrazia partecipata tema di dibattito elettorale. Ma il team del progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme”, realizzato da Parliament Watch Italia con il sostegno di Fondazione CON IL SUD, ci prova a far sì che lo diventi, verificando quanto succede in ciascuno dei 10 Comuni. Una sorta di “lettera aperta” ai futuri candidati alle amministrative e, ancor di più, ai cittadini elettori per ricordare che «la democrazia partecipata è una cartina di tornasole del dialogo – o della

EOLIE: GLI EX LAVORATORI DELLA POMICE SI APPELLANO A NAPOLITANO E BERLUSCONI

Il dramma degli ex lavoratori della pomice. Appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed al Ministro Stefania Prestigiacomo
Isole Eolie, 13/03/2010 - Pure nel contesto del gemellaggio Eolie-Dolomiti, siti
Patrimonio dell’Umanità, nel corso di una conferenza, cui hanno partecipato in rappresentanza
delle nostre Isole pure il Sindaco di Lipari dott. Mariano Bruno ed il dott. Domenico Russo, è stato ricordato il dramma degli ex Lavoratori della Pomice di Lipari.

Nel corso della conferenza é stato letto da Simone Merlino (alunno della quarta classe dell'Istituto Tecnico e per Geometri "Isa Conti Vainicher" e figlio di un ex operaio della pomice) un documento pro lavoratori della pomice, nel quale veniva evidenziato il "disagio" di padri e figli dovuto alla calamità abbattutasi sull'economia eoliana, a causa della chiusura delle cave di pomice e la conseguente perdita del posto di lavoro per i circa quaranta lavoratori.
Attimi di commozione si sono avuti proprio quando, Simone figlio di Carlo Merlino, ex lavoratore della pomice in mobilità, ha letto l'accorato appello alle istituzioni con a capo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Ministro al Territorio ed Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Alla fine del suddetto incontro e' stato consegnato un volantino con il riassunto dello “stato” degli ex lavoratori della pomice e la “minaccia” (da parte loro) di intraprendere forme di protesta più “forti”, per il mantenimento delle promesse fatte da parte delle Istituzioni Statali, Regionali e Comunali.
Oggi 08.03.2010 - non avendo avuto nessuna ulteriore risposta e dopo oltre due anni dal Licenziamento, avvenuto il 01.12.2007, siamo stati costretti ad intraprendere iniziative di protesta più drastiche di quelle messe in atto sino ad oggi, ossia sino a quando, Unesco – Stato – Regione – Comune non si siederanno ad un tavolo di concertazione per la definitiva risoluzione della nostra problematica -, abbiamo occupato la Stanza del Sindaco del Comune di Lipari con relativo balcone e cosa più importante tre di NOI, hanno iniziato lo SCIOPERO della FAME.
Ora vorremmo chiedere se tutto ciò è possibile.
Visto che sin dalla Missione presieduta dal Professore Hamilton in visita ufficiale a Lipari, dal 21 al 28 Marzo 2007, è stato evidenziato chiaramente il problema occupazionale relativo ai circa “quaranta” lavoratori impiegati nelle cave di pomice.
Nel verbale conclusivo la Commissione dichiarava che, il problema principale dei lavoratori di cava era dettato dalla mancanza di una occupazione alternativa chiara ed immediata. Veniva evidenziato altresi’ che, la riassunzione ed il riaddestramento erano stati discussi, non solo a livello comunale, ma anche con le autorità Regionali e veniva raccomandato che un programma comprensivo di ricollocazione doveva essere effettuato immediatamente.
Nella 31° sessione dell’Unesco, tenutasi in Nuova Zelanda dal 23.06.07 al 02.07.07, veniva ulteriormente ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito Eoliano fosse conservato era la chiusura delle cave di Pomice (punto 3.1), ma veniva altresì analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie, stabilendo che “un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente”. In data 23.01.2009, con nota protocollo DPN-2009-0001309, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare trasmetteva a tutti gli Enti interessati la relazione sull’attuazione delle condizioni poste dall’UNESCO, per il mantenimento del sito Isole Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
In tale documento veniva evidenziato come a partire dal 01.02.09, essendo stato già risolto il primo punto (chiusura delle cave di pomice), le Autorità avrebbero dovuto affrontare i restanti otto punti espressi nella decisione “31-COM-7B-24” dove, tra l’altro, alla lettera “f” si parla di un programma di riassunzione e/o riqualificazione dei lavoratori interessati.
A tale proposito già il 03.12.2008, in una riunione tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente alla presenza degli Amministratori Regionali, si era discusso circa il reimpiego degli ex lavoratori del settore pomicifero presso strutture Museali sia esistenti che in fase di progettazione (Museo Archeologico Regionale Eoliano “Bernabò Brea” ed Eco - Museo Regionale della Pietra Pomice) come suggerito dall’UNESCO.
In considerazione di quanto sopra al punto 3° (implementazione delle condizioni richieste dalla decisione 31-COM-7B.24 paragrafo “6” lettera “f”) veniva individuato il percorso per la realizzazione, con finanziamenti pubblici, dell’Eco – Museo della Pietra Pomice e comunque, veniva evidenziato come già il 24.01.2008, la Regione Siciliana aveva attivato una formale procedura di reimpiego dei lavoratori dell’ex comparto pomicifero nelle strutture Museali esistenti a Lipari (Museo Archeologico “Bernabò Brea”).
Ma attenzione la storia recita, che il Comune e la Regione restano Immobili - l’UNESCO non vigila e 39 lavoratori, con le loro famiglie, muoiono di fame.
Ecco cosa Vi chiediamo con questa missiva.
Potete fare in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità senza scaricarle sugli altri, e quindi farVi promotori per la costituzione, in tempi brevi di un tavolo di concertazione tra STATO – UNESCO - REGIONE e COMUNE per affrontare e risolvere il problema degli ex lavoratori della pomice in modo definitivo???
Nel ringraziarVi anticipatamente, cogliamo l’occasione per porgerVi i più cordiali saluti.

Gli ex Lavoratori della Pomice
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LETTERA APERTA DEGLI EX LAVORATORI DELLA POMICE

L’importante riconoscimento per le Isole Eolie di entrare a fare parte della lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità è stato e continua ad essere, anche causa di una grave crisi socio – economica che ha coinvolto i Lavoratori della Pomice.
Noi ex lavoratori delle cave di pomice abbiamo perso il nostro sicuro ed onesto lavoro, precipitando con le nostre famiglie, in una profonda crisi economica, finanziaria e morale che sicuramente sta lasciando il segno in una comunità piccola come la nostra che, è già di per se, disagiata dall’insularità.
Quante promesse! ma ad oggi l'unica realtà e' che per tredici di noi e' finito il periodo di mobilità, senza che Regione – Comune, Stato ed Unesco abbiano fatto un qualche cosa di concreto.
Ad oggi possiamo dire all’UNESCO che sembra inutile dettare REGOLE e/o RACCOMANDAZIONI, se queste vengono puntualmente disattese senza, soprattutto, ESERCITARE NESSUNA VIGILANZA sullo stato “dell’arte”.
Questo e’, quello che e’ avvenuto alle EOLIE, sulle spalle solo di noi ex Lavoratori della Pomice!!!!

Infatti sin della Missione presieduta dal Professore Hamilton, in visita ufficiale a Lipari dal 21 al 28 Marzo 2007, è stato evidenziato chiaramente il problema occupazionale relativo ai circa “quaranta” lavoratori impiegati nelle cave di pomice. Nel verbale conclusivo, la Commissione dichiarava che il problema principale dei lavoratori di cava era dettato dalla mancanza di una occupazione alternativa, chiara ed immediata. Veniva evidenziato altresi’ che, la riassunzione ed il riaddestramento erano stati discussi, non solo a livello comunale, ma anche con le Autorità Regionali e veniva raccomandato che un programma comprensivo di ricollocazione, doveva essere effettuato immediatamente.

Nella 31° sessione dell’Unesco, tenutasi in Nuova Zelanda dal 23.06.07. al 02.07.07, veniva ulteriormente ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito Eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di Pomice (punto 3.1) veniva, altresì, analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie stabilendo che, “ un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente”. In data 23.01.2009, con nota protocollo DPN-2009-0001309, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare trasmetteva a tutti gli Enti interessati la relazione sull’attuazione delle condizioni poste dall’UNESCO per il mantenimento del sito Isole Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

In tale documento veniva evidenziato come a partire dal 01.02.09, essendo stato già risolto il primo punto (chiusura delle cave di pomice), le Autorità avrebbero dovuto affrontare i restanti otto punti espressi nella decisione “31-COM-7B-24” dove, tra l’altro, alla lettera “f” si parla di un programma di riassunzione e/o riqualificazione dei lavoratori interessati.

A tale proposito già il 03.12.2008, in una riunione tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente, alla presenza degli Amministratori Regionali si era discusso circa il reimpiego degli ex lavoratori del settore pomicifero presso strutture Museali sia esistenti, sia in fase di progettazione (Museo Archeologico Regionale Eoliano “Bernabò Brea” ed Eco - Museo Regionale della Pietra Pomice) come suggerito dall’UNESCO.

In considerazione di quanto sopra al punto 3° (implementazione delle condizioni richieste dalla decisione 31-COM-7B.24 paragrafo “6” lettera “f”) veniva individuato il percorso per la realizzazione, con finanziamenti pubblici, dell’Eco – Museo della Pietra Pomice e, comunque, veniva evidenziato come già il 24.01.2008 la Regione Siciliana, aveva attivato una formale procedura di reimpiego dei lavoratori dell’ex comparto pomicifero nelle strutture Museali esistenti a Lipari (Museo Archeologico “Bernabò Brea”).

Ma attenzione la storia recita, che il Comune e la Regione restano immobili, l’UNESCO non vigila e noi ex Lavoratori della pomice con le nostre famiglie, moriamo di fame.

Oggi, con questa Lettera Aperta, intendiamo portare a conoscenza tutta la cittadinanza eoliana che, stanchi di questa situazione siamo costretti ad intraprendere iniziative eclatanti sino a quando, tutti gli enti interessati “STATO, UNESCO, REGIONE, e COMUNE” non si assumeranno le proprie responsabilità, senza scaricarle gli uni sugli altri e quindi sino a quando tutti non siederanno attorno ad un tavolo per affrontare e risolvere il problema di noi ex lavoratori della pomice, in modo definitivo.

Gli ex Lavoratori della Pomice

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