Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

GRANO KAMUT, SEMINA E MIETITURA ALL’AGRITURISMO S. MARGHERITA DI GIOIOSA MAREA: STORIA E BUONE QUALITÀ

In una bella giornata di sole, in un terreno sospeso fra gli ulivi e l’azzurro mare, con le Isole Eolie di fronte, i soci dell’agriturismo S. Margherita hanno sparso i semi di grano kamut. L’antico grano kamut, coltivato in regime biologico, ha alto contenuto di proteine e sali minerali, selenio, zinco e antiossidanti. Grazie all’alto contenuto di lipidi favorisce la riduzione dei livelli di colesterolo e glicemia. La sua introduzione all’agriturismo S. Margherita, Azienda Didattica accreditata dalla Regione Sicilia, per far conoscere un prodotto ricco di storia e buone qualità
Gioiosa Marea (Me), 17/07/2014 – Così, dopo 5 lustri il grano kamut riprende ad essere coltivato nella storica azienda agricola, nel rispetto della tradizione e delle antiche colture. Perché rivivere la tradizione, anzi incrementare gli usi e i costumi tipici della storia contadina, è la filosofia predominante all’azienda S. Margherita. Il grano Kamut, secondo antiche leggende è anche chiamato “dente di cammello” o “grano del profeta”, in quanto Noè lo portò con sé sull’Arca, proveniente dall’antico Egitto e dal Vicino Oriente.
 L’antico grano Kamut, che va coltivato in regime strettamente biologico, ha un alto contenuto di proteine e sali minerali, selenio, zinco e magnesio, pertanto ha proprietà antiossidanti; è un cereale molto energetico grazie all’alto contenuto di lipidi, ed il suo consumo favorisce la riduzione dei livelli di colesterolo e glicemia.
Ecco il perché della sua introduzione all’agriturismo S. Margherita che, come Azienda Didattica accreditata dalla Regione Sicilia, desidera far conoscere ai suoi ospiti piccoli e grandi un prodotto ricco di storia e buone qualità.
“Aspettiamo solo che la natura faccia il suo corso e che dai preziosi chicchi “sorgano” bionde e fluttuanti spighe nel rispetto delle antiche tradizioni”.
La mietitura del grano Kamut è avvenuta ieri nella tenuta dell’Agriturismo S. Margherita, in una una giornata di emozioni e festa, in collaborazione con l’Associazione “La Spiga”. Gli ospiti hanno potuto partecipare attivamente alla mietitura del grano ‘kamut’, rigorosamente a mano, secondo le tecniche anticamente in uso nelle campagne di Gioiosa Marea.
La mietitura si è protratta con la preparazione del pane e dei maccheroni, con degustazione di prodotti tipici del luogo, con una esibizione di canti e balli della tradizione siciliana a cura di Paolo Borà e del suo gruppo Il Meliuso.

Commenti

  1. Il Frumento orientale o Grano grosso o Khorasan – lo chiamiamo col suo nome tramandato, comune e “pubblico”, mentre Kamut è un nome di fantasia registrato – è una specie (Triticum turgidum subsp. turanicum) appartenente allo stesso gruppo genetico del frumento duro: presenta un culmo (fusto) alto anche 180 cm; ha la cariosside (chicco) nuda e molto lunga, più di quella di qualunque altro frumento; è originario della fascia compresa tra l’Anatolia e l’Altopiano iranico (Khorasan è il nome di una regione dell’Iran); nel corso dei secoli si è diffuso sulle sponde del Mediterraneo orientale, dove in aziende di piccola scala è sopravissuto all’espansione del frumento duro e tenero.
    L’invenzione commerciale del ritrovamento
    Dunque, per trovare il Khorasan in Egitto non era (e non è) davvero necessario scomodare le tombe dei faraoni; senza contare che un tipo di Khorasan era (e, marginalmente ancora è) coltivato anche tra Lucania, Sannio e Abruzzo: è la Saragolla, da non confondere con una omonima varietà migliorata di frumento duro ottenuta da un incrocio e registrata nal 2004 dalla Società Produttori Sementi di Bologna. Inoltre non bisogna dimenticare che la germinabilità del frumento decade dopo pochi decenni, per quanto ideali siano le condizioni di conservazione. Tutto questo porta a riconoscere nella storia del presunto ritrovamento del Khorasan/Kamut solo una fantasiosa invenzione commerciale, elaborata per stimolare il desiderio di qualcosa di puro, antico ed esotico. E, a onor del vero, la stessa K.Int. ha preso le distanze dalla leggenda che, peraltro, ormai non ha più bisogno di essere incoraggiata.
    Dai dati oggi disponibili, di fonte pubblica e privata, tra gli elementi di maggiore caratterizzazione del Khorasan ci sono un elevato contenuto proteico, in generale superiore alla media dei frumenti duri e teneri, e buoni valori di beta-carotene e selenio; per le altre componenti qualitative e nutrizionali non ci sono differenze sostanziali rispetto agli altri frumenti.

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  2. Glutine: non ne è né privo né povero
    Bisogna, infatti, chiarire che, come ogni frumento, il Khorasan è inadatto per l’alimentazione dei celiaci, perché contiene glutine (e non ne è né privo né povero, come, poco responsabilmente, una certa comunicazione pubblicitaria afferma o lascia intendere) e ne contiene in misura superiore a quella dei frumenti teneri ed a numerose varietà di frumento duro.
    Detto ciò, il Khorasan è certamente un frumento rustico, con ampia adattabilità ambientale, eccellente per la pastificazione. Come ogni frumento che non è stato sottoposto a procedimenti di miglioramento genetico o ad una pressione selettiva troppo spinta, e proprio per questo motivo pare sia più facilmente digeribile dalle persone che soffrono di lievi allergie e intolleranze, comunque non riconducibili alla celiachia: ma questo è proprio ciò che si può dire dei farri e delle “antiche” varietà di frumento duro e tenero. Se la sua coltivazione è biologica (come permette la sua rusticità e come, per i propri prodotti, assicura il disciplinare del marchio Kamut), si può dire che senz’altro è un prodotto salutare, senza però scadere in esagerazioni né in forzature incoraggiate dalla moda e dal marketing del salutismo.
    Costi elevati, per il portafoglio e per il Pianeta
    Restano ancora tre aspetti che gettano un’ombra sul prodotto a marchio Kamut (ma non sul Khorasan!):
     il monopolio commerciale imposto dalla K.Int. su un frumento tradizionale che, come tale, dovrebbe invece essere patrimonio di tutti, e più di chiunque altro delle comunità che nel tempo lo hanno conservato e tramandato;
     il costo eccessivo del prodotto finito (dall’80 al 200% in più di una pasta di comune grano duro biologico), poco giustificabile a sostanziaòe parità di valori qualitativi e nutrizionali, dovuto al regime di monopolio, ai costi di trasporto, ai diritti di uso ed ai costi di propaganda, ma dovuto anche agli effetti di un mercato dell’eccellenza che trasforma il cibo in oggetto di lusso, di gratificazione e di distinzione, e che specula sul desiderio di rassicurazione e sul bisogno di salute;
     la pesante impronta ecologica legata allo spostamento di un prodotto perlopiù coltivato dall’altra parte del Mondo che arriva sulle nostre tavole attraverso una filiera molto lunga (migliaia di chilometri), e che, solo per questo fatto, non è compatibile con la filosofia della decrescita e con l’attenzione al consumo locale, fatto se possibile a “chilometro zero”.

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  3. Da tempo volevo far vedere a mia figlia Luisa la mietitura del grano e con grande piacere trovandomi ospite presso l'Agriturismo S.Margherita di Gioiosa Marea ,ho potuto far conoscere cos'è una vera Fattoria Didattica,gli animali,l'orto botanico e le antiche pratiche di lavoro del contadino.Un grazie particolare va al signor Giuseppe
    che spiegando le varie fasi della mietitura agli ospiti presenti ha fatto partecipare tanti bambini a questo rito della mietitura.Grazie ancora. Giovanni da Messina.

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  4. Sono rientrato a Milano dalle ferie trascorse in Sicilia e,ricordandomi dell'ottimo pane e dei maccheroni fatti in casa,degustati all'AgriturismoS.Margherita,ho voluto
    comprare della farina e nelle varietà disponibili ho trovato la farina di Kamut khorasan cosi insieme alla mia famiglia ci siamo cimentati a produrre i maccaruna (come dite voi),fatti a casa....e ci siamo riusciti e pensavamo che eravamo ancora nella vostra bella Sicilia..Grazie ancora per quanto abbiamo conosciuto ed appreso nel nostro purtroppo breve soggiorno,ma ci rivedremo presto.Sergio S.Donato Milanese.

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