Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

L'UNITA', RENZI: "IL GIORNALE DI GRAMSCI NON CHIUDE PER COLPA DEL PD, LO RIAPRIREMO"

30 luglio 2014 -  I liquidatori di Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice de l'Unità, a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi in data odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014 EMANUELE D'INNELLA FRANCO CARLO PAPA

30/07/2014 - Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri e Segretario del PD risponde a Francesco Bonifazi su Twitter in relazione alla chiusura de L'Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci. Renzi risponde al tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi: "L'Unità non sospende per colpa del Pd ma di chi ha fatto debiti per 30 milioni di euro. Noi manterremo la promessa: riapriremo l'Unità", assicura Renzi, il qu
ale in precedenza, in merito a quanto accade al Senato affermava: "I gufi, le riforme, i conti non mi preoccupano. La Libia sì invece. Ma sembra impossibile parlare seriamente di politica estera".

Sempre sulla pagina Twitter di Bonifazi si sviluppa il botta e risposta sulla chiusura (e riapertura?) de L'Unità: La Pimpa ‏"Cì....capisco tutto...... ma gli ammortizzatori testicolari.... stanno a cedendo".
Pinko Pallino: "... con i soldi pubblici"
Marino Tomà: ... Renzi faccia i nomi".
Dettagli Risposta Retweet Preferito Altro
La Pittima: Sì ma la riaprirete facendola diventare ancor più di partito, lontana da idee di giornalismo libero".
La Pittima: ... cosa che già ora è".
Kiro ‏@melamorsicata: "L’unica cortesia non riapritela con i soldi dei cittadini".
Francesco Bonifazi: "Con quali fondi? Il @pdnetwork è già in rosso, dove prenderete o chi può offrire fondi per riaprire l'Unità?".
Simona Bonfante: "Ma che senso ha se non lo legge nessuno? Gramsci resta, in archivio storico".
Camelot ‏@Camelotdestra: "Basta che non lo facciate a spese nostre. Abbiamo già ampiamente dato. Basta. Grazie".
Giovanni ‏@Rog: "Vorrei far notare che 110 milioni di debiti di #DS e #Unità li pagherà lo Stato, grazie al governo #Prodi".
Cristina Donati: Riaprirete L'Unitá con la medesima redazione, vero? Prendete questo impegno?".

IL COMUNICATO DEL CDR: “FINE DELLA CORSA”
Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità. I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diversi percorsi che avrebbero comunque salvato il giornale, e che i due liquidatori avevano chiesto di approvare. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio la sopravvivenza di una voce libera e autorevole dell’editoria italiana, oltre che un’ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi del settore dell’informazione.

Nonostante tutto i dipendenti de l’Unità non si sentono soli. Anzi. Appena si è diffusa la notizia molti lettori ci hanno espresso la loro solidarietà, e questo per i giornalisti è un fatto molto importante. Il senso di comunità che questa redazione ha sempre mantenuto è emerso anche in questa occasione, come tutte le altre dolorose occasioni che purtroppo hanno accompagnato la vita del giornale negli ultimi anni. Il cdr rivendica di aver mantenuta alta la bandiera del giornale, anche quando il suo destino sembrava impantanarsi nelle sabbie mobili di una gestione scellerata, che ha aperto le porte del capitale ad azionisti incompatibili con la storia del giornale. Proprio quegli azionisti che ieri hanno contribuito ad affossare la testata. Non abbiamo perso la nostra bussola neanche quando tra le diverse offerte per rilevare la testata è spuntata quella dell’onorevole Santanchè. Anche a lei abbiamo detto: no, grazie. Sapevamo che altre ipotesi erano percorribili, e anche che il Pd si stava occupando della vicenda. Lo sapevamo e lo speravamo. Evidentemente ci siamo sbagliati. E a pagare oggi siamo innanzitutto noi.

I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere, a chiedere a chi ci promette un futuro di darci certezze oggi. Di assicurare solidità patrimoniale. E a chi promette invece sostegno politico, diciamo che oggi è tardi per esprimere solidarietà. Chi in questi giorni visiterà le nostre feste, non troverà il giornale. Ci sembra inaccettabile.

IL COMUNICATO DELLA FNSI: VICINI AI COLLEGHI
La notizia che non avremmo voluto ricevere è purtroppo arrivata: l'Unità dal primo agosto sospende le pubblicazioni e tutti i lavoratori - giornalisti, amministrativi e poligrafici - saranno posti in Cassa integrazione a zero ore. I collaboratori perderanno il lavoro. Una svolta drammatica, purtroppo temuta e quasi annunciata in questi mesi di continui rinvii e di rimpallo di responsabilità tra azienda e politica. Ora t utti gli sforzi debbono essere posti nello sforzo per tentare il ritorno in edicola e per salvaguardare i diritti dei lavoratori dipendenti, che da tre mesi non ricevono gli stipendi, e dei collaboratori. Il Sindacato nazionale dei giornalisti, assieme al le Associazioni regionali, esprime solidarietà a tutti i lavoratori del giornale e conferma che intende affiancare i colleghi de l'Unità nelle azioni che si renderanno nece ssarie per tutelarne i diritti.
GIOVANNI ROSSI, PRESIDENTE FNSI

Commenti