Democrazia partecipata: i dieci Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno alle amministrative a giugno

  VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI GIUGNO APPROFONDIMENTO SUI PROCESSI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA NEI DIECI COMUNI DEL MESSINESE CHE ANDRANNO AL VOTO. Lettera aperta di “Spendiamoli Insieme” a candidati e cittadini. “La democrazia partecipata diventi tema di dibattito elettorale”.  29/03/2024 - Sono dieci i Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno a elezioni amministrative a giugno (in contemporanea con le Europee). È ancora troppo presto per sapere se i candidati renderanno o meno la democrazia partecipata tema di dibattito elettorale. Ma il team del progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme”, realizzato da Parliament Watch Italia con il sostegno di Fondazione CON IL SUD, ci prova a far sì che lo diventi, verificando quanto succede in ciascuno dei 10 Comuni. Una sorta di “lettera aperta” ai futuri candidati alle amministrative e, ancor di più, ai cittadini elettori per ricordare che «la democrazia partecipata è una cartina di tornasole del dialogo – o della

CROCETTA DIFFIDATO PER GLI ONERI DI REVISIONE DELLE AUTOMOBILI: 50 MILIONI L'ANNO PERSI

Nuovo atto di diffida per Crocetta: l’associazione “Sicilia e Legalità” dice no allo “scippo” dei 50 milioni della motorizzazione. La denuncia dell'associazione “Sicilia e Legalità”, che ha chiesto alla Regione Siciliana conto dei 40 milioni di quanto perso in 4 anni a beneficio dello Stato, derivanti dagli oneri di revisione delle automobili, che possono diventare 50 milioni annui. Nell’ottobre 2013 Bernadette Grasso, deputato all’Assemblea regionale, presentò in aula una mozione che impegna il governo «a voler individuare e percorrere tutte le iniziative utili al fine di ripristinare l’introito nel bilancio della Regione siciliana...

Palermo, 16/09/2014 - «Se gli impiegati e le automobili sono siciliane, le spese di revisione devono restare in Sicilia!». È scaduto infruttuosamente il termine entro cui la Regione siciliana avrebbe dovuto rispondere all’atto di diffida che l’associazione “Sicilia e Legalità”, ha fatto notificare all’assessorato delle Infrastrutture e mobilità e al presidente Rosario Crocetta per dire, in sostanza: “Dove sono finiti i soldi della motorizzazione? Perché non ve li fate ridare dallo Stato? E, soprattutto, fate in modo che non se ne prendano altri”. L’atto invita, tecnicamente, la Regione ad astenersi dal recepire provvedimenti o circolari ministeriali che possano far affluire nelle casse dello Stato somme di pertinenza regionale ed, in particolare, i diritti in materia di operazioni di motorizzazione. La cifra in questione non ammonta a pochi spiccioli ma, senza un tempestivo intervento, a ben 50 milioni di euro all’anno, praticamente lo stesso gruzzolo che il vertice di Palazzo d’Orleans ha dovuto recuperare, da recente, attraverso un mutuo che costerà caro ai siciliani. Eppure l’Amministrazione ha fatto poco o niente per opporsi a questo “scippo” e, anche quel poco, è stato fatto in modo negligente.

I fatti
Nel settembre del 2000, con decreto legislativo*, sono state trasferite alla Sicilia, unica regione in Italia, le competenze in materia di motorizzazione, espletate con uffici e personale regionale. Gli incassi per la revisione dell’automobile sono confluiti, nelle casse della Regione fino al 2011, quando, a seguito dell’introduzione di un nuovo programma informatico, questi “diritti di revisione” sono stati incamerati dallo Stato. E tutto ciò, in virtù di una semplice circolare**. Con una perdita di 10 milioni all’anno e quindi 40 milioni in quattro anni. È prevista anche una estensione da parte del ministero dei Trasporti a tutte le altre tipologie di operazioni come immatricolazioni, targhe e collaudi. Per un totale di 50 milioni all’anno in meno che si aggiungerebbero a quelli già perduti.
«In un momento in cui la Sicilia affonda in un baratro economico buio e profondo, – accusa Maurizio Franchina, portavoce dell’associazione - la Regione si permette il lusso di perdere milioni di euro dei siciliani per una leggerezza dell’amministrazione che, invece di intervenire con vigore, nella sua risposta, è stata debole e ha commesso errori banali come quelli di notifica del ricorso, inspiegabilmente poi mai riproposto, con un atteggiamento che è stato definito dall’opposizione all’Ars, di acquiescenza. È impensabile – conclude Franchina - che tutta la fatica si faccia in Sicilia e che i guadagni se li prenda Roma. Chiamiamo il presidente Rosario Crocetta, a riparare alle negligenze, inadempienze ed inerzie commesse dalla passata gestione di Raffaele Lombardo, che ha provocato, già ad oggi, un danno economico grave, destinato ad aumentare. Gli chiediamo, pertanto, di promuovere tutte le iniziative nelle opportune sedi per ottenere le somme indebitamente incamerate dallo Stato, attraverso una semplice circolare, che non è una fonte di natura normativa e rende perciò il comportamento arbitrario».

L’associazione
L’associazione “Sicilia e Legalità”, che ha sede a Castelvetrano, è attenta al controllo degli standard qualitativi dei servizi pubblici espletati, è presieduta da Angela Guarino, che ha firmato l’atto. Non è nuova ad azioni del genere ed è già intervenuta, in questioni civili e penali, in particolare nel campo ambientale e sanitario, al fine di tutelare gli interessi della comunità. Ha pure come finalità il rispetto dei diritti civili da parte della pubblica amministrazione anche in relazione all'uso del denaro pubblico.

Nell’ottobre 2013 Bernadette Grasso, deputato all’Assemblea regionale ha presentato in aula una mozione che impegna il governo «a voler individuare e percorrere tutte le iniziative utili al fine di ripristinare l’introito nel bilancio della Regione siciliana del gettito derivante dalle operazioni effettuate in via telematica dalle imprese di revisione riconosciute e autorizzate a operare nel territorio siciliano, dalla competente amministrazione regionale». Il Governo è stato battuto e, con il parere contrario dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi, l’Ars ha approvato la mozione.
Nel dicembre del 2010 la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 369/2010 del 15.12.2010, giudica inammissibile, non nel merito ma per difetto di notifica, il ricorso presentato dalla Regione nel 2008, con cui ha sollevato il conflitto di attribuzione. Era stato inviato erroneamente al ministro delle Infrastrutture anziché al presidente del Consiglio.

È del 19 agosto 2014 la ricevuta della notifica dell’atto della associazione “Sicilia e legalità”. Gli uffici avrebbero dovuto rispondere entro 15 giorni, con scadenza al 3 settembre.

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