Ponte sullo Stretto: “LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini"

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. Con questo slogan il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca dà appuntamento giovedì 25 aprile a Messina dalle 17,30 in poi a Torre Faro nei pressi del Pilone, al locale La Pinnazza.   Messina,  23/04/2024 - Presente il sindaco di Messina Federico Basile il cui intervento insieme a quello del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è previsto alle 19:00. “Siamo contrari al ponte di Matteo Verdini che dovrebbe essere realizzato con una rapina del Fondo Sviluppo e Coesione che appartiene alla Sicilia -afferma De Luca-. È impensabile che due miliardi di euro che servono per gli invasi, che servono per le strade, per le scuole, per i depuratori vengano scippati alla Sicilia per il ponte sullo Stretto di Messina. Noi siamo per il corridoio Berlino-Palermo che prevede l'alta velocità da Salerno fino a Villa San Giovanni, la sostituzione della monorotaia dei Borboni in Sicilia, il potenziamento del Porto di Gioia Tauro e di Augusta e c

DISCARICA DI MAZZARRÀ S. ANDREA, IL SINDACO DI FURNARI SENTITO DALLA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUL CICLO ILLECITO DEI RIFIUTI

Furnari (Me), 15/04/2015 -  Il sindaco di Furnari, avv. Mario Foti, è stato sentito dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti nella seduta del 14 aprile 2015 tenutasi nella Prefettura di Messina. Nella stessa, ha allegato documenti e rappresentato una sintesi cronologica degli eventi che hanno caratterizzato la vicenda della discarica di Mazzarrà Sant' Andrea , con le relative conclusioni che si allegano alla presente, continuando a chiedere un intervento di commissariamento della Società TirrenoAmbiente spa nonché misure idonee alla messa in sicurezza della discarica.
_________________
On.le Commissione parlamentare d'inchiesta
sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite
ad esso connesse

OGGETTO: La discarica di Mazzarrà S.A.e la sua gestione da parte di Tirrenoambiente S.p.A.- Sintesi e valutazioni e conclusioni.-

Sintesi Cronologica
• 17 gennaio 2014: nomina Commissione Ispettiva con decreto assessoriale numero 54 del 17 gennaio 2014 da parte dell’Assessore Regionale all’Energia e rifiuti Nicolò Marino per la verifica degli atti relativi alle discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano e tra queste la discarica per rifiuti dI Mazzarrà Sant’Andrea;
• 24 gennaio 2014: conferenza di servizi relativa al rinnovo AIA di approvazione ampliamento discarica a seguito istanza presentata da TirrenoAmbiente. Per la prima volta partecipa anche il Comune di Furnari: vengono rilevate delle criticità e non viene concesso il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale;
• 18 aprile 2014: sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che riforma la sentenza del TAR Catania dichiarando, senza entrare nel merito della vicenda, la carenza di legittimazione dei cittadini ricorrenti;

• 13 marzo 2014: l’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello denuncia un fatto grave: segnala che un funzionario regionale del suo dipartimento che presiedeva la conferenza di servizi durante la quale nel settembre 2008 veniva rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale per l'avviamento di una discarica della Sicilia orientale presumibilmente quella gestita da TirrenoAmbiente, avrebbe omesso la vicinanza di un centro abitato. Lo stesso assessore regionale nella medesima denuncia evidenze che detto funzionario, nello stesso periodo, ottobre 2008, avrebbe acquistato in Lombardia un'autovettura Audi A6, in una concessionaria che faceva riferimento a un amministratore della società che gestisce la discarica in questione;

• 16 aprile 2014: la Procura di Vercelli del procedimento iscritto al numero 757/2014 R.G. N.R., dispone un provvedimento di perquisizione personale, locale e domiciliare, con conseguente sequestro, presso la residenza di Giuseppe Antonioli e di Giuseppino Innocenti, nonché di altro personaggio pluripregiudicato legato alle ‘ndrine calabresi, tale Bruzzaniti, ed ancora presso le sedi legali della TirrenoAmbiente spa e della Osmon srl della CAR e della Green energy srl per il reato ipotizzato di truffa aggravata in concorso in alcune società in rapporto tra loro e di una presunta transazione intercorsa tra il Tirreno ambiente Osmon per il rilevante importo di circa € 2.600.765,00;
• 3 giugno 2014: viene depositata la relazione conclusiva redatta dalla Commissione Ispettiva nominata dall’Assessore Marino e trasmessa al Dipartimento Acque e Rifiuti;
• 19 giugno 2014: viene sentito dalla Commissione Regionale Antimafia il sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo;

• 2 luglio 2014: viene sentito dalla Commissione Regionale Antimafia anche il sindaco di Furnari avv. Mario Foti, le cui dichiarazioni vengono secretate ;
• 3 luglio 2014: il Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti notifica all'avvio del procedimento di diniego all'ampliamento della discarica e la revoca delle autorizzazioni concesse alla Tirreno ambiente n.391 e n 393 del 2009;

• 18 luglio 201: l’amministratore delegato di TirrenoAmbiente, il novarese Giuseppe Antonioli viene arrestato con altre tre persone nel’ambito dell'inchiesta della Procura di Palermo: un funzionario dell'assessorato regionale all'ambiente arch. Gianfranco Cannova, preposto al servizio ad autorizzazione integrata ambientale: tutti sono imputati di corruzione e di tangenti;
• 11 agosto 2014: viene effettuato in discarica di Mazzarrà Sant’Andrea un sopralluogo da parte dei funzionari del Dipartimento regionale acqua e rifiuti e della Provincia regionale di Messina;
• 19 agosto 2014: viene notificata una diffida da parte del Dipartimento regionale rifiuti a TirrenoAmbiente relativo alle chiusura e alla messa in sicurezza della discarica nonché al ripristino degli scavi abusivi svolti nella stessa;

• 27 agosto 2014: viene svolta nella discarica di Mazzarrà un'ispezione da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico;
• 2 settembre 2014: si svolge al Dipartimento rifiuti la conferenza dei servizi con le parti interessate nel procedimento finalizzato alla revoca delle autorizzazioni 393-391/2009 e ed al rigetto della richiesta di ampliamento;
• 29 settembre 2014: si svolge e si conclude la Conferenza di servizi decisoria presso il Dipartimento acque rifiuti;

• 30 settembre 2014: a seguito della Conferenza di servizi decisoria comunicato stampa del sindaco di Furnari il quale evidenzia: a) che la discarica di Mazzarrà rischia di causare un disastro ambientale; b) che in tale sede paradossalmente è proprio la TirrenoAmbiente s.p.a., ad affermare che “ nel corso dei sopralluoghi, si è dovuto constatare che, inevitabilmente, l’eccessivo cumulo di rifiuti in altezza, ha determinato delle evidenti condizioni di instabilità che rendono impossibile in atto la redazione di calcoli di verifica per una ipotetica conformazione finale. E’ evidente, infatti, la presenza nei rifiuti di una frattura che taglia diagonalmente l’abbancamento. Detta frattura, la cui profondità è impossibile determinare, unitamente allo “spanciamento” del corpo di rifiuti lungo il fronte sud-est ed allo scivolamento del nord-est, rendono assolutamente indispensabile l’ampliamento della campagna di indagini effettuata nell’anno 2013;” c) che tutto ciò comporta la necessità: 1) di realizzare, con la massima urgenza, dei pozzi inclinati lungo la strada adiacente all’argine di sud-est-; 2) di evitare l’abbancamento dei rifiuti dall’alto, per non compromettere ulteriormente la stabilità di una piramide di rifiuti alta mt. 149 s.l. m.; 3) di consentire l’abbancamento laterale al fine di mitigare la spinta della massa a vantaggio della stabilità del corpo rifiuti; 4) che proprio per tale ragione, il presidente della conferenza ha consentito la trito vagliatura i rifiuti, in modo temporaneo e previo ripristino della situazione antecedente, solo al fine di non aggravare i problemi di staticità correlate alle attuali criticità, senza possibilità di abbancare rifiuti in zone diverse da quelle precedentemente autorizzate.

5) che da ciò ne consegue la prossima saturazione dell’invaso, in un periodo calcolabile di circa 20 giorni, dopo il quale si apre la voragine dell’emergenza-rifiuti; 6) che sia la competente ARPA che la ex Provincia Regionale di Messina, organi preposti ai controlli, non hanno in passato sorprendentemente riscontrato un siffatto rilevante quantitativo di abbancamento abusivo, pari ad un milione di metri cubi, peraltro in zone non previste in progetto con una altezza di circa 30 metri in più rispetto al consentito e tutte le altre criticità rilevate dalla Commissione di Ispettiva del Dipartimento, voluta dall’ex assessore regionale Nicolò Marino, sotto la direzione del dr. Marco Lupo; 7) che altrettanto grave è stata l’applicazione di una tariffa difforme rispetto a quella prevista con l’ordinanza n. 1662/2004 a firma del Commissario per l’Emergenza Rifiuti in Sicilia, sulla quale, nonostante le richiesta avanzate dal Comune di Furnari, non è stata data alcuna esaustiva risposta; 8) che, a fronte della drammatica situazione di emergenza ed ai possibili rischi di disastro ambientale, Il Comune di Furnari ha rinnovato alla Regione la richiesta di Commissariamento e di gestione diretta dell’invaso, con la relativa messa in sicurezza;

• 17 ottobre 2014: si dimette il Consiglio di Amministrazione della Tirreno Ambiente Spa. Di fatto viene lasciato solo in carica il presidente Antonello Crisafulli il quale è costretto poi a convocare un'assemblea dei soci per procedere alla nomina del Nuovo CDA, nel quale vengono sostanzialmente confermati gli stessi membri;

• 24 ottobre 2014: viene emesso il provvedimento definitivo da parte del dirigente del Dipartimento Acque e Rifiuti con il rigetto della richiesta di ampliamento della discarica da parte di dire un ambiente nonché con la revoca delle autorizzazioni concesse nel 2009. In tale provvedimento si invita a mettere in sicurezza la discarica, stante le criticità emerge ed il pericolo di crollo. Dalle conclusioni, in cui si riporta la relazione della Commissione Ispettiva e dei NOE dei Carabinieri, emerge una allarmante situazione di stabilità della discarica, un abbancamento di oltre un milione di metri cubi in più, l’assenza di autorizzazione, un difformità al progetto e reiterate violazioni edilizie agli impianti ed edifici esistenti; Vengono concessi ed intimati 15 giorni a TirrenoAmbiente per presentare un progetto di messa in sicurezza e di chiusura della discarica;

• 28 ottobre 2014: in visita a Messina la Commissione Nazionale Antimafia. Il presidente Rosy Bindi, dopo la due giorni di audizioni, tirando le fila dichiara :“Chiediamo al Prefetto l'avvio della procedura per insediare la Commissione di accesso agli atti del Comune di Mazzarrá Sant'Andrea.” Le inchieste passate e quelle più recenti, infatti, confermano che il business dei rifiuti é ancora appannaggio dei clan, che traggono ampi vantaggi economici e quindi forza dalla gestione delle discariche. In molti casi, infatti, dopo le prime tempeste giudiziarie, gli stessi soggetti in odore di mafia sono tornare sulle loro poltrone, o a lavorare nell'indotto delle discariche. Dalla mafia agli illeciti finanziari, negli anni più recenti diverse procure hanno puntato i fari sulla gestione della società impegnata in discarica a Mazzarrà.

• 31 ottobre 2014: si riunisce l'assemblea dei soci della TirrenoAmbiente S.p.A. con i soci pubblici e privati e viene rinnovato il consiglio di amministrazione, nominano come presidente l'avvocato Antonia De Domenico, come amministratore delegato il senatore Lorenzo Piccioni, come direttore generale il signor Giuseppe Antonioli;
• 1 novembre 2014: il sindaco di Furnari invia a mezzo PEC una denuncia a varie autorità e chiede l’apposizione dei sigilli alla discarica di Mazzarrà stante l’allarmante situazione di pericolo di crollo e la fuoriuscita di percolato, con spanciamento del corpo dei rifiuti, come rilevato dalle tante autorità che hanno relazionato sulla discarica oltre una lesione longitudinale che lascerebbe prevedere un imminente cedimento di una parete: denuncia altresì la presenza di opere abusive;
• 3 novembre 2014: viene disposto un sequestro preventivo della discarica di Mazarrà Sant’Andrea parte della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, convalidato dal GIP ed inviati avvisi di garanzia a: Antonello Crisafulli ex presidente della TirrenoAmbiente, Pino Innocenti e Giuseppe Antonioli ex amministratori delegati della società;
• 6 dicembre 2014: Blitz dell'Ispettorato del lavoro alla TirrenoAmbiente: gli ispettori si sono recati alla nella sede di Messina di via Mario Aspa e presso la discarica di Mazara Sant'Andrea in contrada Zuppà;
• 9 dicembre 2014: vengono emessi cinque nuovi avvisi di garanzia relativi alla discarica di Mazzarrà da parte della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto: sono indagati Sebastiano Giambò, Francesco Cannone, già presidenti di TirrenoAmbiente, Gianfranco Cannova e Armando Cappadona rispettivamente funzionario dell'assessorato regionale all'ambiente e funzionario della Provincia Regionale di Messina.
• Gennaio 2015 Il responsabile dell’Area tecnica del Comune di Mazzarrà appone i sigilli su 8 manufatti su 9 esistenti nell’invaso ed, in particolare , sulle strutture esistenti dell’impianto di biostabilizzazione e dell’impianto di percolato, perché abusivi e privi di concessione urbanistica.
• 25 febbraio 2015. Le due conferenze di servizio aventi ad oggetto la richiesta di autorizzazione per l’impianto di biostabilizzazione e dell’impianto di percolato, richieste da TirrenoAmbiente hanno ottenuto il parere istruttorio negativo da parte dei competenti uffici del Dipartimento Acque e rifiuti, e di gran parte degli organi che alle medesime hanno partecipato, con la revoca delle autorizzazioni per l’impianto di percolato.
Il dirigente del Dipartimento a tutt’oggi non ha potuto redigere il provvedimento finale perché, nonostante l’inutile decorso del tempo, l’ARPA e la Provincia regionale di Messina, malgrado reiteratamente sollecitate e nonostante la oggettiva situazione di irregolarità delle strutture esistenti (anche sotto il profilo dell’abusivismo edilizio ed urbanistico delle opere realizzate senza titolo), non si sono ancora espressi. Questo è il segno ancora più evidente delle incompetenze o, peggio, delle compiacenze di organi istituzionali che hanno avuto un ruolo negativo nella intera vicenda e, nonostante l’evidente rischio ambientale, continuano ad omettere atti del proprio ufficio.

CONSIDERAZIONI:

1) L’INTERA VICENDA è costellata da una vergognosa elusione di ogni vigilanza e controllo da parte di organi Istituzionali, che avrebbero avuto il compito di vigilare ed intervenire, rientrando nei propri compiti il rispetto della legge e della normativa che impone il principio della prevenzione e precauzione a tutela delle popolazioni residenti nel territorio e delle matrici ambientali acqua, aria suolo e sottosuolo. Ciò per usare un eufemismo. Altrimenti si dovrebbe parlare di una rete di commistione e di complicità, tenuto conto del fatto che tutte le autorizzazioni rilasciate nel corso degli anni appaiono assolutamente illegittime e frutto di una evidente rete di complicità che vedono personaggi pubblici e funzionari della P.A. avere avuto, nella vicenda, interessi personali con la sistemazione di figli e parenti nella società TirrenoAmbiente,

2) L’ENORME MASSA DI RIFIUTI ABBANCATA nella discarica di Mazzarrà senza alcuna autorizzazione o, meglio sulla scolta di autorizzazioni irregolari rilasciata da compiacenti organi regionali e provinciali, che ha portato ad un serio rischio di crollo e di pericolo dell’invaso, costituisce un serio pericolo per la gestione del percolato. Si fa presente che detto impianto è privo di autorizzazione anche per l’impianto del percolato, mentre il business dell’impianto di biogas, costruito e realizzato in modo irregolare ed illegale, ha consentito alla OSMON srl ( di proprietà dell’ex amministratore delegato Pino Innocenti, ed amministrata da un ex amministratore unico, successivamente amministratore delegato di TirrenoAmbiente, sig. Giuseppe Antonioni, arrestato per presunta corruzione) di incamerare enormi profitti. Sintomatica è una singolare transazione tra la TirrenoAmbiente e la Osmon per circa €. 2.600.000 a tutto vantaggio dei privati che gestisco nono enormi flussi finanziari. Strani e sospetti appaiono gli interessi economici della società mista TirrenoAmbiente ed OSMON srl in Africa, relativi a rapporti tra queste società e soggetti legati alle ndrine calabresi. Sarebbe il caso di verificare quali sono queste operazioni svolte in Africa da una società che -- occorre ribadire, nasce ed è costituita per la gestione dei rifiuti di un piccolo Comune del Messinese, Mazzarrà Sant’Andrea – e non già per svolgere attività imprenditoriali sospette all’estero.

3) LA RACCOLTA DIFFERENZIATA non è mai partita per il palese conflitto di interessi tra TirrenoAmbiente e GESENU, quest’ultima socia della prima, la quale, oltre ad avere vinto la gara per la raccolta dei rifiuti aveva anche vinto la gara per la riscossione dei tributi da parte degli utenti. La raccolta differenziata, che doveva attenersi ai parametri della Legge “Ronchi”, non viene effettuata alimentando così i profitti della società che gestiva l’invaso di Mazzarrà. E’ così maturato un enorme debito dell’ATOME2 sicchè adesso i 38 Comuni soci sono chiamati in giudizio da parte di GESENU Spa dinnanzi al Tribunale di Perugia nel giudizio civile iscritto al n. 6519/2009 R.G., promosso da quest’ultima che mira ad aggredire i bilanci dei Comuni in forza di un presunto principio di sussidiarietà che vorrebbe far pagare a questi l’enorme debito maturato, in palese violazione del cd. “principio di autonomia patrimoniale perfetta” secondo il quale i debiti di una Spa non possono interessare il patrimonio dei singoli soci.

4) LA CHIUSURA DELLA DISCARICA DI MAZZARRA’consente adesso di fare partire finalmente il ciclo virtuoso della raccolta differenziata che, con la separazione a monte dei rifiuti fatta dai singoli utenti, non consente di ingrassare gli interessi illeciti e sovente criminali di chi gestisce il trasporto dei rifiuti verso l’invano gestito dalla società mista quasi come fosse una società privata.
5) SICUREZZA DELLA DISCARICA. La società TirrenoAmbiente sta licenziando il personale dipendente e dichiara di non avere risorse per mettere in sicurezza la discarica, quando dovrebbe avere accantonato circa 49 milioni di euro incassati per il post–mortem. Si rischia, pertanto, che -- dopo avere abbancato un enorme montagna di rifiuti con la produzione altrettanto enorme quantitativo di percolato, vicino ai pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari – posti ad appenta 300 ml. nel greto del torrente Mazzarrà – questa vera e propria bomba ecologica venga lasciata al suo destino con il ritiro dei soci privati senza alcuna certezza sulla sicurezza dell’invaso che dista appena 400 ml. dal centro del Comune di Furnari ed 800 ml dalla foce del Mar Tirreno in una zona ad alta densità turistica che vede la presenza di spiagge affollate da bagnanti.

6) LA SOCIETA’ TIRRENOAMBENTE SPA, sulla scorta di quanto avvenuto e ampiamente documentato, ha dimostrato e dimostra di non possedere i requisiti per potere continuare nella gestione del suddetto invaso, atteso che pesanti e gravi appaiono le colpe e responsabilità nella vicenda in questione. In particolare, una gravissima situazione è rappresentata dalla sospetta gestione del percolato che è stato prodotto nel corso degli anni nell’impianto nonché dai flussi che, mentre in un primo periodi appaiono minimi e sorprendentemente inferiori alla norma, negli ultimi tempi elevati e rilevanti.
La stessa, come più volte richiesto dal Comune di Furnari, deve essere commissariata ed occorre un immediato intervento delle istituzioni per procedere al suo commissariamento.

CONCLUSIONI:

L’art.. 8 del Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo dispone che “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.”
Il Comune di Furnari è costretto a difendere il diritto alla salute dei suoi cittadini ed il diritto alla salubrità dell’ambiente. Ciò a fatto e ciò farà in tutte le sedi, istituzionali e giudiziarie, anche europee. Anche quando, come nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, sono state violate Leggi dello Stato Italiano e Direttive Comunitarie in materia ambientale, soprattutto nell’ipotesi in cui dovessero emergere responsabilità per autorizzazioni illegittime ed illegali rilasciate a favore della TirrenoAmbiente Spa, ovvero nel caso in cui, come è stato possibile rilevare, gli Enti preposti ai controlli nella discarica di Mazzarrà hanno dimostrato, nella attività di accertamento e di controllo loro demandata dalla norme di legge vigenti, palesi omissioni o, peggio, complicità nella illegittima attività della gestione dei rifiuti.

Sembra inimmaginabile per uno stato di diritto che in una zona torrentizie ed alluvionale, soggetta ad esondazioni e a forte criticità e rischio idrogeologico, sia stata realizzata, in un alveo imbrifero importante, a 400 ml. di distanza dal centro urbano di Furnari e a distanza di circa 300 ml dai suoi pozzi di approvvigionamento, una discarica a cielo aperto.
Una discarica che, sulla scorta di una relazione geologica del 2003, ha ottenuto tutta una serie di autorizzazioni illegali ed illegittime utilizzando la tecnica del “ Salami Slicing”, con stralci progettuali che hanno visto nello stesso sito una discarica di rifiuti, un impianto di biogas, un impianto di percolato, un impianto di biostabilizzazione, senza tenere conto della sommatoria di criticità.

E’, infatti, sotto gli occhi come i relativi controlli, cui erano deputati detti organi nei relativi sopralluoghi, non abbiano sorprendentemente riscontrato quelle gravi, evidenti e macroscopiche anomalie nel sito gestito da TirrenoAmbiente spa qua appunto la mancanza di concessioni edilizie, il rispetto della normativa sugli appalti, abbancamento abusivo di rifiuti, il pericolo alle matrici acqua, suolo, sottosuolo, aria, etc.

E’ palese che il Comune di Furnari – il quale si riserva ogni più ampia azione per danni e/o costituzioni nelle competenti sedi giudiziarie nei confronti degli Enti e/o funzionari che sono incorsi in responsabilità -- debba porsi il problema della corretta gestione da parte dei tecnici e dei dirigenti dell’azienda, stante che la discutibile gestione della TirrenoAmbiente spa ha ampiamente dimostrato di non essere stata colpevolmente capace, malgrado le autorizzazioni concesse, di riuscire a garantire il territorio e la salute degli abitanti di Furnari violando reiteratamente gli obblighi di legge in materia, finalizzati ai principi della prevenzione e precauzioni ambientale.

Solo l’opera meritorio dell’ex Assessore Regionale dr. Nicolò Marino che ha spostato le competenze dell’Assessorato al Territorio a quello di sua competenza ha interrotto fatti di presunta corruzione da parte di funzionari regionali e poi l’istituzione di una Commissione Ispettiva, hanno consentito di fare chiarezza sugli enormi affari della discarica di Mazzarrà e le illegittime autorizzazioni a suo tempo conferito in una vicenda allucinante non degna di un Paese civile, sovente condannato dalla Unione Europea.
Si è appreso dai media di presunte difficoltà, anche economiche rappresentate da TirrenoAmbiente spa, la quale vorrebbe adottare lo strumento del licenziamento collettivo di 17 unità lavorative, sul quale si manifestano forti dubbi e perplessità.

A prescindere dall’aspetto drammatico del licenziamento dei 17 dipendenti -- circostanza questa che è solo la diretta conseguenza delle reiterate violazioni di legge contestate alla società, sia sotto il profilo amministrativo che sotto quello penale -- si vuole comunque evidenziare che, in ogni caso, la TirrenoAmbiente spa resta comunque una azienda che non può essere priva di risorse finanziarie.
Ed invero, questa circostanza appare assolutamente incredibile stante che la società concessionaria avrà certamente accantonato una cospicua somma quantificabile in circa 27 milioni di euro sulla somma già incassate e di circa 22 milioni di euro sulla somma di cui afferma di essere creditrice: e cioè le somme relative a 7,05 euro a tonnellata previste dalla legge e dalle relative autorizzazioni per la “chiusura e messa in sicurezza della discarica”, oltre la somma di 10,13 euro a tonnellata per “gestione post-mortem della discarica per un trentennio”, come stabilito dal Decreto n. 1662 rilasciato dal Commissario delegato per l’emergenza rifiuti, attività queste tutte che in ogni caso presuppongono ed impongono la permanenza di una attività lavorativa all’interno dell’invaso.
A prescindere dalle future vicende e considerato che il sito non può essere abbandonato a se stesso, ne discende che, comunque, la Regione Siciliana dovrebbe introitare le somme per le bonifiche e gestioni che si ripercuotono positivamente sotto il profilo del mantenimento dei livelli occupazionali.

La situazione di carenza di titolo concessorio sotto il profilo urbanistico, contestata dall’Ufficio Tecnico del Comune di Mazzarrà, che si condivide, le cui responsabilità ricadono sulla gestione societaria dell’invaso, impongono allo stato una situazione oggettiva di allarme e di pericolo alla pubblica incolumità, sopratutto perché nella vicenda sussistono tutti gli elementi per potere parlare di un vero e proprio disastro ambientale per il quale nel territorio.
Si chiede, pertanto, oltre una adeguata valutazione dei fatto oggetto di indagine, un sollecito intervento di Codesta Commissione nelle opportune sedi istituzionali affinché questa grave situazione possa evitare l’insorgenza di ogni possibile ed ulteriore grave pericolo per la popolazione residente.
Messina, 14 aprile 2015
Il sindaco di Furnari
Avv. Mario Foti



Commenti