Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

BUONA SCUOLA: IL 5 MAGGIO LO SCIOPERO UNITARIO, CORTEI REGIONALI A PALERMO E CATANIA

Scuola: sciopero generale unitario del 5 maggio 2015. Il Governo teme lo sciopero del 5 maggio e sposta le prove Invalsi: "La Buona Scuola" unisce il dissenso. I cortei che si terranno in sette diverse città italiane. Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa: ore 9.00 concentramento delle delegazioni
03/05/2015 - Martedì 5 maggio sarà sciopero generale nazionale della scuola. È stato indetto unitariamente dai sindacati maggiormente rappresentativi del comparto FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA. In sette grandi piazze si terranno altrettante manifestazioni: Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma vedranno sfilare lavoratori e anche studenti, che in un appello hanno chiesto ai loro docenti di aderire allo sciopero proclamato dai sindacati.

CATANIA (Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa): ore 9.00 concentramento delle delegazioni in Piazza Europa con successiva partenza del corteo che sfilerà per Corso Italia, Piazza Verga per arrivare a Piazza Roma dove si svolgeranno i comizi.

PALERMO (Agrigento, Palermo e Trapani): ore 9.00 concentramento delle delegazioni in Piazza Marina con successiva partenza del corteo che sfilerà per Corso Vittorio, Via Roma, Via Cavour per arrivare a Piazza Verdi (Teatro Massimo) dove si svolgeranno i comizi.

Erano mesi che il malcontento nei confronti delle proposte di questo governo sulla scuola poi diventate disegno di legge, serpeggiava nel paese. Prima di tutto fra chi la scuola la vive ogni giorno, gli studenti, i docenti, il personale ATA… poi nelle famiglie, nella società civile. Mesi di critiche inascoltate, di consultazioni farsa, di tentativi di delegittimazione delle parti sociali, i sindacati in primis. È così che si è arrivati oggi, ad uno sciopero generale della scuola altamente condiviso, il primo sciopero unitario dopo 7 anni. Evidentemente qualcosa questo disegno di legge riesce ad unire: unisce 5 sigle sindacali, FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA, le più rappresentative del mondo della scuola. Unisce le associazioni studentesche già da tempo in marcia contro questo DDL e che ora si rivolgono direttamente ai loro docenti invitando ad aderire allo sciopero. Spinge l’Agenquadri (Associazione Generale Quadri, Professionisti e Alte Professionalità) ad aderire allo sciopero ricordando al Presidente del Consiglio che “La scuola appartiene a famiglie e studenti, e sarebbe bello se nel DDL fossero previsti ruoli di maggiore protagonismo per entrambi”.

Non poteva mancare poi, l’adesione delle Organizzazioni universitarie aderenti all'intersindacale universitaria, che condividono a pieno le ragioni di questo sciopero in quanto “L'attacco alla Scuola pubblica è perfettamente in linea con quello contro l'Università, in corso da anni, e che ha come deliberato obiettivo quello di cancellare l'idea stessa di un'Università di qualità, democratica, aperta a tutti e diffusa nel Paese”.

L’associazione nazionale Net Left aderisce allo sciopero generale della scuola indetto per il 5 maggio da tante sigle sindacali a sostegno della scuola pubblica e contro il disegno di legge del governo cosiddetto “La Buona Scuola”. Riteniamo che questo ddl come altri del recente passato, non inquadri i veri problemi e le soluzioni più idonee per risollevare un ambito tanto importante per un paese quanto è quello della scuola e della formazione in generale.
In particolare contestiamo a Renzi che la scuola sia solo delle famiglie, la scuola è delle famiglie, dei lavoratori, degli studenti, ma anche di tutta la società.

La nostra idea di buona scuola parte dagli investimenti per l’edilizia scolastica, fondi ulteriormente tagliati dalla legge di stabilità, per migliorare gli strumenti a disposizione di professori e studenti, per costruire o modernizzare laboratori e palestre; continua con una maggiore attenzione per l’apprendimento intanto con la diminuzione a 50 minuti delle ore di lezione e valutando la diminuzione delle vacanze estive per gli studenti redistribuendole in maniera più omogenea durante l’anno con istituzione delle vacanze d’autunno e di primavera (come succede in alcuni paesi europei);

in terzo luogo siamo per l’abolizione totale dei finanziamenti alla scuola privata e dei privati alla scuola pubblica che sicuramente vorrebbero qualcosa in cambio dei finanziamenti, a meno che non vengano dati direttamente allo stato o alle regioni e quindi per tutte le scuole; il quarto punto riguarda la nostra contrarietà alla scelta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici poiché non vi è garanzia di oggettività nella scelta; il quinto punto riguarda la non accettabilità di lasciar fuori dalle assunzioni i precari divenuti insegnanti attraverso i Tfa, i Pas, o concorso pubblico; adeguamento degli stipendi degli insegnanti a quelli europei che pur lavorando un numero di ore uguali o minori guadagnano almeno il 25% in più e diritto alla formazione a carico dello stato, che dovrà preparare sia prima che durante il loro lavoro gli insegnanti, con corsi riguardando metodi di insegnamento, pedagogia dei contesti formali, pedagogia speciale e similari; infine riteniamo fondamentale una legge nazionale per il diritto allo studio che garantisca un reale diritto sia per chi non ha i mezzi economici necessari sia, come i diversabili, per chi ha bisogno di assistenza di altro genere, prevedendo libri forniti in comodato gratuito e altre facilitazioni.

Auspichiamo che la mobilitazione sia ampliata a tutta la società, in quanto che esista una vera buona scuola, non interessa solo a chi vi lavora o a chi vi studia, ma a tutta la società.

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