Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

SANITÀ SICILIA: CROCETTA CON TAGLI INDISCRIMINATI, NON RIESCE NEMMENO A TUTELARE L’ESISTENTE

Melania Scorciapino, Vice coordinatrice provinciale Forza Italia Giovani Enna, interviene sui “tagli indiscriminati alla sanità in Sicilia. Ancora una volta una manovra economica realizzata da un governo regionale sordo alle esigenze dei cittadini. Un governo che dichiara di voler accorpare le strutture per premiare le eccellenze ma che poi non riesce nemmeno a tutelare quelle preesistenti, come l’ISMETT di Palermo”

Enna, 22/05/2015 - In Sicilia, così come in tutta Italia, spesso il sistema sanitario è stato messo a dura prova da tagli incondizionati che hanno penalizzato un settore già di per sé fortemente compromesso. Dal 2010 al 2013, la spesa sanitaria nazionale è diminuita del 2,8% e adesso, con la nuova Legge di Stabilità voluta e approvata dal governo Renzi, sono previsti ulteriori tagli per circa 3 miliardi. Nello specifico, 352 milioni per le regioni a statuto speciale, 2 miliardi per quelle a statuto ordinario e 285 milioni per l’edilizia sanitaria. In questo modo le regioni, già in difficoltà, dovranno effettuare tagli spietati al personale, alla spesa per i dispositivi medici, alla spesa per l’acquisto di farmaci con conseguente rincaro dei ticket sanitari.

La regione Veneto, eccellenza del sistema sanitario nazionale, si è rifiutata di effettuare i suddetti tagli, annunciando il ricorso alla Corte Costituzionale contro la Legge di Stabilità 2015. Esattamente l’opposto è successo invece in Sicilia dove, come di sovente accade, “Renzi ordina Crocetta esegue”.

Attualmente vengono destinati alla sanità siciliana 8,6 miliardi di euro, ossia il 55% del bilancio regionale complessivo. Stando ai costi, quello sanitario dovrebbe essere quindi, un settore d’eccellenza ma le disfunzioni sono evidenti. Basti pensare alla tragica situazione dei pronto soccorso nei quali, per un codice bianco o verde, i pazienti sono costretti ad attendere ore e ore prima di ricevere assistenza; ai numerosissimi degenti, costretti a rimanere in barella per giorni poiché non vi sono posti disponibili in reparto; o ancora, alle lunghissime liste d’attesa per lo svolgimento di semplici esami di routine.

Tuttavia, nonostante i deficit del comparto, Crocetta non ha esitato a effettuare i tagli imposti e a stilare un nuovo piano sanitario regionale che preveda l’ accorpamento di diversi reparti ma soprattutto, la riorganizzazione dei piccoli presidi distribuiti sul territorio dell’isola, in “Ospedali riuniti”. Così, rispetto alla situazione attuale, verranno chiusi, per esempio, 33 reparti di cardiologia, 51 di traumatologia, 27 di ostetricia e ginecologia. In questo modo cresceranno esponenzialmente i disagi per i pazienti, spesso anziani e con limitanti problemi fisici, che si vedranno costretti a percorrere distanze impeditive, anche a causa dei pessimi collegamenti stradali, per usufruire del sevizio sanitario.

Assistiamo dunque, ancora una volta, ad una manovra economica realizzata da un governo regionale sordo alle esigenze dei cittadini. Un governo che dichiara di voler accorpare le strutture per premiare le eccellenze ma che poi non riesce nemmeno a tutelare quelle preesistenti. Si pensi all’ISMETT di Palermo, l’importantissimo “Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione” la cui convenzione con la regione e con l’Università di Pittsburgh è stata messa a rischio da un esecutivo negligente e superficiale. Esecutivo che manifesta totale inettitudine anche nella gestione del 118, servizio costato circa 180 milioni in 8 anni che dovrebbe essere sinonimo di efficienza e che invece oggi, manifesta tutta la propria disorga
nizzazione e inadeguatezza.

 Esempio emblematico è rappresentato dall’elisoccorso dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania, attivo solo dall’alba al tramonto. E’ inconcepibile che un importantissimo presidio ospedaliero come quello in questione, punto di riferimento per una vasta area regionale, venga privato, nelle ore notturne, di un servizio così indispensabile. Disagio, tra l’altro, che non avrebbe motivo di esistere dato che l’elisuperficie è regolarmente certificata dall’ente nazionale del volo e quindi, perfettamente funzionante. E’ compito della regione perciò, riprogrammare i costi del servizio e ripristinare l’h24.

E’ evidente che, anche in campo sanitario, il governo Crocetta continui a rivelarsi incompetente e incoerente, come del resto testimoniano le innumerevoli sentenze del Tar che ha più volte sconfessato e sbugiardato l’operato dell’assessorato alla sanità. Si va dal caso Humanitas, alla vicenda dei manager catanesi, al blocco della gara sulla fornitura dei pannoloni. Fatti questi che evidenziano la scarsa linearità delle azioni del governo regionale e mettono in evidenza l’inettitudine e l’irresponsabilità di un esecutivo che perde credibilità giorno dopo giorno.

I tagli andavano fatti altrove - conclude Melania Scorciapino - Purtroppo viviamo in un Paese nel quale anziché creare si distrugge. Anziché potenziare e rendere più efficiente un servizio, lo si penalizza. L’unica soluzione valida sarebbe una rimodulazione delle spese, un’ottimizzazione delle risorse e una riduzione degli sprechi attraverso, ad esempio, l’applicazione dei costi standard che eviterebbe incontrollate speculazioni e squilibri territoriali nei costi della sanità.


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