Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

PIETRO INGRAO: E' MORTO IL COMUNISTA 'SICILIANO' CHE SCRIVEVA POESIE

E' morto a Roma, oggi 27 settembre 2015, alcuni mesi dopo aver compiuto il secolo di vita, Pietro Ingrao, nato a Lenola, in provincia di Latina, da una famiglia di proprietari terrieri originari di Grotte, in provincia di Agrigento, in Sicilia. La sua attività anti-fascista iniziò nel 1939, aderì al Partito Comunista Italiano nel 1940 e partecipò attivamente alla Resistenza partigiana

27/09/2015 - "L'associazione per il rinnovamento della sinistra esprime il cordoglio profondo per la scomparsa di Pietro Ingrao e partecipa con commozione al dolore delle figlie, del figlio, dei familiari e di tutti le compagne e i compagni che l'hanno stimato e amato. Il suo insegnamento e la sua azione politica sono stati determinanti per liberare il Partito comunista italiano e l'insieme della sinistra da ogni forma di dogmatismo, per formarne il pensiero critico, per aprire la strada al rinnovamento della loro politica e delle loro idee senza smarrire i motivi storici e i valori morali da cui ha preso origine il moto di emancipazione e di liberazione umana indirizzato alla democrazia e al socialismo. Ognuna delle grandi battaglie politiche progressiste del novecento e del tempo in cui viviamo hanno avuto in lui un anticipatore e un protagonista essenziale. Così è stato, in primo luogo, nella lotta per la pace del mondo e nell'azione per un nuovo modello di sviluppo compatibile con la salvaguardia della natura e orientato ad una giusta ripartizione della ricchezza tra il nord e il sud del mondo oltre che in ogni paese. L'ARS, per cui l'opera di Ingrao è stata fonte di ispirazione, darà tutto il suo contributo alla conoscenza e allo sviluppo del suo pensiero", così per la presidenza dell'Ars (Associazione per il rinnovamento della sinistra) Alfiero Grandi e Aldo Tortorella.

Pietro Ingrao è nato a Lenola, in provincia di Latina, il 30 marzo del 1915, da una famiglia originaria di Grotte, piccolo centro in provincia di Agrigento in Sicilia. Una famiglia di proprietari terrieri dell'alta borghesia locale, ma con radicate tradizioni liberali. Il nonno, Francesco Ingrao, era un mazziniano, rifugiatosi presso i parenti di Lenola dalla natia Sicilia, dove era ricercato per cospirazione contro il governo; in seguito si unì anche alle truppe di Garibaldi. Sposatosi con una cugina, fu sindaco di Lenola per molti anni, e scrisse un libro ripubblicato nel 2001, “La bandiera degli elettori italiani”.

Frequenta il ginnasio a Santa Maria Capua Vetere e il liceo a Formia dove conosce gli insegnanti Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo che ne influenzeranno profondamente la formazione. Iniziata la sua attività anti-fascista nel 1939 (ma fu in precedenza iscritto al Gruppo Universitario Fascista, vincendo un Littoriale della cultura e dell'arte[2]), aderì al Partito Comunista Italiano nel 1940 e partecipò attivamente alla Resistenza partigiana., luogo d’origine del nonno, Pietro ha poi stabilito negli anni un fitto dialogo, ricevendone nel 2001 la cittadinanza onoraria.

Pietro è il secondogenito di una famiglia di quattro figli. Prima di lui Francesco, dopo di lui Anna e Giulia. Dopo gli studi classici a Formia, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove prende la laurea sia in Giurisprudenza e che in Lettere e Filosofia. Tra il 1934 e il ’35 frequenta il Centro sperimentale di cinematografia, come allievo regista. Nel 1936, l’aggressione franchista alla Repubblica spagnola rappresenta per lui uno spartiacque: intensifica i contatti con altri giovani antifascisti, e, tramite questi, con l’organizzazione clandestina del PCI. Tra i cospiratori ci sono Lucio Lombardo Radice e sua sorella Laura, di cui Pietro si innamora.

Nel 1942, dopo l’arresto di molti componenti del suo gruppo, Pietro entra in clandestinità, e opera tra Milano e la Calabria. Il 26 luglio 1943 organizza con Elio Vittorini, a Milano, il grande comizio di Porta Venezia; lavora inoltre all’edizione clandestina dell’Unità, prima a Milano e poi a Roma, dove nel 1944 entra nel comitato clandestino della federazione del PCI.

Nel giugno del 1944, nella Roma appena liberata, Pietro e Laura si sposano. La prima figlia, Celeste, nasce nel 1945; seguiranno Bruna (1947), Chiara (1949), Renata (1952) e Guido (1958), che gli daranno, negli anni, una folta schiera di nipoti e pronipoti. Nel 1947 Ingrao è nominato direttore dell’Unità, incarico che ricoprirà fino al 1956. Nel ’48 entra nel comitato centrale del PCI e viene anche eletto deputato per la prima volta: sarà rieletto per dieci legislature consecutive, fino a quando, nel 1992, chiederà di non essere ricandidato. Nel 1956 entra nella segreteria del PCI, dove resterà per dieci anni. Nello stesso anno, vive drammaticamente la repressione della rivolta ungherese: tuttavia si schiera a fianco dell'URSS.

I suoi libri:
Le cose impossibili (riedizione)
Le cose impossibili Aliberti. 2011
Indignarsi non basta
Volevo la luna
Ricerca ed intervento
La pratica del dubbio
A chiare lettere
Non ci sto!
La guerra sospesa
Appuntamenti di fine secolo
Le cose impossibili
Interventi sul campo
Tradizione e progetto
Crisi e terza via
Masse e Potere

Libri di poesie:
Variazioni serali
L'alta febbre del fare
Il dubbio dei vincitori




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