Democrazia partecipata: i dieci Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno alle amministrative a giugno

  VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI GIUGNO APPROFONDIMENTO SUI PROCESSI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA NEI DIECI COMUNI DEL MESSINESE CHE ANDRANNO AL VOTO. Lettera aperta di “Spendiamoli Insieme” a candidati e cittadini. “La democrazia partecipata diventi tema di dibattito elettorale”.  29/03/2024 - Sono dieci i Comuni dell’Area Metropolitana di Messina che andranno a elezioni amministrative a giugno (in contemporanea con le Europee). È ancora troppo presto per sapere se i candidati renderanno o meno la democrazia partecipata tema di dibattito elettorale. Ma il team del progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme”, realizzato da Parliament Watch Italia con il sostegno di Fondazione CON IL SUD, ci prova a far sì che lo diventi, verificando quanto succede in ciascuno dei 10 Comuni. Una sorta di “lettera aperta” ai futuri candidati alle amministrative e, ancor di più, ai cittadini elettori per ricordare che «la democrazia partecipata è una cartina di tornasole del dialogo – o della

AUTORITÀ PORTUALE MESSINA: IL NODO VERO STA NELLA MANCANZA DI VISIONE STRATEGICA DA PARTE DELLA CLASSE POLITICA

“Lo scippo dell'Autorità portuale frutto del deficit di rappresentanza politica dei parlamentari messinesi “. “Anche se, la sede effettiva dell'Authority è un falso problema; il nodo vero sta nella mancanza di visione strategica da parte della classe politica locale “. CapitaleMessina interviene sull'Autorità portuale con un documento firmato dal portavoce Gianfranco Salmeri
Messina, 01/12/2015 - "Sembra che il declino della nostra povera città sia ineluttabile, una ulteriore mortificazione che si aggiunge alle altre: lo scippo dell'Autorità Portuale" - esordisce la nota. "Non che sia una sorpresa, la vicenda dell'esclusione di Messina dal programma di finanziamenti del "Masterplan per il Mezzogiorno", poi rientrata, era gia' stata emblematica dell'irrilevante peso politico della nostra città nel panorama nazionale".

"E se Messina pesa poco" - sostiene CapitaleMessina - "non e' solo perché mal rappresentata da un sindaco poco credibile, ma anche per la scarsa capacità della deputazione nazionale messinese di tutelare gli interessi della propria comunità".
"Se come sembra, la scelta di Augusta quale sede della nuova Autorità portuale della Sicilia orientale, è conseguente alla classificazione della città del siracusano quale porto "core", grazie a "forti pressioni politiche", come sostenuto da qualcuno, male han fatto i nostri parlamentari a non esercitare le stesse pressioni in favore di Messina!" - continua Salmeri-
"La funzione cruciale dei parlamentari del territorio è, infatti, quella di tutelarne gli interessi di crescita e sviluppo".

"La sensazione che si ricava dalle vicende degli ultimi anni è, invece, quella di un grave deficit di rappresentanza politica da parte dei nostri parlamentari, non sappiamo se per disinteresse o per incapacità" - sostiene il portavoce dell'associazione -.
"E questo riguarda i parlamentari appartenenti a tutti gli schieramenti e con qualsiasi governo in carica, compresi quelli che adesso si stracciano pubblicamente le vesti, come se fino a ieri fossero stati altrove pur avendo rivestito ruoli politici nazionali di tutto rispetto".

"Anche se, ritornando all'argomento in oggetto, e cioè all'Autorità portuale, riteniamo che sia necessario ricalibrare il ragionamento. La sede effettiva dell'Authority è, a nostro avviso, un falso problema, che sia ad Augusta, o a Catania o a Messina cambia poco; il nodo vero sta nella mancanza di visione strategica da parte della classe politica locale, che si trova costretta ad inseguire i problemi, anziché progettare il futuro".

"Tra parentesi, alla luce di recenti riflessioni, probabilmente per Messina la possibilità di entrare da coprotagonista nel sistema logistico-economico della Sicilia orientale può essere più vantaggioso rispetto ad una integrazione con i porti calabresi con i quali, in ogni caso il ruolo di cerniera ci è garantito per ragioni geografiche".
"L'orizzonte del nostro sviluppo economico è legato, in questo momento storico, alla realtà regionale, per motivi sistemici, normativi, logistici, rispetto ad una prospettiva ancora virtuale come quella dell'Area Metropolitana".

"E se siamo obbligati a scegliere dei compagni di strada, perché da soli, ormai è chiaro, non possiamo andare da nessuna parte - conclude Salmeri - molto meglio scegliere partner forti per un efficace sistema orientato allo sviluppo di tutta la Sicilia orientale".
"Ma ci piacerebbe che, di fronte alle opzioni possibili, la nostra classe politica partecipasse, finalmente, alla determinazione delle scelte, anziché subirne le conseguenze, d'altro canto a Catania o a Siracusa si fa così ".

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