Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

CHIEDEVANO IL PIZZO A DUE IMPRENDITORI DI PATTI A BROLO: 3 ARRESTI

L’indagine ha tratto spunto dall’arresto di Saverio Giuseppe Baratta operato dai Carabinieri della Compagnia di Patti qualche tempo prima per il reato di tentata estorsione commesso a Brolo ai danni di un’impresa edile. Baratta e Coletta erano già coinvolti in alcune operazioni antimafia condotte dai Carabinieri nei confronti di clan tortoriciani nelle operazioni “Romanza” e “Icaro”. Una serie di reati estorsivi posti in essere ai danni di imprenditori e commercianti di Patti a Brolo.

Messina, 25 febbraio 2017 - I Carabinieri della Compagnia di Patti, in attuazione di ordini di esecuzione per la carcerazione, emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso la Corte D’Appello di Messina, nella tarda serata di ieri hanno tratto in arresto BARATTA Saverio Giuseppe, cl.1970, di Brolo, COLETTA Marcello, cl.1978, di Gioiosa Marea e PAPA Francesco, cl.1976, di Piraino, tutti e tre pluripregiudicati. I tre sono stati condannati per aver commesso estorsioni, in concorso tra loro, aggravate dal metodo mafioso, effettuate tra il 2003 e il 2006 nei confronti di alcuni imprenditori dell'area dei Nebrodi. Il COLETTA è stato rintracciato dai militari dell’Arma presso la propria abitazione, mentre BARATTA e PAPA, che si trovavano dapprima ricoverati presso il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale Barone-Romeo di Patti, sono stati dimessi dall’Ospedale e immediatamente arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Patti.

I provvedimenti eseguiti sono frutto di un’attività investigativa iniziata nel 2005 e condotta da Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Patti e della Stazione di Gioiosa Marea, proseguita fino al 2006 con pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, che ha permesso di accertare come i tre arrestati avessero preso di mira i titolari di due imprese di costruzioni edili di Patti e Brolo. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno accertato che Baratta, Coletta e Papa, in concorso tra loro, con violenza e minaccia, avrebbero costretto un imprenditore edile impegnato nell’ambito dei lavori di rifacimento tra Gioiosa Marea e Brolo, a versare circa 2000 euro. Secondo gli investigatori i tre avrebbero anche cercato di intimidire la vittima proclamando la loro presunta appartenenza a un clan mafioso.

L’indagine ha tratto spunto dall’arresto di Saverio Giuseppe Baratta operato dai Carabinieri della Compagnia di Patti qualche tempo prima per il reato di tentata estorsione commesso a Brolo ai danni di un’impresa edile. Baratta e Coletta erano già coinvolti in alcune operazioni antimafia condotte dai Carabinieri nei confronti di clan tortoriciani nelle operazioni “Romanza” e “Icaro”, in quanto ritenuti organici al gruppo criminale e autori di una serie di reati estorsivi posti in essere ai danni di imprenditori e commercianti operanti nella fascia della Sicilia tirrenica da Patti a Brolo.

L’attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia di Patti, diretti all’epoca dell’indagine dalla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, faceva emergere come , nonostante la carcerazione e le prescrizioni imposte dalle misure di prevenzione cui erano stati sottoposti, una volta liberi Baratta e Coletta avrebbero immediatamente ripreso a delinquere, con il concorso di Francesco Papa. Una volta contattato l’imprenditore di turno, i tre avanzavano subito richieste estorsive cospicue, che dinanzi alle difficoltà di pagamento mostrate dalla vittima, tendevano poi ad abbassarsi di livello.

Nel corso dell’indagine, sarebbe anche emersa la procedura della falsa fatturazione effettuata dall’estorsore per far risultare l’erogazione di prestazioni, mai eseguite, a favore della vittima, a copertura delle somme illecitamente acquisite. I tre arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto dove dovranno espiare rispettivamente: BARATTA Saverio Giuseppe 5 anni e 6 mesi di reclusione, COLETTA Marcello 5 anni e 4 mesi di reclusione e PAPA Francesco 3 anni e 6 mesi di reclusione.

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