Ponte sullo Stretto: “LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini"

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. Con questo slogan il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca dà appuntamento giovedì 25 aprile a Messina dalle 17,30 in poi a Torre Faro nei pressi del Pilone, al locale La Pinnazza.   Messina,  23/04/2024 - Presente il sindaco di Messina Federico Basile il cui intervento insieme a quello del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è previsto alle 19:00. “Siamo contrari al ponte di Matteo Verdini che dovrebbe essere realizzato con una rapina del Fondo Sviluppo e Coesione che appartiene alla Sicilia -afferma De Luca-. È impensabile che due miliardi di euro che servono per gli invasi, che servono per le strade, per le scuole, per i depuratori vengano scippati alla Sicilia per il ponte sullo Stretto di Messina. Noi siamo per il corridoio Berlino-Palermo che prevede l'alta velocità da Salerno fino a Villa San Giovanni, la sostituzione della monorotaia dei Borboni in Sicilia, il potenziamento del Porto di Gioia Tauro e di Augusta e c

MEUCCI A PATTI: RITROVATA LA FOTO FUNERARIA DI CARLO, FIGLIO DELL’INVENTORE DEL TELEFONO

L’identità umana e del territorio a pochi giorni dalla Giornata Nazionale del Paesaggio, che si tiene oggi 14 marzo 2017 in tutta Italia. E’ stato questo il tema centrale dell’incontro tenutosi nel Palazzo del Turismo di Patti dove, nell’ambito del terzo appuntamento della rassegna ‘Vestigia Artis’, svoltosi sabato 11 marzo nel Palazzo del Turismo di Patti, è stata dibattuta la complicata vicenda dell’identità di Carlo Meucci, figlio dell’inventore del telefono, vissuto nell'indigenza a Tindari e là morto nel 1966. Grande emozione ha suscitato l’annuncio del ritrovamento della foto funeraria sparita dalla lapide del figlio di Antonio Meucci

Patti (Me), 14/03/2017 – “Se di Carlo Meucci non si parlava più da decenni, se la sua stessa presenza in quel di Tindari stava per essere consegnata all’oblio, il volume di Mimmo Mollica “Meucci figlio del… telefono, mendicate a Tindari’ ha certamente risvegliato la memoria e un provvidenziale dibattito sulla figura ‘dolente’ di un uomo vissuto nell’incertezza della propria identità anagrafica e burocratica”, ha detto Santino Franchina, vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, intervenuto sabato 11 marzo 2017 nel Palazzo del Turismo di Patti, alla Rassegna ‘Vestigia Artis’, sul tema “Costruzione e decostruzione dell’identità sociale, Il caso Carlo Meucci”, organizzato dall’Ufficio Turistico Regionale di Patti, in collaborazione con il Club “Amici di Salvatore Quasimodo” di Patti, a cura di Carmelo Buttò.

“Non si dica clandestino ma migrante, se un uomo scampato al naufragio riesce a salvarsi e approda laddove spera di trovare accoglienza, come fece Carlo Meucci approdando in Sicilia e poi a Tindari. Perché mi piace ricordare, citando Giorgio Faletti, che ‘non c'è nessun naufragio, non c'è nessuna nave che affonda e nessun capitano che vuole colare a picco con lei”, ha argomentato Santino Franchina.

“Costruzione e decostruzione dell’identità sociale”, l’identità umana e del territorio, a pochi giorni dalla Giornata Nazionale del Paesaggio (che si tiene oggi 14 marzo 2017 con oltre 120 iniziative in tutta Italia). E’ stato questo il tema centrale dell’incontro-dibattito tenutosi nel Palazzo del Turismo di Patti, gremito di pubblico e dei numerosi “Amici di Salvatore Quasimodo”, dove il dirigente del Servizio Turismo di Patti, Antonino Milici, ha spaziato sul tema dell’identità del territorio, con riferimento all’armamentario umano, culturale, paesaggistico, naturale e storico che connota la ricchissima area tirrenico-neibroidea”, su cui si estende la competenza del Servizio a lui affidato.
“Identità del territorio – ha detto Antonioni Milici – è come dire che né l’essere umano né il terreno su cui poggiano ‘i gesti creativi dell’homo faber’ possono rinunciare alla propria identità. Perché se un'identità umana venisse completamente annullata, sarebbe l'inizio di un incubo...”.
 “Sappiamo bene che Carlo Meucci è stato descritto più come mendicante che come venditore ambulante, quale egli realmente fu, ma ciò che lo ha ferito profondamente nella sua complicata esistenza è stato il mancato riconoscimento della sua identità come figlio dell’inventore del telefono. Questo è un oltraggio che non possiamo continuare ad avallare senza renderci complici”, ha detto Mimmo Mòllica nel suo intervento.
“E se ci ostiniamo a dubitare pure dei documenti anagrafici ufficiali, su cui quest’uomo vissuto a Tindari risulta essere figlio di Antonio Meucci ed Ester Mochi (legittima consorte dell’inventore del telefono), non è a Carlo Meucci che dimostriamo di non credere, ma alla burocrazia, alle istituzioni, probabilmente allo Stato”.

E a suggellare il rinnovato interesse per la ricostruzione dell’identità umana e burocratica di Carlo Meucci, sepolto nel cimitero di Patti, in provincia di Messina, nel corso dell’incontro è stata presentata al pubblico la foto ceramica funeraria (ritrovata), sparita dalla lapide del figlio dell’inventore del telefono, morto a Patti nel giugno 1966. La lapide, infatti, mancante dal loculo (oggi spoglio), era stata parzialmente ritrovata in frantumi dallo stesso Mòllica, come lui stesso racconta nel suo volume “Meucci figlio del… telefono, mendicante a Tindari’ (Armenio Editore). Il ritrovamento della foto ceramica funeraria di Carlo Meucci è un ulteriore tassello nella ricostruzione dell’identità del figlio dell’inventore del telefono, nato a New York e vissuto in Sicilia.

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