Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

SEQUESTRO DA 5 MILIONI AL CLAN DI MATTEO MESSINA DENARO A TRAPANI

Sequestrati beni per 5 milioni di euro a  Leonardo Ippolito, dalla Dia di Trapani. I beni sequestrati sono riconducibili al mandamento mafioso di Castelvetrano (TP). Ippolito è ritenuto di primaria importanza nella complessa rete di favoreggiamenti per la latitanza di Matteo Messina Denaro

Trapani, 15/11/2012 - Matteo Messina Denaro, il superlatitante della mafia da sempre ricercato in Sicilia è il 'destinatario' del provvedimento di sequestro di beni per circa 5 milioni di euro, operato dalla Dia di Trapani nei confronti di Leonardo Ippolito, 57 anni, in atto detenuto, considerato uomo di spicco del mandamento di Castelvetrano (TP), uomo strategico per la latitanza di Matteo Messina Denaro. I beni sequestrati sono riconducibili a Leonardo Ippolito, 57 anni, indiziato mafioso, in atto detenuto, organico del mandamento di Castelvetrano (TP) e ritenuto uomo di primaria importanza nella complessa rete di favoreggiamenti per la latitanza di Denaro. Tra i beni sequestrati anche fabbricati, terreni e un'imbarcazione da diporto.

Lo scorso 26 settembre un altro maxi sequestro da 25 milioni di euro era stato operato nei confronti di un imprenditore considerato vicino a Matteo Messina Denaro, il trapanese Vito Tarantolo, cui erano stati bloccati beni immobili, automobili di lusso e furgoni, conti correnti e due società: 82 beni immobili tra ville e appartamenti; 33 beni mobili tra autovetture di lusso, furgoni, mezzi meccanici; 18 quote societarie; 2 società; 37 conti correnti e rapporti bancari. Valore totale: 25 milioni di euro.

"Nel 2007 sono stati rinvenuti alcuni “pizzini” inviati dallo stesso Messina Denaro indirizzati all’esponente del suo clan Salvatore Lo Piccolo, che consentono di trarre importanti elementi di valutazione sul conto del ruolo assunto da Tarantolo giacché in uno di essi viene affrontata dai due capi mafia la tematica che attiene un appalto aggiudicato presso l’aeroporto di Palermo Punta Raisi per il quale il boss prometteva di far pervenire una risposta a Lo Piccolo. La missiva in argomento riporta anche in modo schematico i dati salienti di alcune società, al fianco di ciascuna delle quali sono trascritti gli estremi di lavori che hanno interessato l’aeroporto di Palermo."

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