Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

BARABBA, L'ALLEGORIA DELL'UOMO RESO CIECO DALLA SUA STESSA NATURA

31/03/2013 - La storia dell’uomo che il popolo di Gerusalemme salvò al posto di Gesù. Billy Zane è Barabba nella miniserie, diretta da Roger Young, tratta dal romanzo di Pär Lagerkvist, premio Nobel per la Letteratura. Cristiana Capotondi e Anna Valle sono le protagoniste femminili. Nel cast Marco Foschi, Filippo Nigro, Paolo Seganti, Franco Castellano, Hristo Shopov. Una coproduzione internazionale in onda su Rai1 lunedì 1° aprile e martedì 2, in prima serata.
Barabba, nella straordinaria intuizione di Pär Lagerkvist, è
l’allegoria dell’uomo reso cieco dai limiti della sua natura,
destinato all’errore per l’inadeguatezza del suo sguardo di
fronte al disegno superiore di Dio. Barabba racconta, dunque,
la distanza incolmabile tra la dimensione umana e la Grazia.
Di fronte al mistero della vita, al procedere della Storia, al
sorgere degli infiniti conflitti che dividono individui, società
e nazioni, classi, etnie o partiti, l’essere umano risponde
impiegando ogni sua risorsa, le risorse dell’istinto o quelle più
avvertite dell’intelletto, gli strumenti della scienza e le categorie
del pensiero, le armi della politica o quelle della guerra. E
tuttavia nessuna delle prerogative umane, nemmeno le più
nobili, mettono l’uomo al riparo dall’errore. E dalla necessità
di accettarlo.

Il protagonista di questo racconto è un malfattore, condannato
dalle sue drammatiche origini a un’esistenza bruta di violenza
e sopruso, a una condotta del tutto determinata dall’istinto di
sopravvivenza. L’amore di una donna e l’incontro con gli Zeloti,
che col loro impegno politico aprono ai suoi occhi un orizzonte
nuovo e gli insegnano un nuovo rispetto di sé, donano alla sua
esistenza sbandata un obiettivo e un senso. Fino al momento
in cui il suo destino incrocia quello di Gesù, il mistero della sua
morte e Resurrezione, l’inspiegabile potenza del suo messaggio
che travalica l’umana comprensione e chiede l’abbandono a
una fede che trascende le ragioni dell’intelletto e gli imperativi
della politica. Gesù, il Re dei Giudei, sceglie di morire invece
che impugnare la spada. Risorge e chiama il suo popolo a una
speranza che non è di questa terra. Questa è la sfida nuova
cui viene chiamato Barabba e con lui ogni uomo.

La sfida che vede da una parte i valori dell’umano e dall’altra la possibilità
di travalicare l’umano in una visione che lo trascende.
Barabba è per noi il protagonista dell’avventura umana, nel
suo sforzo eroico di attingere alla Verità, e allo stesso tempo
testimonia l’insufficienza di questo sforzo condannato alla
parzialità, alla disillusione, al fallimento. In un’epica che sullo
scacco della volontà offre la prospettiva di uno slancio ulteriore,
foriero della speranza che nasce dall’inspiegabile forza della
fede e solo in essa trova la possibilità di riconciliare senso e
destino.

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