Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

PAPA FRANCESCO CANONIZZA GLI 813 SANTI MARTIRI DECAPITATI DAI MUSULMANI

L’Aquila, 13/05/2013 - Onorare la vita fin dal concepimento, Papa Francesco canonizza gli 813 Santi Martiri di Otranto, decapitati dai musulmani il 13 Agosto 1480. Furono e sono cristiani veri, carne di Cristo. Non supereroi ultraterreni della Marvel. Il Beato Papa Giovanni Paolo II dichiarò:“ Il Martirio è una grande prova dell’uomo, la prova della dignità dell’uomo al cospetto di Dio stesso”.
Ottocentotredici eroi che hanno fatto di un piccolo paese, Otranto, in Puglia, un grande centro cristiano nel Mediterraneo e in Europa. Di un piccolo esercito, una grande Compagnia sorretta dall’amore per la propria fede in Cristo Signore. Dall’amore per l’unico Dio che, infine, li ha salvati per salvare ciascuno di noi dopo 533 anni. Il traguardo del vero cristiano è la Vita Eterna. “La vera preghiera è uscire da noi stessi verso il Padre in nome di Gesù, è un esodo da noi stessi”. Papa Francesco ha voluto ribadire il suo messaggio:“ricordatevi, dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che è dentro di noi, sentirlo. Cosa ci dice? Che Dio è buono, che Dio è padre, che Dio ci ama, che Dio ci perdona sempre. Ascoltiamo lo Spirito Santo”. Papa Francesco saluta la “Marcia per la vita”. Tutto pronto per la Domenica di Pentecoste del 19 Maggio 2013 in Vaticano.

(di Nicola Facciolini)

“Preghiamo per tanti cristiani nel mondo che ancora soffrono persecuzione e violenza. Che Dio dia loro il coraggio della fedeltà”(Papa Francesco). Chi sono i Beati Antonio Primaldo e gli 812 Compagni Martiri di Otranto (www.comune.otranto.le.it/), le religiose Laura Montoya e María Guadalupe García Zavala, proclamati Santi da Papa Francesco in Piazza San Pietro, Domenica 12 Maggio 2013, all’inizio della Santa Messa? Furono e sono cristiani veri, carne di Cristo. Non supereroi ultraterreni della Marvel. Sono esseri umani cristiani normali che hanno vissuto Cristo pienamente nella loro carne, senza superare l’umanità ma vivendola pienamente nella fede. Questi primi 815 Santi canonizzati da Papa Francesco e proclamati tali da Papa Benedetto XVI, l’11 Febbraio scorso, offrono straordinarie testimonianze di amore e di vita autenticamente cristiana nella prospettiva della Vita Eterna in Cristo dopo la breve esistenza sulla Terra. “Sono luminosi esempi di fedeltà a Cristo – dichiara Papa Bergoglio – e ci esortano ad annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l’amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti”. La Parola di Dio invita alla fedeltà a Cristo, anche fino al martirio. Una pagina di “suprema testimonianza del Vangelo – insegna Papa Francesco – è stata vissuta nel 1480 da 813 persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto da parte degli Ottomani e poi decapitate perché si rifiutarono di rinnegare la propria fede”. Il 13 Agosto 1480 circa 800 otrantini, guidati e sostenuti da Antonio Pezzulla, denominato Primaldo, vengono decapitati sul Colle della Minerva. Il 14 Agosto 1485 è il primo anno in cui la ricorrenza del martirio è comunitariamente celebrata in Otranto. Tra 17 Giugno e il 22 Settembre 1539 si celebra il processo (“Informo”), presieduto dal Vescovo Antonio de Beccaris con la deposizione di dieci testimoni oculari sopravvissuti. Nel 1721 i Martiri vengono dichiarati Patroni principali della Città di Otranto e dell’Arcidiocesi. Il 14 Dicembre 1771 la Congregazione dei Riti, dopo regolare processo canonico e per decisione del Papa Clemente XIV, emana il Decreto di conferma del culto da tempo immemorabile (beatificazione equipollente) tributato ai Martiri di Otranto. Il 5 Ottobre 1980 il pellegrinaggio apostolico ad Otranto del Papa Beato Giovanni Paolo II, nella ricorrenza del quinto centenario del martirio, riaccende le speranze dei fedeli. Il 27 Maggio 1994 con il Decreto della Congregazione delle Cause dei Santi si riconosce la validità dell’Inchiesta Diocesana sulla storicità del martirio, tenuta dal 16 Febbraio 1991 al 21 Marzo 1993. Il 6 Luglio 2007 il Santo Padre Benedetto XVI dispone che la Congregazione delle Cause dei Santi pubblichi il Decreto sul martirio. Il 27 Maggio 2011 la Congregazione delle Cause dei Santi con Decreto riconosce la validità dell’Inchiesta diocesana (27 Luglio 2010 – 16 Aprile 2011) su una guarigione ritenuta miracolosa riguardante Sr. Francesca Levote, delle Sorelle Povere di Santa Chiara del Monastero di Otranto. Il 20 Dicembre 2012, Papa Benedetto XVI autorizza la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto sul Miracolo, nel quale si riconosce la guarigione prodigiosa “rapida, completa e duratura” della Religiosa Clarissa operata dal Signore per intercessione dei Beati Martiri Antonio Primaldo e Compagni, da “cancro endometrioide dell’ovaio con progressione metastatica (IV stadio) e grave complicazione dello stato generale”. L’11 Febbraio 2013, nel corso del Concistoro Ordinario Pubblico il Santo Padre Benedetto XVI decreta che “i Beati Antonio Primaldo e Compagni, Martiri, siano iscritti nell’Albo dei Santi di Domenica 12 Maggio 2013”. Un “momento storico e di raccolta per la nostra Comunità idruntina e per la Diocesi tutta” – rivela il Sindaco Luciano Cariddi – la canonizzazione dei nostri Santi Martiri Antonio Primaldo e Compagni rappresenta per noi un’immensa gioia. Si riconosce il particolare valore a livello civico ed ecclesiale dell’eroismo dimostrato dai Martiri di Otranto in quel lontano 1480. Un gesto che contrassegnava i valori civici e religiosi che costituivano il carattere identitario della Comunità chiamata ad un impegno immane per amore di patria e per profonda fede. In qualche modo quell’esperienza credo abbia segnato questi luoghi e la nostra gente, tramandando un sentimento comune che ci appartiene rendendoci più aperti, più comprensivi e più solidali con quanti, nei secoli, sono giunti nella nostra terra. Oggi voglio ringraziare a nome di tutta la Comunità il nostro Vescovo Mons. Donato Negro, grati per le preghiere che non ha mai fatto mancare affinché si giungesse a tale riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. L’auspicio è che la canonizzazione dei nostri Martiri possa servire a rendere ancor più consapevoli noi tutti dell’importante testimonianza che la nostra Città deve continuare a rappresentare”. Una Comunità in cammino alla volta di Roma. Otrantini e fedeli di tutta la Diocesi, nonché il Sindaco Cariddi, hanno partecipato alla cerimonia solenne di canonizzazione. Il Beato Giovanni Paolo II, il 5 Ottobre del 1980, in occasione della sua visita alla Città nel V centenario del sacrificio degli Ottocento, pronunciò le seguenti parole: “Il Martirio è una grande prova dell’uomo, la prova della dignità dell’uomo al cospetto di Dio stesso”. Dove gli 813 Martiri di Otranto trovarono la forza per rimanere fedeli? “Proprio nella fede – spiega il Santo Padre – che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare «i cieli aperti» come dice santo Stefano e il Cristo vivo alla destra del Padre. Cari amici, conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro, rinnoviamo la nostra fedeltà al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farà mai mancare forza e serenità. Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, adesso, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male col bene”. Papa Bergoglio confermando “la bellezza di portare Cristo e il suo Vangelo a tutti”, ha ricordato l’opera di evangelizzazione in Colombia, nella prima metà del Novecento, di Santa Laura Montoya, “prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni. Le sue figlie spirituali oggi portano il Vangelo nei luoghi più reconditi e sono una sorta di avanguardia della Chiesa: esta primera santa nacida en la hermosa tierra colombiana. Questa prima Santa nata nella bella terra colombiana ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli, come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo. Ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell’altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrode le comunità cristiane e corrode il nostro cuore, e ci insegna ad accogliere tutti senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza reticenza, con autentico amore, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso, che non sono le nostre opere o le nostre organizzazioni, no, ciò che di più prezioso abbiamo è Cristo e il suo Vangelo”. Papa Francesco ha esortato ad essere testimoni della carità, virtù senza la quale anche “il martirio e la missione perdono il loro sapore cristiano”.

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