Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

GRAZIELLA CAMPAGNA: LIBERATO UNO DEGLI ASSASSINI DI GRAZIELLA, UN CRIMINALE CONDANNATO ALL'ERGASTOLO

Graziella Campagna: “Grazie ai Carabinieri che lo hanno arrestato ho scoperto che il suo assassino era libero”, il fratello a "Chi l'ha visto?". "Come hanno fatto a liberare un criminale condannato all'ergastolo che non ha mai nemmeno collaborato con la giustizia? E' vergognoso", il fratello di Graziella Campagna. Questa sera il fratello della ragazza uccisa, Piero Campagna, ospite di Federica Sciarelli a 'Chi l'ha visto' ha spiegato come realmente stanno le cose ed espresso tutto il suo sdegno per la liberazione dell'assassino della sorella, ma pure per il fatto che Sutera fosse libero mentre era considerato all'ergastolo 

Messina, 28/3/2018 - “È una vergogna che uno degli assassini di mia sorella Graziella fosse libero. Già a dicembre 2009 avevamo assistito sgomenti alla scarcerazione di Gerlando Alberti junior per falsi motivi di salute. Oggi, solo perché è stato arrestato per traffico di droga, scopriamo che Giovanni Sutera aveva riottenuto la libertà”. Pietro Campagna affida a “Chi l’ha visto?” le sue prime dichiarazioni alla notizia che Sutera, condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2009, è stato arrestato a Firenze insieme ad altre tre persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. “Ringrazio i Carabinieri di Firenze che hanno arrestato Sutera e i suoi complici - continua il fratello di Graziella - ma chiedo anche che subito la Procura generale di Firenze faccia richiesta di revoca della liberazione condizionale che era stata ingiustamente regalata a Sutera”. “Giovanni Sutera è stato condannato all’ergastolo per la feroce uccisione di mia sorella Graziella ed è giusto che lo sconti fino all’ultimo giorno di vita. Quella vita che a mia sorella fu rubata a diciassette anni”, conclude Piero Campagna.

Graziella Campagna, scomparsa il 12 dicembre 1985 nel Messinese, fu ritrovata dal fratello due giorni dopo, uccisa a colpi di lupara. Il caso venne riaperto nel 1996 da "Chi l'ha visto?", con i numerosi appelli dei familiari e del loro legale, avvocato Fabio Repici, fino alle condanne in Cassazione. (Chi l’ha visto)



Mafia: Lumia (Pd), come ha fatto Sutera a eludere l’ergastolo?

Roma, 27 marzo 2018 – “Come ha potuto un boss condannato all’ergastolo per due omicidi comprare un bar al centro di Firenze? La legge impone che i condannati di mafia debbano segnalare le loro ricchezze alle autorità. Come ha potuto eludere l'ergastolo e godere delle premialità carcerarie? Sono questi interrogativi che meritano una risposta”. Lo dice Giuseppe Lumia, esponente del Pd e già componente della Commissione parlamentare antimafia.

“Sutera – aggiunge – è il responsabile dell'omicidio di Graziella Campagna, la ragazza vittima della mafia uccisa a Villafranca Tirrena, in provincia di Messina, all’età di 16 anni, nonché dell’omicidio di un gioielliere fiorentino. Un personaggio pericoloso che nonostante i gravi crimini commessi e le sentenze è riuscito ad uscire dal carcere”.

“L’operazione condotta dalla procura di Firenze guidata dal dottor Creazzo – continua – non solo ci dà la conferma del radicamento criminale di Cosa nostra in Toscana, dove i boss riciclano in vari settori e organizzano il traffico internazionale di droga, ma ci impone di capire quali accorgimenti prendere per rendere le maglie della giustizia ancora più strette”.

“È, infatti, indispensabile – conclude Lumia – fare una verifica sull’applicazione di alcuni istituti di scarcerazione, che per i reati di mafia dovrebbero sempre essere sottoposti a quella regola del doppio binario che impone più rigore”.


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