Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

FAUNA: “L’ABBATTIMENTO SELETTIVO DEI CINGHIALI È UNA NECESSITÀ”

Finanziaria, passa l’emendamento sul controllo del patrimonio faunistico, Milazzo (FI): “L’abbattimento selettivo dei cinghiali è una necessità per il bene dell’uomo e dell’equilibrio della fauna”

Palermo, 12/02/2019: “Con un’azione sinergica siamo riusciti in questi mesi a costruire un risultato di cui oggi si raccolgono i frutti. Con l’approvazione dell’emendamento proposto, si modifica la norma, in modo da allargare il personale previsto dall’art. 22 della legge quadro 394/1991 sulle aree protette, così come avviene in altre aree regionali. Si creano le condizioni per normalizzare il problema dell’eccessivo numero dei cinghiali, i quali non solo rappresentano un pericolo per l’uomo ma soprattutto creano uno scorretto equilibrio della fauna selvatica”. A riferirlo è il Capogruppo di Forza Italia all’ARS, on. Giuseppe Milazzo, a seguito dell’approvazione in aula dell’emendamento a sua firma, che autorizza la caccia di selezione.

“L’allargamento del personale che può procedere all’abbattimento selettivo è una necessita dettata dal territorio – conclude il Presidente Milazzo. Attualmente, tale compito è assolto solo dalle guardie venatorie e forestali. Senza la modifica approvata dall’Aula, l’attuazione dei piani che sarebbero andati all’Ente Parco delle Madonie – che ricordiamo attualmente non dispone di guardie parco – sarebbe stata demandata a una platea di soggetti molto ristretta”.

Un lavoro di squadra, che ha coinvolto la Conferenza permanente dei Consigli Comunali, la quale si pone l’obiettivo di accendere la luce su questioni che riguardano il territorio, come quella sui cinghiali.

“Come Conferenza permanente – dichiara Roberto Domina, presidente del consiglio comunale di Gangi – ringraziamo l’on. Milazzo, il quale si è interessato alla problematica, promuovendo un incontro con la Commissione Attività produttive presieduta dall’on. Orazio Ragusa, che ringraziamo, al fine di chiedere una modifica alla norma. L’approvazione di tale modifica era già stata prevista da una delibera consiliare approvata da tutti i Comuni della Città Rete Madonie-Termini. Tutti i Comuni, nei vari consigli comunali, hanno votato al’unanimità la delibera consiliare, tradotta poi in emendamento approvato in Aula, il cui risultato è la piena volontà di un territorio stanco di dover convivere con seri disagi.

La norma sul controllo faunistico approvata dall'aula, che consente anche ai cacciatori di entrare nelle aree naturali protette, oltre che palesemente incostituzionale, e quindi a rischio impugnativa del Consiglio dei ministri (come è successo ad esempio, in Veneto, Abruzzo, Liguria), è altamente pericolosa, perché rischia di far proliferare i cinghiali anche dove ora non sono presenti”.
È questo l’allarme lanciato dal M5S all’Ars dopo il semaforo verde di sala d’Ercole all’ articolo 53 della Finanziaria, che il Movimento aveva cercato di stoppare con un emendamento soppressivo a firma di Valentina Palmeri.

“Condanniamo fermamente – afferma il capogruppo Francesco Cappello – questa norma che, oltretutto, è contraria al buon senso”.
“Noi – afferma Valentina Palmeri - non siamo contrari ai piani di abbattimento, che funzionano nel resto d’Italia, ma alla scelta delle figure autorizzabili dall’articolo 53, allargata anche ai cacciatori, cosa che potrebbe favorire l’immissione illegale di cinghiali in altre aree protette, dove ora non sono presenti, come avvenuto nel Palermitano”.

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