Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

«Lontano lontano si fanno la guerra», l'ironico testamento di Franco Fortini

Franco Fortini, poeta e critico marxista, pubblicò questa poesia nella sua ultima raccolta poetica Composita solvantur, nel febbraio del 1994 (Einaudi, 81 pagine). "Lontano lontano si fanno la guerra./ Il sangue degli altri si sparge per terra./ Io questa mattina mi sono ferito/ a un gambo di rosa, pungendomi un dito..." 

5/01/2023 - E' l'ironico e commosso testamento di un poeta: Franco Fortini, nato a Firenze il 10 settembre 1917, infatti, cessava di vivere a Milano il 28 novembre 1994, qualche mese dopo la pubblicazione di «Lontano Lontano». Fortini scrisse pure testi per canzoni, tra le quali riocrdiamo i versi iniziali dell'incipit di Domenica e lunedì di Angelo Branduardi, suo allievo al liceo. Ed ancora una versione de L'Internazionale e Quella cosa in Lombardia di Enzo Jannacci. A partire dal 1936 pubblica prose e versi sulla Gazzetta, quotidiano fascista della Calabria e della Sicilia, e "Il giuoco del Barone", variante del "Giuoco dell'oca".
Soggiornando in Sicilia, nel 1938, scrive il racconto 'La morte del cherubino di stucco', pubblicato nel 1941 come omaggio allo scultore siciliano Giacomo Serpotta. Nella primavera 1986 si reca a Palermo per il premio Mondello. Qua era già stato nel 1938 per un convegno del Gruppo universitario, in cui le autorità fasciste dovettero intervenire per sedare il tumulto creato dai suoi interventi. Proprio i littoriali palermitani segneranno la svolta, sentendosi egli accomunato ai giovani là conosciuti dalla vocazione antifascista e dalla maturazione intellettuale: «Avevo ventuno anni e le cose mi si chiarirono una volta per tutte».
A Palermo...

Lontano lontano

Lontano lontano si fanno la guerra.
Il sangue degli altri si sparge per terra.

Io questa mattina mi sono ferito
a un gambo di rosa, pungendomi un dito.

Succhiando quel dito, pensavo alla guerra.
Oh povera gente, che triste è la terra!

Non posso giovare, non posso parlare,
non posso partire per cielo o per mare.

E se anche potessi, o genti indifese,
ho l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese!

Potrei sotto il capo dei corpi riversi
posare un mio fitto volume di versi?

Non credo. Cessiamo la mesta ironia.
Mettiamo una maglia, che il sole va via.

 Franco Fortini 

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