Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

Nuzialità tra i giovani: sempre meno arrivano al matrimonio

Istat. Nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, l’86,3% in più rispetto al 2020, anno in cui, a causa della crisi pandemica, molte coppie avevano rinviato le nozze. L’aumento non è stato però sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente. I primi matrimoni nel 2021, più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Le unioni tra partner dello stesso sesso (+39,6%). Ancora in diminuzione la nuzialità tra i giovani. 

6 marzo 2023 - Il mutamento nei modelli culturali, nonché l’effetto di molteplici fattori quali l’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso hanno comportato, negli anni, una progressiva posticipazione del calendario di uscita dalla famiglia di origine. In meno di 20 anni la quota di giovani che resta nella famiglia di origine fino alla soglia dei 35 anni è cresciuta di quasi tre punti percentuali 5 . Questa protratta permanenza comporta anche un effetto diretto sul rinvio delle prime nozze. Tale effetto si amplifica nei periodi di congiuntura economica sfavorevole spingendo i giovani a ritardare ulteriormente, rispetto alle generazioni precedenti, le tappe dei percorsi verso la vita adulta, tra cui quella della formazione di una famiglia 6 . 

Sul posticipo del primo matrimonio incide anche la diffusione delle convivenze prematrimoniali. Grazie al tasso di primo-nuzialità totale, una misura trasversale del momento attraverso la quale si può valutare quanti primi-matrimoni siano attesi da una ipotetica generazione di 1.000 individui, è possibile far luce sui processi di formazione delle coppie, di quelle giovani in particolare. Tale indice segnala, in base a quanto registrato nel 2021, un’intensità di 412 primi matrimoni per 1.000 uomini e 458 per 1.000 donne; valori che raddoppiano rispetto all’anno precedente, riposizionandosi sui livelli del 2019 (+0,4% e +0,6% rispettivamente per maschi e femmine, Figura 4). Come è possibile notare dalle curve di primo-nuzialità, la propensione a sposarsi diminuisce tra i più giovani (-16,0% e -9,7% rispetto al 2019, rispettivamente per uomini e donne fino a 30 anni), mentre presenta un recupero a partire dai 30 anni in poi (+6,3% e +8,4%, rispettivamente per uomini e donne). 

A livello aggregato, la tendenza al rinvio delle prime nozze porta a un’età media di 34,3 e 32,1 anni rispettivamente per uomini e donne. Età più matura per chi si unisce civilmente Fino al 2019 la distribuzione per età degli uniti civilmente evidenziava un progressivo “ringiovanimento” rispetto al biennio 2016-2017. L’introduzione nel nostro ordinamento di questo istituto giuridico, infatti, ha consentito inizialmente a coppie anche in età più avanzata - che da tempo aspettavano tale possibilità - di ufficializzare la propria famiglia e da qui il profilo più maturo che ha contraddistinto questa prima fase (con un’età media degli uomini superiore ai 49 anni e delle donne intorno ai 46 anni). Negli anni a seguire il profilo per età delle unioni si è progressivamente ringiovanito (nel 2019 l’età media degli uomini era 44,5 anni e delle donne 39,6). 

 Nell’anno della pandemia, tuttavia, l’età media all’unione civile cresce in misura eccezionale: 47,2 anni per gli uomini (+2,7 anni) e 41,8 per le donne (+2,2 anni). Nel 2021 si contrae nuovamente: quasi un anno in meno per gli uomini e oltre due anni per le donne, arrivando rispettivamente a 46,4 e 39,4 anni.

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