Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

FICARRA. UN MOTORE A CICLO OTTO A PALAZZO MILIO, UNA SERA

Ficarra, 24/08/2009 – Lucio Piccolo sarebbe (o dovrebbe essere) più colto di Dante Alighieri, perché è vissuto in epoca successiva e, perciò, ha ‘visto’ (e sa) ciò che il Sommo poeta non ha potuto vedere. Lo ha sostenuto ieri sera (23 agosto) l’ing. Franco Valenti a Ficarra, sulla terrazza del palazzo baronale Milio-Ficarra, oggi sede del “Centro Lucio Piccolo di Calanovella”, dedicato alla vita e all'opera di Lucio Piccolo: le prestigiose stanze affrescate del piano nobile, i mobili dello studio privato, la biblioteca personale ricca di testi rari di lettura italiana e straniera, foto e quadri ed una serie di oggetti personali e di famiglia, documenti e manoscritti, nonché il Motobi, lo scooter che una casa automobilistica vorrebbe restaurare, quale sponsor culturale.

Occasione, la presentazione del volume “Lucio Piccolo, poesia per immagini ‘Nel vento di Soave” (CAEfor edizioni), scritto da Franco Valenti e Diego Conticello, poeta in erba, come per ben due volte abbiamo sentito, ma non solo. Una celebrazione del poeta di contrada Vina attraverso un corredo di immagini di tutto rispetto, anche perché i luoghi, i personaggi, gli oggetti e le architetture cui esse sono riferite hanno di per sé un fascino bastevole.

Ovviamente, le descrizioni in versi espunti dai due autori, che si sono preoccupati di ‘catturare’ le parti, i passaggi più attagliati, sono sublimi didascalie, in un lavoro che potrebbe pure costituire un sussidio per giovani studenti alle prese col grande poeta di Capo d’Orlando; un compendio con dizionario per gli estensori delle Gazzette Ufficiali ed una rivolta ecologica e culturale per i redattori di libretti di istruzioni per telefonini e riproduttori di mp3 (e relativi fabbricanti).

VASTA È LA VALLATA

Vasta è la vallata, si spande pianeggiando
e in pendii in poggi, in solchi che verdeggiano
d'una speranza d'acqua e fanno in giro
orizzonte le montagne, ma il respiro è più grande...
fatica è da noi l'acqua - solo in alto lontano
tra rupi libera è custode al canto esile il silenzio.
Ma nelle pianure, a prezzo di cigolii, di ruote
o d'eliche alte su trampoli
alla mercé dell'aure... e quando balza
e fa bevanda di spuma terrosa, nel fosso
che ci ha dato la zappa, per vigore di poco
volgere di settimane, di sole, dal cespo
fitto, dall'arruffìo - si libera un velo
di brezza - trema ora il petalo più rosso
del vento più in ardore (in corsivo la parte espunta da Valenti e Conticello).

Attraverso simili versi, Valenti ha messo in evidenza come il poeta Lucio Piccolo, nelle sue perlustrazioni campagnole, non fosse solo attratto ed ispirato dal bucolico e dall’agreste ma pure dalla tecnica e dalle sue meraviglie, dal vantaggio della tecnologia, dalla sua musica e dall’umano soccorso. Come Gabriel Garcia Marquez da quel dagherrotipo per affrontare il quale, in condizione di restarvi immobili davanti per almeno due minuti, Ursula somministrò ai bambini una cucchiaiata di sciroppo di midollo ciascuno: il più adatto per posare davanti alla pomposa macchina di Malquiades.

E qua, per l’antico motore a gas marca Langen a ciclo otto che ci sarebbe voluto? Ma manco a dirlo, Santo Dio, un paio di mezze birre (da 33 cl. o almeno una da 66) ‘Patruni e Sutta’, somministrate in orario mattutino, quando il sole non ha ancora la forza per sfiancare il settore agricolo e rendere ‘vascia’ la terra, più vascia di quant’è. Ma se non ‘Patruni e sutta’ (ch'è invenzione recente, come l'Ato idrico) di sicuro Birra Messina (1923) , nata 22 anni prima di Lucio Piccolo e perciò già fondata dalla famiglia Lo Presti-Faranda l'11 Ottobre 1923, col nome di Birra Trinacria, e tutt’oggi col logo originario: l'ovale, le spighe e il veliero. In effeti sul collare porta sempre la raffigurazione a tutto campo della Trinacria, antico simbolo della Sicilia.

E allora si tratterà (ora) di leggere tutta la raccolta delle magnifiche composizioni del poeta di Ficarra per potergli (e sapervi) espungere lo slogan o la descrizione sublime di questo succedaneo del lupino, pianta dolce e un tempo amara per non avere voluto accogliere tra le sue fronde i due 'sposi' in fuga da Erode, gravidi di un Bambino inquietante per i potenti, pur tuttavia appartenenti al genere umano.
Che occasioni quelle offerte dal comune di Ficarra, di intrattenersi su quella terrazza ad ascoltare poeti e voci recitanti, appassionati e cultori, autori e lettori. Mizzica!

Allora non si vive di soli fuochi d’artificio e manco di soli cantanti della televisione. Vuol dire uno può trascorrere una bella serata d’estate pure così, nel ventre di un Palazzo ‘parlante’ di epoche e poeti, eloquente di affreschi e carte di identità, col sindaco Basilio Ridolfo, con Nino Indaimo, Mauro e Franco Cappotto, Delfio Plantemoli, la professoressa Piscitello, l'attore Censi, lo scrittore Giuseppe Alibrandi, l'editore Armenio di Brolo. Mizzica...

Kevin Shurten Pruiti Ciarello


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