Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

CAPO D'ORLANDO, TORNA IN CARCERE FRANCESCO CANNIZZO, CONDANNATO ALL'ERGASTOLO NEL PROCESSO "MARE NOSTRUM"

1 settembre 2009 - Francesco Cannizzo, accusato di fare parte del clan dei tortoriciani, torna in carcere per violazioni degli arresti domiciliari. Cannizzo, era stato condannato all'ergastolo nel processo 'Mare Nostrum', ma attualmente era detenuto per la condanna a 16 anni ed 8 mesi per l'operazione antidroga 'Due Sicilie.' All'uomo, tuttavia, erano stati concessi i domiciliari per potersi sottoporre a cure riabilitative necessarie in conseguenza delle gravi ferite alle gambe riportate nel corso di agguato subìto da Francesco Cannizzo nei primi anni '90. In questi mesi, pero', la polizia ha scoperto una serie di violazioni agli obblighi cui era stato sottoposto per usufruire dei domiciliari. Il Tribunale di sorveglianza di Messina ha dapprima diffidato l'uomo e, poi ha revocato il beneficio disponendo il ritorno in carcere. Francesco Cannizzo, originario di Caronia (Me), era attualmente detenuto per la condanna a 16 anni e 8 mesi, confermata in appello, nell’ambito dell’operazione “Le Due Sicilie”. Cannizzo è tra l'altro accusato di avere fatto parte del gruppo di fuoco che la notte tra il 28 e il 29 giugno 1990 uccise Calogero Franco, residente in contrada Piscittina di Capo d'Orlando.

Dopo le scarcerazioni del novembre 2007 di 12 appartenenti alle cosche barcellonesi e tortoriciane erano rimasti da processare 133 imputati in secondo grado nel cosiddetto processo “Mare Nostrum”. Dopo il 27 gennaio 1998 erano 271 i rinviati a giudizio dal Gup di Messina. Il processo andò avanti per otto anni ancora per concludersi, in primo grado, il 26 luglio 2006. Quel giorno la Corte d’Assise di Messina, nell’aula-bunker del carcere di Gazzi, affibiò ben 28 ergastoli agli affiliati alle cosche mafiose dell’hinterland nebroideo e tirrenico, dedite particolormente alle estorsioni. Sulle loro spalle pesavano 40 omicidi e 45 tentati omicidi, a fronte dei gravi attentati messi a segno. Francesco Cannizzo era stato condannato all'ergastolo.

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