Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

CHIEDEVA IL 'PIZZO' DALL'OSPEDALE, CONDANNATO IL BOSS MULE' A MESSINA

Messina, 1 giu. 2010 - Era ricoverato nel reparto di malattie infettive dell'ospedale "Margherita" di Messina ma dal suo lettino, fino alla meta' degli anni '90, continuava a imporre il 'pizzo' ai commercianti che dovevano portargli i soldi di persona. Chi si ribellava si vedeva danneggiato il negozio dagli uomini del suo clan. Ci sono voluti ben 16 anni per condananre il boss del rione Villa Lina, Giuseppe Mule'. I giudici della Seconda Sezione penale del Tribunale peloritano, dopo meno di un'ora di camera di consiglio, gli hanno inflitto 15 anni di reclusione contro i 9 chiesti, lo scorso 11 febbraio dal Pm Fabio D'Anna. A tre anni e mezzo e' stato condannato il commerciante Antonino la Rubina per il quale il Pm aveva chiesto 3 anni di reclusione.
Assolti invece, per non aver commesso il fatto, il cognato di Mule', Nino Romano (6 anni chiesti dall'accusa), i commercianti Santi e Carmelo La Rubina (3 anni e 3 mesi e 3 anni) e Santo La Maestra (3 anni).
Principale testimone del processo, una prostituta che, dopo un attentato, annoto' il numero di targa dei "postini del pizzo" e ha fatto cosi' scattare l'indagine poi proseguita con le intercettazioni telefoniche della Squadra Mobile da cui emersero le telefonate minatorie di Mule' ai taglieggiati, convocati in ospedale per la trattativa sulla "protezione": chiedeva inizialmente da 50 a 100 milioni di lire per ottenere poi il 10% della sonmma, piu' un fisso mensile. Se qualcuno faceva resistenze scattavano i danneggiamenti degli esercizi commerciali. Il 12 agosto '94 il blitz dell'operazione "Rinascita" con gli arresti della Mobile. (AGI) Cli/Pa/Rap

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