Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

CRASTOS ERA SUI MONTI SICANI E NON SUI NEBRODI

di Gaetano Zingales - 20/08/2010 - Lungi da me l’intento di volere entrare in polemica con l’estensore dell’articolo “Nebroidea l’origine di Epicarmo”, pubblicato sulla Gazzetta del Sud del 12 u.s., a firma di Rosario Priolisi, ma ritengo doveroso puntualizzare, da un mio modesto punto di vista, quanto è emerso attraverso ricerche aggiornate e documenti già esistenti, forse non del tutto noti a chi sostiene che Crastos sia esistita sui Monti Nebrodi.
 Che Epicarmo sia stato il più grande commediografo della Magna Grecia è indubbio; che sia nato a Krastos è sostenuto da parecchi studiosi, mentre altri affermano che era originario di differenti luoghi, tra cui Megara Sicula. Ma che la sicana Krastos fosse sui Monti Nebrodi ed esattamente sulle Rocche del Crasto, tra Longi ed Alcara, è un assunto superato, come detto, dalle ricerche storiche ed archeologiche dei tempi moderni. Infatti, i monti Sicani, che si trovano nella Sicilia sud-occidentale, hanno tratto la loro denominazione dalla presenza del popolo sicano in quel territorio, dove sorgevano città, scomparse, mai individuate ma le cui denominazioni vengono riportate dagli storici. Vengono citate, quindi: Hiccara, Macella e Schera, ed inoltre, Indara, Crastos, Uessa, Misera, Adrix, centri che risentirono dell’influenza di città finitime quali Agrigento, Selinunte, Segesta, Marsala, Erice, ecc .

In una pubblicazione, relativa al territorio di Campobello di Licata, leggiamo : “nel 461 a.C avvenne la battaglia presso Crastòs tra Gelesi ed Imeresi”. Il papiro di Ossirinco cita “l’esercito degli Agrigentini contro Krastòs” (Filisteo). Diodoro sostiene che nel 405 a. C. i Cartaginesi occuparono tutta la Sicilia meridionale distruggendo Agrigento, Crastòs, Kakiron, Mactorion, Gela e Camarina. Ed ancora, presso il Museo Archeologico di Gela, nei “Principali avvenimenti storici”, a firma di Rosalba Prandini, si legge che nel 470-460 a. C. Gela affronta la città indigena di Krastòs. Che , secondo Erodoto, venne fondata dallo spartano Dorieo, il quale vi eresse un tempio dedicato ad Atena Crastia. Lo storico Ugo Bella scrive, tra l’altro: “ ho scoperto una città preistorica, chiamata Crastos…città sicana posta sulla destra del Salso”. Altri studiosi indicano questa antica città in territori diversi, ma sempre della provincia di Agrigento.

Nel V secolo a. C., la città in argomento era abitata da coloni greci, ed in quel periodo vi nacquero, probabilmente: Epicarmo, che fece la sua fortuna trasferendosi però a Siracusa dove le sue commedie ebbero successo, e la bella etera Taide, che andò a vivere in Grecia, divenendo, peraltro, l’amante di Alessandro il Macedone. Se entrambi fossero nati nell’ipotizzata sicana Krastòs dei Monti Nebrodi, laddove invece c’erano i Siculi, non sarebbero potuti andare ad operare nel mondo greco. Allora, gli spostamenti avvenivano all’interno della propria “civiltà”. L’odierna globalizzazione non era stata ancora…inventata.

Non si capisce, quindi, il motivo per cui storici e ricercatori di indiscussa levatura culturale abbiano sostenuto che Krastos era sui Monti Nebrodi. Forse perché ivi esistono le Rocche del Crasto? Ma questo toponimo deriva dal greco krastis (krastis = erba). Per cui quella denominazione venne data da una popolazione greca, i demenniti, insediatasi in quel territorio, perché la zona era ed è ricchissima di ottima erba per il pascolo degli armenti.
Quanto sopra evidenziato è una sintesi di una mia ricerca storico-documentale, da cui peraltro ho tratto un articolo pubblicato sul periodico culturale “Il Bandolo” , edito a Palermo. Che ho voluto qui riportare per evitare che venga commesso l’errore di dedicare una finalizzata testimonianza pubblica ad un illustre commediografo, filosofo e poeta della Magna Grecia, ritenendolo un concittadino mentre tale in effetti non è stato essendo nato in un territorio che nulla ha a che fare con Longi e con le Rocche del Crasto.

Gaetano Zingales
________________
Foto di Luigi Salemi

Commenti