Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

PIRAINO, ARRESTATI DAI CARABINIERI I DUE RESPONSABILI DI UNA SERIE DI INCENDI

Piraino, 14/09/2010 - Nelle ultime settimane avevano seminato il terrore nella piccola cittadina della Costa Saracena appiccando l’incendio ad un’abitazione, rubando e dando alle fiamme un motorino e compiendo minacce e tentativi di estorsione nei confronti di vari soggetti tra Piraino, Brolo e Sant’Angelo di Brolo. I Carabinieri della Stazione di Piraino e del Nucleo Operativo Radiomobile di Patti hanno arrestato nella notte CASTROVINCI Gaetano, nato a Patti cl..1990, residente a Brolo, celibe, operaio, e BARTOLONE Rosario, nato a Barcellona Pozzo di Gotto cl 1970 ma residente a Piraino, entrambi con pregiudizi penali, ritenuti responsabili di concorso in danneggiamento, incendio,tentata estorsione e minacce.
I militari dell’Arma di Piraino hanno ricostruito minuziosamente tutti gli episodi delittuosi di cui si sono resi responsabili i due arrestati.
L’attività investigativa è iniziata il 27 agosto u.s. quando è stata incendiata l’abitazione rurale di un pensionato sessantacinquenne sita a Piraino in località Borgo Murauto. Il sopralluogo effettuato da Carabinieri e Vigili del Fuoco ha chiarito subito che si trattava di un incendio doloso e che per appiccarlo era stato imbevuto di liquido infiammabile il materasso della camera da letto. Le indagini hanno subito preso la direzione che portava al Bartolone e al Castrovinci, in quanto i militari dell’Arma hanno accertato che nelle ore precedenti c’erano stati dei litigi tra i due ed il proprietario dell’abitazione incendiata. Le attività di polizia giudiziaria e gli accertamenti compiuti hanno fatto emergere una grave situazione di ripetuti e pericolosissimi episodi delittuosi commessi in serie dai due soggetti arrestati.

L’escalation criminale era in realtà iniziata il 25 agosto scorso, quando BARTOLONE e CASTOVINCI, mossi da forti sentimenti di astio nei confronti di un operaio di Sant’Angelo di Brolo, fratello della convivente del BARTOLONE, gli hanno rubato un motorino e lo hanno incendiato lasciando la carcassa carbonizzata nel letto di un torrente di Piraino. Il movente di tale primo reato è da ricercare nei dissidi di natura economica relativi ad un’eredità che BARTOLONE ha con il possessore del motorino, nei cui confronti, inoltre, CASTROVINCI asserisce di vantare un credito di 50 euro per una prestazione lavorativa non retribuita.
Poiché i due malviventi ritenevano che durante le operazioni incendiarie fossero stati visti da due pensionati di Piraino, al fine di garantirsi l’impunità, ad uno hanno incendiato l’abitazione di campagna di cui si è detto prima, mentre il secondo lo hanno minacciato di morte, intimando ad entrambi di non fare parola con nessuno di quanto a loro conoscenza.

Entrambi i malviventi si sono recati dall’imprenditore edile per cui lavora l’uomo di Sant’Angelo a cui avevano già incendiato lo scooter e con cui avevano dispute economiche, minacciandolo di ammazzarlo e di far saltare in aria l’azienda se non avesse licenziato il suo operaio.
Non contenti, la notte del 2 settembre scorso, per intimidirlo ulteriormente, hanno cercato di incendiare la Moto Ape del pensionato a cui avevano già dato alle fiamme la casa rurale; per puro caso il fuoco non si è sviluppato ed il mezzo è rimasto indenne.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, sulla scorta dei riscontri effettuati dai Carabinieri, ha chiesto la misura cautelare per entrambi gli indagati che è stata concessa dal Gip di Patti, il quale ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere. Sono stati prelevati nella notte dai militari dell’Arma e condotti al carcere di Gazzi. Dovranno rispondere in concorso di una serie di reati che vanno dall’estorsione, al furto, all’incendio, violazione di domicilio, minaccia e violenza privata, tutti aggravati dall’aver commesso i fatti per motivi abietti e futili.

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