Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

SPENDING REVIEW: ARMAO, TAGLI INSOSTENIBILI PER LA SICILIA

Palermo, 12 lug. 2012 - "Le ricadute per la Sicilia del decreto legge n. 95/2012 sulla spending review sono insostenibili per il bilancio regionale". Lo dice l'assessore regionale per l'Economia, Gaetano Armao, commentando i contenuti dell'incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e i Presidenti delle regioni.

"La Corte dei conti nel giudizio di parificazione del rendiconto 2011,qualche giorno fa, ha evidenziato l'insostenibilita' per il bilancio regionale dei limiti connessi al patto di stabilita', cosi' come delineato da ultimo dalla legge 183/2011 (legge di stabilita 2012). Il decreto n. 95/2012 appesantisce ancor di piu' la situazione e continua nel metodo degli automatismi Per le Autonomie speciali il concorso alla finanza pubblica sancito dal d.l. 95/2012 e' di 600 milioni sul 2012 (700 per le ordinarie), 1,2 miliardi sul 2013. Per gli anni a seguire, di piu' di quanto si richiede a tutte le Regioni ordinarie.

Per la sola Sicilia, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, nel triennio 2012-14, pesa per oltre 1,5 miliardi (totale patto di stabilita' per i bilanci regionali nel triennio -4 miliardi). Mentre gli accantonamenti sulle entrate previsti ammontano, da quest'anno, ad oltre 354 milioni. A questi vanno aggiunti i minori trasferimenti erariali in favore degli en ti locali previsti dal d.l. n.95/2012 (che pesano complessivamente nel biennio 2012-13 2,5 md). Per la Sicilia, in termini presuntivi, nel biennio l'ulteriore taglio e' di circa 250 milioni.

Se colleghiamo poi questa compressione finanziaria al gia' appesantito bilancio regionale, alle ricadute del nuovo art. 119 della Costituzione, che limita ulteriormente la possibilita' di indebitamento delle Regioni, e di fronte alla progressiva riduzione dell'investimento dello Stato nel meridione, non si comprende come la Sicilia potra' finanziare gli investimenti e la compartecipazione alla spesa europea. Proprio con riguardo alla spesa europea, da un lato lo Stato comprime i livelli di spesa regionale, e quindi anche di compartecipazione, dall'altro chiede di accelerare la spesa europea (e quindi i livelli di compartecipazione). Con questi saldi non potranno raggiungersi i target necessari per il pieno impiego dei fondi europei.

Abbiamo avviato ed applicato, e siamo tra le prime Regioni italiane, la Spending Review, a partire dalla sanita', alle societa' partecipate, introducendo drastiche riduzioni nella spesa che la stessa Corte dei conti, nel richiamato giudizio di parificazione, ha definito un'azione di'moralizzazione politico-finanziaria di riduzione della spesa'. Gli ulteriori tagli per la sanita' non solo violano il principio pattizio, ma appesantiscono la situazione e peseranno nel triennio 2012-2014 quasi 400 mn.

Per quanto attiene alle societa' regionali, emergono seri problemi applicativi connessi all'obbligo di mettere sul mercato le societa' che producono servizi, con gravi conseguenze sul piano sociale. L'obbligo di dismissione, senza garanzie ed in tempi troppo brevi, portera' alla svendita o allo 'spezzatino' di queste societa', con rilevante perdita patrimoniale per le Regioni. Non si comprende perche' gli affidamenti in house siano incompatibili con i risparmi, comunque verificabili, anche a base comparativa, con riguardo al valore dei servizi offerti; in questo senso e' chiaro che le spinte sono altre".

Commenti