Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

RENZI: "LE PRIMARIE SONO UNA BATTAGLIA SULLE IDEE E NON SULLE SEGGIOLE"

Perché le primarie sono una battaglia sulle idee, non sulle seggiole
22/10/2012- Ieri, domenica 21 a Torino al PalaIsozaki il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha provato “a dire cosa significa essere di sinistra nel 2012. Ci saranno polemiche, immagino - aveva anticipato Renzi - ma tenteremo di dire cosa sia la sinistra per noi”.
Poi in collegamento con Lucia Annunziata su Rai Tre a ‘In ½ Ora’, ha risposto alle domande della giornalista.

Annunziata: “Sta pagando qualcosa in termini psicologici o è sempre tranquillo? Il Renzi di quando ha cominciato è sempre lo stesso o qualcosa è cambiata per lei? Perché il fatto che lei vuole cambiare toni significa che qualcosa sta cambiando..?”

Renzi: “Dal punto di vista personale le dico che io vivo nella libertà e nella leggerezza di chi sa che la politica è un’attività bellissima, nobile e splendida. Però c’è altro rispetto alla politica. Credo che una delle caratteristiche delle nuove generazioni dev’essere quella di non non vivere solo di politica. E questo vuol dire relativizzare anche le accuse che ti fanno. Non fa piacere essere tutti i giorni al centro delle accuse per tutto, però l’ho messo nel conto: nel momento in cui provo a cambiare una classe dirigente, provo a rivoluzionare un sistema all’interno del mio partito è naturale che qualcuno si offenda o cerchi di resistere. Quindi non vivo con particolare difficoltà dal punto di vista personale. Noi siamo in un momento nel quale la rottamazione comincia a produrre i primi frutti: in questa settimana abbiamo visto autorevoli leader politici che hanno deciso di fare un passo indietro, che hanno annunciato, più correttamente, di lasciare il posto in Parlamento. E questo altro non è, secondo me, che una conferma che avevamo ragione a chiedere il ricambio. Allora si pone il problema: ora che stiamo vincendo la sfida della rottamazione saremo in grado (io penso di si) di raccontare la nuova Italia? Questo è ciò che abbiamo iniziato a fare fin da queste ore anche a Torino: raccontare come vogliamo l’Italia per il futuro.”
Annunziata: “Cosa pensa della scelta della Melandri e comunque se pensa che ci sia un secondo livello di rottamazione?”

“Avrei fatto una scelta diversa per il Maxxi, perché Giovanna Melandri è così caratterizzata politicamente che non ha senso oggi… Se io fossi stato il responsabile della nomina non avrei scelto Giovanna Melandri. Esiste un tema di ‘trattamento di fine rapporto’ per politici a fine carriera… Nel passato si è considerato soprattutto le municipalizzate  come una sorta di premio di consolazione per chi finiva la propria carriera. Io trovo che questo atteggiamento sia profondamente sbagliato, ingiusto e sbagliato, e per dare un segnale ho detto che se perdessi le primarie io non accetterò né chiederò per me nessun tipo di premio di consolazione. Lei sa com’è stato in passato…. (Annunziata: “Si Bertinotti, Mastella, Di Pietro e Pecoraro Scanio, tutti persero le primarie ….) Perché le primarie sono una battaglia sulle idee, non sulle seggiole. (…) Io le primarie le vorrei vincere, ma ci vuole la serietà di dire che se si perdono non si resta in paradiso a dispetto dei santi. Basta con questa logica che se uno perde le primarie e viene accontentato: Mastella è emblematico, perde le primarie, gli fanno fare il ministro e poi se ne va. E’ disgustoso”.

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