Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

SICILIA: STANNO TOGLIENDO LA TERRA AI CONTADINI, FACCENDIERI SENZA SCRUPOLI

Messina, 29/10/2012 – Mi sono trovato qualche sera fa a cena con alcuni agricoltori dell’entroterra siciliano. Ad un certo punto, uno di loro mi ha raccontato che oggi con espedienti vari stanno togliendo la terra ai contadini. Se la prenderanno faccendieri e affaristi senza scrupoli provenienti dal nord.
Spiego il fenomeno. Un agricoltore gestisce un’azienda agricola. A causa di investimenti errati o perché l’annata è andata male per tante ragioni (comprese quelle meteo, ormai divenute bizzarre) o, meglio, perché le spese sono divenute nettamente superiori ai guadagni, il contadino si trova in una situazione fortemente debitoria.
A titolo di esempio, vi dico che un quintale di grano oggi viene venduto a 24 euro. Tolte le spese di produzione (sementi, gasolio per i trattori, costo capitale e così via) che sono 21 euro, al contadino rimangono in tasca 3 euro. Da un quintale di grano macinato si ottengono 70 chili di farina, si producono 80 chili di pane, che viene venduto mediamente in sicilia a 2, 20 euro al chilo, con un guadagno di 176 euro al quintale.

Ma come è possibile che succeda questo?

Da qui nascono, debiti su debiti, che l’agricoltore non riesce più a onorare.
Arrivano le ingiunzioni di pagamento, le banche non danno più crediti, beni
mobili e immobili vengono pignorati e ipotecati. Alla fine l’azienda viene
messa in vendita.

Ma i proprietari agricoltori non possono riacquistarla, perché le
banche non fanno prestiti ai pignorati.
Quando arriva il momento, entrano in gioco faccendieri e affaristi, cavalieri,
industriali, attori, costruttori, che acquistano la terra per quattro soldi,
terra che rimane alla fine incoltivata.
Tra non molto in quelle terre non si produrrà cibo, ma cemento e altre diavolerie. Ma nessuno interviene. A qualcuno fa comodo distruggere ciò che in passato era stato costruito con tanto sudore e fatica.
Che succederà delle aziende che producono latte, grano, frutta, ortaggi?
Saranno cancellate. E noi che mangeremo? Alimenti che vengono dalla Cina e dai
Paesi Nordafricani trattati con i peggiori diserbanti e veleni di ogni tipo. E
i tumori aumenteranno ancora.

Dal 2001, con l’euro, gli agricoltori sono stati annientati:
- con i guadagni azzerati;
- con il gasolio agricolo che è aumentato del 400% . Un tempo costava 400
lire, oggi circa 1 euro, cioè 2.000 lire;
- con i costi dei prodotti agricoli che sono diminuiti. Per esempio, il latte
che, prima dell’euro, costava 800 lire al litro, oggi costa 37 centesimi;
- con i fertilizzanti e i mangimi che sono aumentati del 400%.
Cosi scomparirà il vero paesaggio agrario e le nostre produzioni tipiche ,
assieme alle nostre tradizioni millenarie
ed il pane costerà sempre di più .

Vincenzo Allegra
I Gattopardi Sicilia

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