Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

ARS, LACCOTO (PD). “AL NORD HANNO LA CASSA INTEGRAZIONE, IN SICILIA ABBIAMO IL PRECARIATO NEGLI ENTI LOCALI”

Palermo, 30/12/2012 - L'Assemblea regionale siciliana presieduta dal Presidente Giovanni Ardizzone, nella seduta di ieri, sabato 29 dicembre, ha approvato tra gli altri, il disegno di legge n. 70/A “Autorizzazione per l’esercizio provvisorio per l'anno 2013, disposizioni diverse in materia di personale”. I lavori si sono conclusi in nottata, dopo una lunga sospensione, per consentire alle Commissioni Bilancio e Cultura formazione e lavoro,
di riunirsi al fine di esaminare e di esitare per l’Aula i disegni di legge relativi all’esercizio provvisorio ed alle norme in materia di personale. Nel corso dei lavori si sono susseguiti gli interventi di deputati appartenenti a tutti i gruppi parlamentari e di esponenti della Giunta di Governo.

Tra gli ultimi deputati ad intervenire nella discussione l’on. Giuseppe Laccoto del partito Democratico:
“Signor presidente, onorevoli colleghi, abbiamo assistito questa sera ad una scena un
po’ teatrale. Io credo che tutti siamo consapevoli di quali siano le norme nazionali che regolano la materia, che non possiamo andare addosso ai Comuni proprio perché vi è una norma del Patto di stabilità non derogato se non in alcune circostanze. C’è una norma che agli Enti locali impedisce quando si supera la spesa con il 51 per cento del personale di non potere stabilizzare. C’è un problema previsto ora dall’ultima norma nazionale e credo che non facciamo sicuramente un buon servizio a questi precari se noi non diciamo fino in fondo la verità.

Allora, il problema sta non nel cercare di dare le responsabilità a un Governo nuovo che sicuramente non a responsabilità, o di darle a questo o a quello, dimenticando che questa è una storia che risale al 1988 e che sicuramente ha visto in quella fase, mentre il Governo nazionale dava solo un anno di proroga, dare queste proroghe elettorali di anno in anno.
Il problema si può risolvere seriamente se tutto il Parlamento anche con una legge voto chiede la deroga al Governo nazionale, attraverso il Presidente della Regione, per potere superare quelle due questioni che sono insuperabili, quella cioè del Patto di stabilità e quella della deroga del personale, perché noi dobbiamo dirci fino in fondo che al nord hanno la cassa integrazione, qui in Sicilia
abbiamo avuto il precariato negli Enti locali. La verità è questa!
Noi non abbiamo tutte le somme che danno al nord per la cassa integrazione; noi abbiamo un problema che è sociale, ma che diventato un problema di una utilità indispensabile per l’Ente locale,

perché chiaro che in questo periodo proprio per le mansioni addotte questo personale è sicuramente
diventato indispensabile con funzioni non più derogabili negli Enti locali.

Vedete, la situazione è drammatica perché alcuni sindaci, alcune Amministrazioni in questo
squarcio proprio di fine anno stanno facendo delle delibere, delibere di stabilizzazione anche
rischiando sulla propria pelle in deroga a quelle che sono le condizioni previste dalla legge con il 51
per cento del personale e andando anche sotto, praticamente, la mannaia della Corte dei Conti.
E’ chiaro che questo è un problema, è diventato un problema indifferibile e urgente e sicuramente
noi questa proroga a quattro mesi, così come diceva il mio collega, potevamo portala a sette mesi
perché chiaramente la norma nazionale va vista nel complesso.

Noi abbiamo per il 2013 e il 2014 nel Fondo unico del precariato le somme che erano previste e,
quindi, potevamo sicuramente non limitarci ai quattro mesi. Ma questi quattro mesi devono servire al
Governo regionale e a tutto il Parlamento regionale siciliano, al di là del gioco delle parti, perché su
questo sicuramente non faremo un buon servizio al precariato di questi enti locali che sono circa 20
mila forse, perché già hanno subìto la disparità quando è stato stabilizzato il personale a livello
regionale e quando non è stato stabilizzato a livello di enti locali. Allora, non vi era il patto di
stabilità, oggi siamo praticamente inchiodati da queste norme che sono norme finanziarie e quindi a
cui noi, purtroppo, dobbiamo in un certo senso sottostare.

Ed allora, facendo leva su quello che deve essere il proposito da parte di tutti, prima della
Finanziaria noi dobbiamo tentare, attraverso – speriamo - un Governo nazionale sensibile a questa
problematica di arrivare dopo i quattro mesi finalmente, a trovare soluzioni adeguate. Perché veda,
signor Presidente, io condivido che non è una soluzione quella sicuramente di portare il precariato
degli enti locali nel privato perché sicuramente lì non avranno la garanzia di una stabilizzazione.
Ed allora, su questo tema, al di là della demagogia di parte, è chiaro che ci vuole una riflessione.
Ci sono quattro mesi di tempo, non si arrivi all’ultimo secondo dell’ultima notte utile per potere
esaminare un disegno di legge che sicuramente è di un’importanza sociale importantissima per la Sicilia”.

Commenti

  1. Ci si dimentica, parlando di precari, che sono persone che hanno contribuito a corrompere il sistema accettando di asservirsi a politici corrotti che ora li difendono.
    Ci dimentichiamo che molti precari spendono piu tempo al bar che al lavoro:non e' solo colpa loro!
    I nostri politici non sono in grado di amministrare e sarebbe meglio che il governo fosse costituito solo da tecnici e l' assemblea fosse solo con funzioni di indirizzo e controllo.
    I Comuni dovrebbero fare delle piante organiche razionali e compatibili con le risorse e quindi espletare concorsi trasparenti,che farebbero la selezione tra precari capaci e non.
    Non e' obbligatorio dare lauti stipendi ad amici e clienti!

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  2. Come volevasi dimostrare: proroga di 7 mesi e poi…proroga di 5 mesi ? Si sapeva fin dal 1 gennaio 2012 che il 31 dicembre 2012 ci sarebbe stata la proroga dei contratti. Chi afferma che i comuni (qualcuno lo ha fatto) avrebbero dovuto stabilizzare i precari, a tempo indeterminato (magari), entro il 31 dicembre 2012 (scadenza dei contratti), pena la risoluzione dei contratti e, automaticamente, la perdita del lavoro da parte di ventimila persone, fa demagogia, mente sapendo di mentire: lacrime di coccodrillo. Il resto sono chiacchiere, chiacchiere e soltanto chiacchiere (ne sentiremo parecchie fino al 30 aprile 2013 - del resto fanno quello per mestiere - ).

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  3. Come volevasi dimostrare: proroga di 7 mesi e poi…proroga di 5 mesi ? Si sapeva fin dal 1 gennaio 2012 che il 31 dicembre 2012 ci sarebbe stata la proroga dei contratti. Chi afferma che i comuni (qualcuno lo ha fatto) avrebbero dovuto stabilizzare i precari, a tempo indeterminato (magari), entro il 31 dicembre 2012 (scadenza dei contratti), pena la risoluzione dei contratti e, automaticamente, la perdita del lavoro da parte di ventimila persone, fa demagogia, mente sapendo di mentire: lacrime di coccodrillo. Il resto sono chiacchiere, chiacchiere e soltanto chiacchiere (ne sentiremo parecchie fino al 30 aprile 2013 - del resto fanno quello per mestiere - ).

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