Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

7 mar ’13 – Anche quest’anno, la Cgil di Messina ha voluto ricordare attraverso la simbolica deposizione di una corona di garofani, le tre vittime del fatto di sangue avvenuto il 7 marzo del 1947 davanti alla Prefettura di Messina, durante uno sciopero cittadino contro l’aumento del prezzo dei generi di prima necessità e contro la mancata applicazione del Contratto nazionale dell’industria.
“Un episodio buio del dopoguerra siciliano e della storia della nostra città che sta a ricordare quanto difficile e affatto indolore fu il passaggio dalla dittatura alla democrazia, dalla guerra alla ricostruzione”, commenta Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina-.
Le cronache del tempo raccontano infatti che all’improvviso l’esercito aprì il fuco sulla folla – alcuni organi di informazione sostengono al grido di “Viva i Savoia” – ferendo oltre 30 persone e uccidendone tre: il commerciante di calzature Giuseppe Maiorana di 41 anni, il manovale Biagio Pellegrino di 34 anni e l’operaio Giuseppe Lo Vecchio di 19 anni.
Nel 1986 il Comune di Messina fece porre una lapide davanti alla Prefettura in memoria delle tre vittime e di quei fatti e da allora, tutti gli anni, la Cgil di Messina ricorda quei fatti e depone dei fiori affinché la memoria non sbiadisca.
“Nell’Italia che ancora doveva metabolizzare la fine della guerra, della monarchia e il ritorno alla democrazia, si manifestava per il pane e per la libertà – osserva il segretario generale della Cgil Lillo Oceano-. Una storia che si ripete ancora e che ancora troppo spesso vede il potere cercare di silenziare la voce di chi esprime disagio, chiede diritti e libertà. Ricordare questi fatti, ricordare chi è morto lottando per migliori condizioni di vita è un dovere per il sindacato e un insegnamento che non dobbiamo perdere”.
Commozione nel corso della cerimonia sia per la presenza di un discendente di una delle vittime sia per l’applaudita recita del componimento in siciliano “7 marzo du ‘47” del poeta messinese Antonio Cattino.

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