Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

ARRESTATO DOMENICO RANCADORE, ESPONENTE DI SPICCO DI ‘COSA NOSTRA’

Ricercato dal 1994, accusato di associazione mafiosa ed estorsione, il latitante gestiva nella capitale inglese un'agenzia di viaggi. Alfano: «Profonda gratitudine per aver assicurato alle patrie galere un altro boss latitante»

08.08.2013 - Accusato di reati di associazione di tipo mafioso, estorsione ed altri gravi delitti, ricercato dal 1994, è stato arrestato ieri a Londra dalla Polizia inglese Domenico Rancadore, pluripregiudicato palermitano di 64 anni. L’operazione è stata possibile grazie ai dati investigativi forniti dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Potenza che hanno consentito agli investigatori inglesi, grazie alla collaborazione del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, di localizzare il luogo dove il ricercato trascorreva la latitanza.

Rancadore gestiva nella capitale inglese una agenzia di viaggi e conduceva una vita agiata. Numerosi collaboratori di giustizia lo hanno indicato come esponente di spicco della ‘famiglia’ mafiosa palermitana, con funzioni di vertice nel ‘mandamento’ di Caccamo. In particolare negli anni ’90, egli ha rivestito il ruolo di capo di ‘cosa nostra’ a Trabia (Pa).
L’operazione è il frutto di un importante rapporto di cooperazione internazionale di polizia assicurata attraverso Interpol.

I complimenti alla polizia italiana ed agli investigatori inglesi per l’arresto di Rancadore sono giunti dal ministro dell’Interno Angelino Alfano,che al termine del Consiglio dei ministri che si è svolto oggi a palazzo Chigi, nel corso della conferenza stampa,ha espresso, «profonda gratitudine per aver assicurato alle patrie galere un altro boss latitante».
Sulla cattura del latitante a Londra è intervenuto anche il viceministro Filippo Bubbico, che ha apprezzato l’operazione portata a termine, «grazie al lavoro costante delle forze di polizia e della magistratura e che è anche frutto di una proficua cooperazione internazionale assicurata dall’Interpol».

"L'arresto del boss Domenico Rancadore è un ottimo risultato nell'ambito della lotta alla mafia, ottenuto grazie al prezioso lavoro della Polizia italiana". Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione giustizia.
"Finalmente - aggiunge - si mette fine ad una vicenda paradossale. Brancadore è stato un pericoloso latitante, per troppi anni sottovalutato e che addirittura in passato è stato dato per morto. È invece un esponente di spicco del mandamento di Trabia, Caccamo e Termini Imerese in grado, da Londra, di svolgere una funzione tanto cara all'organizzazione mafiosa, ovvero quella del riciclaggio di denaro sporco".
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Viveva in una bella villetta in un quartiere di Londra con la moglie inglese, auto di gran lusso parcheggiate in giardino e orologi preziosi al polso. Insomma, Domenico Rancadore conduceva una vita molto agiata, e probabilmente pensava di aver chiuso con il passato e di essersi costruito una nuova identità "pulita".

In realtà "ù profissuri" era ricercato dal 1994 dalla polizia italiana, e dal 1998 le sue ricerche erano state estese in campo internazionale.

L'uomo, un 64enne originario di Palermo, è stato condannato e deve scontare 7 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, estorsione e altri gravi delitti.

Le ricerche del latitante non si sono mai interrotte, e finalmente, al termine di una complessa attività investigativa svolta dagli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) e della Squadra mobile di Potenza, in collaborazione con l'Interpol, l'uomo è stato individuato.

Le informazioni dei poliziotti italiani hanno consentito ai colleghi inglesi, grazie anche alla collaborazione del Servizio per la collaborazione internazionale di polizia (Scip) di individuare Rancadore e arrestarlo ieri sera mentre faceva rientro a casa.

Aveva assunto una nuova identità: si faceva chiamare Marco Skinner e aveva aperto un'agenzia di viaggi.

Dopo alcuni giorni di appostamento, il ricercato è stato bloccato e arrestato nonostante un iniziale tentativo di fuga.

Negli anni '90 l'uomo è stato un esponente di spicco della mafia palermitana, e molti collaboratori di giustizia lo hanno indicato come uno dei vertici del mandamento di Caccamo. In particolare era il capo di "Cosa nost

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