Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

TRIBUNALI TAGLIATI A MISTRETTA E NICOSIA: LA GIUSTIZIA NON SI ‘SMUOVE’, FORSE PERCHÉ IN ITALIA NON ESISTE?

Parliamo dei tribunali di Mistretta e Nicosia perché sono quelli dei Nebrodi, a noi vicini, ma il taglio è di 1000 sedi giudiziarie tra tribunali, procure e uffici dei giudici di pace. Sindaci, avvocati e forze sociali hanno eretto le barricate. Possiamo capirli e solidarizzare. Ma mai prima d’ora ci si era dati fuoco per invocare una giustizia giusta, che funzioni, una giustizia che non sia persecutoria o inesistente, esasperatamente lenta e classista. Insomma, la giustizia in Italia non si ‘smuove’. Forse perché non esiste?

Messina, 16/09/2013 - 140 cittadini sono stati denunciati per avere preso parte alla manifestazione di protesta contro la chiusura dei Tribunali di Mistretta, in provincia di Messina e Nicosia, in provincia di Enna. Trenitalia con un comunicato racconta così le cose: “Un gruppo di manifestanti estranei al Gruppo FS Italiane ha occupato per quasi 4 ore, dalle 7.20 alle 11.15, i binari nella stazione di Santo Stefano di Camastra, nel messinese. La protesta ha causato la sospensione della circolazione dei treni fra Tusa e Caronia con rallentamenti al traffico ferroviario sulla linea Messina – Palermo. Si sono registrati ritardi fino a 140 minuti e la cancellazione di 6 corse. Per garantire i collegamenti durante l’occupazione della sede ferroviaria sono stati attivati servizi sostitutivi con autobus. Prima di consentire il ripristino della circolazione ed il passaggio dei treni in sicurezza, è stato necessario attendere l’esito delle verifiche del personale tecnico di Rete Ferroviaria Italiana sull’integrità dell’infrastruttura al termine dell’occupazione.”

E’ solo una delle forme di protesta messe in atto in tutta Italia come nei Nebrodi per quella che viene definita ‘nuova geografia degli uffici giudiziari’. Lo scorso 14 settembre è entrata in vigore la cosiddetta riorganizzazione degli uffici giudiziari, e il guardasigilli, Annamaria Cancellieri, si è rivolta agli uomini e alle donne della Giustizia per motivare come: “La Pubblica Amministrazione italiana è in grado di sostenere la sfida del rinnovamento e dell’innovazione”.

Il taglio di 1000 sedi giudiziarie tra tribunali, procure e uffici del giudice di pace ha fatto erigere le barricate in mezza Italia, provocando critiche e mobilitazioni, come non è mai accaduto per invocare una giustizia giusta e moderna, rapida nei tempi e alla portata di tutti, certa ed economica perché possano permettersela tutti.

Così possiamo capire coloro che dalla chiusura di un ufficio giudiziario vengono danneggiati direttamente sul piano logistico, gli abitanti delle cittadine scollegate dai grandi centri urbani, come Mistretta e Nicosia. Lo stesso dicasi per S. Agata di Militello, importante città dei Nebrodi, che viene indicata come polo della 'giustizia' di un comprensorio messinese che gravita su quel versante geografico ed economico. Possiamo capirli e con loro essere solidali. Possiamo capire chi perde il lavoro, chi da oggi dovrà sobbarcarsi a lunghi ed estenuanti viaggi per raggiungere la sede di lavoro o del tribunale.

Ma è davvero frustrante constatare come mai prima d’ora in Italia ci si era dati fuoco per invocare una giustizia giusta, che funzioni, una giustizia che non sia persecutoria o inesistente, esasperatamente lenta e classista, costosa e macchinosa, sfuggente, inestricabile, ludica e inafferrabile.

Per tali quotidiane magagne non si smuovono sindaci né avvocati, sindacati né forze sociali, nè cittadini ‘semplici’. E’ tutta una storia che non si ‘smuove’. Insomma, la giustizia in Italia non si ‘smuove’. Forse perché non esiste?

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