Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

ANTONIO INGROIA, INDAGATO PER VIOLAZIONE DEL SEGRETO ISTRUTTORIO, DIFENDERÀ I SUPERSTITI DEL NAUFRAGIO DI LAMPEDUSA

Antonio Ingroia ieri a Lampedusa ha annunciato l’intenzione di assistere a titolo gratuito i superstiti del tragico naufragio avvenuto al largo dell’isola lo scorso giovedì, ospitati nel centro d'accoglienza dell'isola siciliana
Palermo, 08/10/2013 - Antonio Ingroia, ex Pubblico Ministero di Palermo, leader di Azione Civile ed oggi anche difensore dell’Associazione Attilio Manca, è indagato dalla Procura di Caltanissetta per violazione del segreto istruttorio, sulla base di un esposto presentato dall’avvocato difensore del boss Bernardo Provenzano, Rosalba Di Gregorio, dopo l'interrogatorio del boss da parte dell'ex pm, lo scorso maggio, e l'uscita sul quotidiano ''Il fatto
quotidiano'' di un articolo con particolari sull'interrogatorio stesso. Ingroia era già stato nominato legale dell’ l'Associazione Familiari sella strage di via dei Georgofili sulla trattativa Stato-mafia , incarico successivamente revocato dalla stessa associazione.

"Angelo e Francesco Paolo Provenzano nell’esposto denuncia, presentato al Procuratore nisseno Sergio Lari, competente per le denunce contro i magistrati di Palermo, sostenevano che fosse stato violato il segreto “dopo la pubblicazione dell’articolo sul Fatto Quotidiano dello scorso 5 giugno (2012) con il contenuto dell’interrogatorio di Bernardo Provenzano con i due magistrati”, cioè cinque giorni dopo l’interrogatorio avvenuto nel carcere di Parma in cui Ingroia e De Francisci avrebbero tastato il polso al capomafia per chiedergli se voleva collaborare con la giustizia. Non solo. Nell’esposto i due figli di Provenzano, le cui condizioni di salute sono precarie da mesi, avevano denunciato anche il “falso ideologico e reato omissivo”. Nell’esposto Di Gregorio faceva presente che l’articolo era stato pubblicato il 5 giugno, dopo due giorni il contenuto del colloquio investigativo era stato trascritto. Una circostanza che faceva dedurre al legale che solo chi aveva fatto l’interrogatorio era in grado di dare la notizia. La tesi, secondo il difensore, sarebbe stata avvalorata dal fatto che nel pezzo erano riportate impressioni sullo stato di salute di Provenzano dei magistrati."

Si legge ancora sul sul Fatto Quotidiano: "L’esposto era allegato a un altro esposto presentato dai legali di Provenzano, Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà, al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione in cui i due legali denunciavano che l’interrogatorio fatto il 31 maggio del 2012 era avvenuto in assenza dei due avvocati di Provenzano. I due pm parlarono in quell’occasione di avere ascoltato Provenzano come persona informata dei fatti. Nell’esposto gli avvocati avevano anche aggiunto l’ordinanza del gup Piergiorgio Morosini in cui il magistrato bacchettava Ingroia e De Francisci per avere interrogato Provenzano come indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, quindi era necessaria la presenza dei legali."

“Se fosse vero dovrei pensare che c’è stato un illecito con una fuga di notizie da parte dalla procura di Caltanissetta perché io sinora non ho ricevuto alcuna informazione” commenta Ingroia. “Qualora fosse vero – precisa Ingroia – non è la prima volta che gli imputati accusano i loro accusatori e denunciano i pm. E’ già accaduto con la denuncia di Dell’Utri e di Berlusconi e se fosse vero questa volta anche su denuncia di Provenzano, una denuncia fatta da un mafioso”.

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