Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

CONFISCA DI BENI PER 25 MILIONI ALL'IMPRENDITORE LAMONICA, DI CARONIA

Messina: la Dia confisca beni per un valore di 25 milioni di euro all'imprenditore di Caronia, Antonino Lamonica
Messina, 30 Dicembre 2013 - Confisca di beni per un valore stimato di circa 25 milioni di euro operata della Dia a Messina all'imprenditore Antonino Lamonica di Caronia, sospettato di contiguità con esponenti di spicco di gruppi mafiosi della fascia tirrenica-nebroidea della provincia di Messina. Per Lamonica è stata altresì disposta dall'autorita' giudiziaria la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di 2 anni, considerata la sua
pericolosita' sociale.
La confisca ha interessato diversi contesti societari (5 imprese), comprendendo i relativi patrimoni aziendali, parco auto (vetture di grossa cilindrata, quali una BMW ''X6'', una ''Audi A6 3.0'') e rapporti finanziari, per un valore di mercato di circa 25 milioni di euro.

Le indagini si sono avvalse pure delle dichiarazioni di Carmelo Bisognano, oggi collaboratore di giustizia, in precedenza a capo della cosca mafiosa dei cosiddetti “Mazzarroti”. Secondo gli inquirenti Lamonica era coinvolto nell'appalto per il completamento dell’autostrada A20 Messina-Palermo e di metanizzazione nell'area dei Nebrodi.

Nel marzo 2012 la Direzione Investigativa Antimafia di Messina aveva eseguito due provvedimenti di sequestro beni e quote societarie, per un valore di circa 30 milioni di euro, emessi dal Tribunale di Messina - Sezione Misure di Prevenzione - a carico di due imprenditori, sospettati di contiguita' con esponenti di spicco di gruppi mafiosi operanti nella fascia tirrenica-nebroidea della provincia di Messina, tra cui Antonino Lamonica. I beni e le quote societarie sono quelle degli imprenditori. I due sono accusati di essere vicini ad esponenti mafiosi della zona tirrenica dei Nebrodi della provincia di Messina.

La misura di prevenzione patrimoniale eseguita, scaturiva da un'indagine diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Vito Di Giorgio, sotto il coordinamento del Procuratore Capo, Guido Lo Forte.

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