Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

I RAGAZZI DI PIPPO FAVA, LEO GULLOTTA TRA GIOVANI ATTORI RENDE ONORE AL GRANDE SICILIANO

03/01/2014 - Pippo Fava fu ucciso la sera del 5 gennaio del 1984: cinque colpi di pistola davanti al Teatro Stabile di Catania. Un quarto d’ora prima era uscito dalla redazione de “I siciliani”. Il trentennale del suo assassinio è l’occasione per riproporre al pubblico di Rai3 la vita e le idee di uno straordinario intellettuale siciliano, che morì per aver ostinatamente difeso il diritto di cercare e raccontare la verità. E che prima di tutti gli altri denunciò e documentò i rapporti tra la mafia e il potere: “Io ho visto molti funerali di Stato: molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità”, disse in tv a Enzo Biagi pochi giorni prima di essere ucciso.
Ma Pippo Fava non era solo un grande giornalista libero e indipendente, è stato anche un maestro di impegno civile. Scelse deliberatamente di condividere il progetto del suo giornale, “I siciliani”, soltanto con un gruppo di giornalisti ventenni, nella convinzione profonda e orgogliosa di trasmettere a quei giovani un progetto di vita: “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?”, ripeteva Fava in ogni occasione.
“I ragazzi di Pippo Fava”, in onda domenica 5 gennaio, alle 21.30, su Rai3, racconta questa vicenda attraverso gli occhi e le emozioni dei giovani protagonisti: non è soltanto un film su mafia e antimafia, dunque, ma piuttosto una storia di formazione, un “attimo fuggente”, vissuto nella Sicilia degli Anni Ottanta da alcuni giovanissimi giornalisti che seguirono il loro direttore nell’impresa di raccontare in totale libertà i legami capillari che inquinavano la vita di una “tranquilla città di mafia” come Catania, in quell’Italia cupa e violenta degli attentati. Il docufilm, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Antonio Roccuzzo, prodotto da Cyrano New Media con RaiFiction, regia di Franza Di Rosa, è tratto dalle pagine di “Mentre l’orchestrina suonava gelosia”, un libro recente scritto da Roccuzzo, che fu appunto uno dei “carusi”, uno dei “Ragazzi di Pippo Fava”.

Tre linee di racconto si intrecciano: la fiction, che ricostruisce con libertà narrativa il carattere e le emozioni dell’ “attimo fuggente” di quel gruppo di ventenni; i video di repertorio - in parte inediti - che ci restituiscono le parole e il carisma autentici di Pippo Fava; e due testimonianze, quella di Claudio Fava, figlio di Pippo e che fu anche lui uno dei ragazzi della redazione e quella di Antonio Roccuzzo. Nel cast la partecipazione straordinaria di Leo Gullotta, accanto ad un gruppo di attori giovanissimi.

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