Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

'CORSI D'ORO' A MESSINA: SEQUESTRO DA 5 MILIONI A GENOVESE & C. PER LO SCANDALO FORMAZIONE

25 persone indagate, 4 agli arresti domiciliari. Resta sospesa l'esecuzione dell'ordine di arresto per Francantonio Genovese, leader del Pd messinese e deputato nazionale del PD, in attesa dell'autorizzazione da parte della Camera dei Deputati. 54 i capi di imputazione. La Procura della Repubblica di Messina, attraverso la Squadra Mobile, la Questura di Messina e il Comando della Guardia di Finanza hanno sequestrato beni per 5 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta "Corsi d'oro" sugli enti della formazione professionale di Messina. 120 conti correnti, a garanzia della restituzione dei fondi pubblici illecitamente percepiti e delle imposte eventualmente evase.
A carico del parlamentare Genovese è stato eseguito un sequestro del valore di 733.659 euro, e nei confronti di sua moglie, Chiara Schiro', di 119.552 euro. Sequestri anche per Roberto Giunta (333.003 euro), Elio Sauta (681.350), Giovanna Schiro' (74.495 euro), sorella di Chiara e moglie del deputato nazionale del PD

Messina, 21 mar. 2014 - Beni per 5 milioni di euro sono stati sequestrati da polizia e guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta "Corsi d'oro" sugli enti della formazione professionale di Messina per cui e' stato chiesto l'arresto del deputato del Pd Francantonio Genovese. Il provvedimento del Gip di Messina e' stato notificato ad oltre 30 istituti di credito presso i quali gli indagati hanno la disponibilita' di circa 120 conti correnti, ed e' stato emesso "per equivalente" cioe' a garanzia della restituzione dei fondi pubblici illecitamente percepiti e delle imposte eventualmente evase.

A carico del parlamentare e' stato eseguito un sequestro del valore di 733.659 euro, e nei confronti di sua moglie, Chiara Schiro', di 119.552 euro. Sequestri anche per Roberto Giunta (333.003 euro), Elio Sauta (681.350), Giovanna Schiro' (74.495 euro), sorella di Chiara e moglie del deputato regionale del Pd Franco Rinaldi (che ha pure lui subito il sequestro di 81.920 euro), Stefano Galletti (307.000 euro) Giuseppina Pozzi (354.350 euro), Concetta Cannavo' (95.430 euro), Natale Lo Presti (661.350 euro), Graziella Feliciotto (20.000euro), Natale e Carmelo Capone (53.000 euro ciascuno), Orazio De Gregorio (71.250 euro), Salvatore Natoli (307.000 euro). Sequestri anche a carico delle societa' secondo l'accusa utilizzate per far lievitare i costi poi rimborsati dalla Regione, la Centro servizi 2000 srl (235.424 euro), la Sicilia service srl (307.000 euro), la Napi service srl (354.350 euro) e la Caleservice srl (235.424 euro).
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Messina, 19/03/2014 - Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, alle prime ore dell'alba di questa mattina uomini della Squadra Mobile e della Sezione di polizia giudiziaria della Questura di Messina e del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alla notifica della richiesta di autorizzazione all'esecuzione di misura cautelare personale nei confronti del parlamentare messinese Francantonio Genovese(già in precedenza notificata presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e a quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, a seguito di un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina. Le persone interessate dalle ordinanze di custodia sono: Salvatore La Macchia, Domenico Fazio, Roberto Giunta e il commercialista Stefano Galletti.

Depositata alla Camera la richiesta di arresto per il deputato del Pd, Francantonio Genovese, gia' segretario regionale del partito democratico ed ex sindaco di Messina, firmata dal Gip di Messina Gianni De Marco, nell'ambito dell'inchiesta "Corsi d'oro" sulla formazione professionale. Per Genovese si attende l'autorizzazione a procedere, mentre i suoi collaboratori, Salvatore La Macchia, Domenico Fazio e Roberto Giunta, e il commercialista Stefano Galletti, sono stati già arrestati questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile di Messina.

Genovese e' al suo secondo mandato parlamentare alla Camera dei Deputati. Nell'indagine, coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Fabrizio Monaco, Liliana Todaro e Antonio Carchietti, e dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, sarebbero emerse speculazioni sui noleggi di attrezzature e sull'acquisto di immobili per svariati milioni di euro. Nella prima fase della stessa indagine erano stati posti agli arresti domiciliari la moglie di Genovese, Chiara Schiro', e Daniela D'Urso, moglie dell'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, assieme ad altre sette persone. In quel caso, le accuse hanno riguardato i finanziamenti per la formazione professionale regionale per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 agli enti Lumen, Aran e Ancol. Ora l'indagine si estende agi enti Enfap, Enaip, Ial Training Service, L&C Training and consulting, Cesam, Ecap, Cesofom, Apindustria e Reti. All'attenzione degli investigatori i corsi organizzati da enti professionali legati ai due parlamentari e alcune compravendite o cessioni di rami d'azienda tra gli stessi enti.

Ai nuovi destinatari delle misure cautelari viene contestato il delitto di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale.


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