Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

TORNATORE E LO MEDICO: I LORO BACI INCANTANO BAGHERIA


Bagheria, 03/04/2008 – Si è svolta ieri al Museo Guttuso la presentazione del libro "Il collezionista di baci" di Giuseppe Tornatore e Filippo Lo Medico, che per anni ha raccolto i manifesti cinematografici del suo cinema “Nazionale” di Bagheria. Presenti il Commissario straordinario della Città delle Ville, Michela La Iacona e il prefetto e presidente Archivi Guttuso Fabio Carapezza Guttuso.
"Nel ritornare a Bagheria prevale sempre la dimensione dell'amore per questa città" ha confessato Tornatore che, sulla nascita del nuovo libro, spiega: "L'idea è tutta di Filippo Lo Medico che mi ha presentato questo progetto. Guardando la sua splendida collezione non potevo non aderire". Nel volume sono presenti oltre duecento immagini di manifesti cinematografici che immortalano i baci, dal dopoguerra ad oggi. Tutti presi dalla collezione dei fratelli Filippo e Vincenzo Lo Medico. Il Commissario La Iacona ha aperto l'incontro affermando che “la città è orgogliosa di vivere questi momenti di cultura testimonianza della voglia di fare che conferisce alla nostra terra la bella immagine che meritiamo di avere". Anche il prefetto Carapezza ha sottolineato l'importanza dell'evento e del progetto: "I fratelli Lo Medico, avendo gestito le sale cinematografiche, hanno influenzato la cultura di Bagheria".

Tra i bagheresi suggestionati dalla loro passione per il cinema, anche il regista Giuseppe Tornatore:" Sono stati la mia scuola. Il rigore con cui difendevano il loro lavoro mi ha insegnato a difendere il mio" e ai nomi dei Lo Medico si aggiunge il ricodo per il fotografo e proiezionista Mimmo Pintacuda, recentemente scomparso, Ferdinando Scianna, e tanti altri bagheresi che hanno fatto grande la storia di questa città.

Il regista sorride ripensando agli episodi che lo legano ai fratelli Lo Medico. "E' riduttivo dire che avessero un rapporto feticistico con il manifesto. Sceglievano nella fotobusta quello più efficace"- e continua: "C'era tutto un rito quando arrivavano le copie del manifesto, che erano nascoste in una stanza segreta e solo ad una certa ora, quando si faceva la programmazione vera, venivano fuori. All'epoca vivevo questi riti con grande stupore, ma li capisco solo adesso. Quel tipo di passione e di rapporto con il film, con il manifesto, con la colla, non li trovo più, quel che conta nel cinema è l’amore per una storia". Tornatore racconta e si volta ogni tanto verso Filippo Lo Medico che annuisce e sorride, dai loro sguardi traspare un alone di nostalgia.

Si susseguono storie con Mimmo Pintacuda, Ferdinando Scianna, i fratelli Lo Medico e i bagheresi. Chiude l'incontro la testimonianza di Filippo Lo Medico, che dieci anni fa ha donato al Museo Guttuso i suoi oltre 200 manifesti cinematografici, protagonisti di una mostra permanente unica nel suo genere in Italia visitabile, presso villa Cattolica, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30. "Una collezione simile è presente solo al Guggenheim di New York" dice Filippo Lo Medico. "I bagheresi vivevano di limoni e cinema, non si perdevano un film" racconta.
E sulla scelta dei baci come filo conduttore del libro, spiega:"Questo argomento continua ad essere molto interessante per tutti. Negli anni '40, quando i miei fratelli erano in guerra e gestivo il cinema, mi mettevo fuori per ascoltare i commenti della gente sul film. Ricordo quando si lamentavano:" Non ci fu manco ‘na vasata" e da quella sera la sala era sempre più vuota . Una volta uno spettatore commentò:" C'è ‘na vasata che vale tutto il film" e da allora la sala era piena di gente. Così è nata la raccolta di baci e l'idea del libro".


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