Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

EUROPA: UNA MISCELA IN CUI GLI UMORI NON SI SONO FUSI PER MANCANZA DI QUALSIASI FIAMMA

Una vena di destra corre da sempre nella cultura europea. Sarà utile guardare da vicino non solo il sabotaggio dei media ma la sconsiderata gestione della Lista Tsipras, malgrado l’intelligenza del suo leader. Oggi l’Europa è una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma
01/06/2014 - Non è il meno interessante dei segnali quello che ci mandano le ultime elezioni,vistosamente segnate anzitutto dal rifiuto di votare: è la tendenza all’interpretazione casalinga che viene loro data dalla Francia che si è scoperta di colpo per il 40 per cento di destra e dall’Italia esultante per la vittoria di Renzi.
È visibile a occhio nudo che il voto francese significa un furioso “no” a Francois Hollande per aver disatteso le sue stesse promesse più che l’adesione a Marine Le Pen mentre la soddisfazione italiana implica una vistosa perversione del senso delle parole “sinistra “e “riformismo”.
Del resto valgono i numeri: il parlamento europeo, che doveva essere prodigiosamente rinnovato o almeno pareggiare fra socialisti e conservatori, si è spostato a destra e resterà incollato più che mai alla linea di questi ultimi anni, garante il Ppe; mentre il nostro vittorioso Pd ha raccolto il 40 per cento perché svuotato di qualsiasi contenuto sociale progressista. La disinvoltura con la quale il paese ha digerito quell’inno al precariato che è il Job Act e sembra accettare la liquidazione di una delle Camere, perdipiù da parte di un leader che insolentisce i soli veri difensori della Costituzione, è eloquente. Insomma il parlamento europeo resta agganciato più che mai al Centrodestra, appoggiato in varia misura da spunti di destra eversiva in guisa di guardia pretoriana o di spaventapasseri.

Questo non toglie che il fenomeno sia preoccupante e vada attentamente esaminato nelle sue diverse versioni, come la violenza verbale tipica di Grillo oppure dove ha vaste radici nel Novecento e dove non le ha, come in Gran Bretagna e in Francia.

È vero che la Francia lo ha più nascosto che esorcizzato, con il lungo silenzio che ha coperto la assai larga adesione a Petain, eroe di Verdun, onesto vegliardo cui dare le “bon Dieu sans confession”; ma anche fervente collaborazionista e antisemita nella seconda guerra mondiale osannato fino all’ultimo dalle folle. Come va analizzato senza complimenti lo spuntare di minoranze, o in Ungheria addirittura di maggioranze, neo naziste in paesi già di “socialismo reale”. Una vena di destra corre da sempre nella cultura europea, pronta a presentarsi in vesti anti borghesi. Ugualmente sarà utile guardare da vicino non solo il sabotaggio dei media ma la sconsiderata gestione della Lista Tsipras, malgrado l’intelligenza e generosità del suo leader. Il vero vantaggio delle elezioni a sistema proporzionale e perdipiù apparentemente lontane dal diventare effettive il giorno dopo, sta nel disvelamento delle viscere dell’elettore. Sì, oggi come oggi, l’Europa è questa, una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma.

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