Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

MARE MOSTRUM: COLTELLATE E ORRORI PER ENTRARE NELL'EURO, 60 GETTATI IN MARE

Accoltellati e poi gettati in mare. Lo raccontano i migranti che erano sul barcone soccorso il 19 luglio da una petroliera danese tra la Libia e Malta ai poliziotti che li hanno interrogati. Cinque persone sono state arrestate dalla Squadra Mobile di Messina con l'accusa di omicidio plurimo. Sarebbero responsabili della morte di decine di profughi che viaggiavano con i 561 migranti giunti a Messina domenica scorsa. I migranti salvati da una petroliera il 19 luglio scorso, poi portati a Messina, raccontano che i cinque arrestati, tra cui un imbianchino, un operaio ed un commerciante, sceglievano a caso le vittime, già nella coperta del barcone o emersi dalla stiva, uomini o donne che fossero, uccidendole e gettando i corpi in mare.  Gli scafisti arrestati sono Jamal Rajeb, 32 anni, nato in Arabia Saudita; Mhamed Morad Al Fallah, 21 anni, di Damasco; Youssef Dahman, 21 anni, di Fes; Abdrzakc Asbaoui Asbaoui, nato a Bnimlal (Marocco), 25 anni

Messina, 22/07/2014 - Sono cinque i cittadini extracomunitari arrestati ieri dalla Squadra Mobile con l’accusa di omicidio plurimo aggravato. Un palestinese, un arabo saudita, un siriano e due marocchini che le indagini espletate a tempo record dagli investigatori della Squadra Mobile indicano come i presunti assassini di decine di profughi partiti dalle coste africane con i 561 arrivati a Messina domenica a bordo della Torm Lotte. Le testimonianze tra chi su quel barcone c’era e ce l’ha fatta concordano sulle modalità con cui decine di profughi sono state ammassate all’interno della stiva del barcone e chiuse dentro. E’ stata tolta la scala interna e chiusa la porta dall’esterno eliminando così l’unica presa d’aria alla stiva. In pochi minuti il calore è diventato insopportabile e l’aria irrespirabile a causa dei gas di scarico del motore.
 Gli scafisti arrestati sono Jamal Rajeb, 32 anni, nato in Arabia Saudita; Mhamed Morad Al Fallah, 21 anni, di Damasco; Youssef Dahman, 21 anni, di Fes; Abdrzakc Asbaoui Asbaoui, nato a Bnimlal (Marocco), 25 anni
 La disperazione ha spinto quindi i prigionieri a forzare la porta e salire in coperta dove si è consumata la tragedia. In tanti raccontano dei cinque arrestati, tra cui un imbianchino, un operaio e un commerciante, che, scegliendo a caso le vittime, già in coperta o emersi dalla stiva, uomini o donne che fossero, hanno ucciso un numero che si aggira intorno alle 60 persone, poi buttate in mare.
"Altri 180 immigrati morti grazie a Mare Nostrum, operazione di sangue. Sono stati arrestati 5 scafisti per omicidio.E i politici che aiutano gli scafisti, non dovrebbero essere indagati anche loro?".Così su Facebook il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. E su una sua partecipazione a un eventuale tavolo per ricostruire l'alleanza di centrodestra dice: "Io al tavolo con Angelino Alfano non mi siedo" e ancora "io al tavolo col papà di Mare Nostrum non mi siedo. Se Berlusconi lo fa, buon per lui, ma io non lo farò".
I sopravissuti hanno visto i corpi di connazionali, amici e parenti, accoltellati o storditi a mani nude, scomparire in mare. Impotenti perchè minacciati a non muoversi, pena la stessa sorte. I cinque arrestati, sbarcati in Sicilia, hanno provato a farla franca, nascondendosi tra i profughi accolti a Messina. Tre di loro hanno poi cercato di scappare ma sono stati bloccati dai poliziotti, pronti a partire con un biglietto in tasca del pullman per Milano. Hanno raggiunto presso la locale Casa Circondariale i tre cittadini di nazionalità tunisina arrestati domenica per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Squadra Mobile aveva proceduto al fermo dei tre cittadini di nazionalità tunisina ritenuti essere gli scafisti del barcone, con a bordo i 561 migranti, soccorso dalla nave petroliera battente bandiera danese Torm Lotte. Sono gravi gli indizi di colpevolezza a carico dei tre. Gli investigatori della Squadra Mobile, subito intervenuti, hanno ricostruito grazie ai racconti dei migranti la dinamica del viaggio, il momento in cui il barcone è stato avvicinato dalla petroliera, il trasbordo e l’arrivo a Messina dove i cittadini stranieri sono stati trasferiti con l’ausilio di due rimorchiatori. I tre hanno cercato di nascondersi tra i migranti in cerca di asilo ma sono stati individuati ed arrestati. La Polizia ha proceduto al trasferimento presso la locale Casa Circondariale.
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Gli Agenti della Squadra Mobile di Ragusa hanno eseguito il fermo un tunisino in quanto responsabile con altre persone di aver procurato l'ingresso clandestino nel territorio dello Stato di 250 cittadini extracomunitari di diverse nazionalità, molti dei quali minori. Il 16 luglio scorso, veniva soccorso in mare un barcone con i motori in avaria con 250 persone a bordo, le stesse, fatte salire sulla motovedetta della Capitaneria di Porto, venivano trasportate al porto di Pozzallo.

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo della nave in banchina ed al termine le testimonianze risultavano essere schiaccianti nei confronti dello scafista, il tunisino H. S. di anni 27 che difatti, dopo poche ore di interrogatorio, ammetteva le sue responsabilità e, al termine delle formalità di rito, il tunisino veniva condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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