Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

”REGIONICCHIA DELLO STRETTO”, OPE LEGIS MA CONTRO NATURA

La Città e la maggior parte della provincia di Messina, con la Città e la provincia di Reggio Calabria. E ciò, anche a prescindere dalla realizzazione del ponte-imbuto che dovrebbe legittimare l’operazione...
Palermo, 25 luglio 2014 - L’FNS “Sicilia Indipendente” ritiene estremamente doloroso ed inquietante il fatto che, in questi giorni, i militanti dell’ANTISICILIA, quasi quasi, cantino vittoria per il presunto successo della “loro” azione tendente ad annullare la identità, la storia, la dimensione “regionale”, la esistenza stessa della gloriosa, vera, grande, unita ed unica SICILIA. Tantoppiù che gli stessi militanti dell’ANTISICILIA fanno intendere, - con una propaganda tanto chiassosa quanto menzognera, - di avere avuto già partita vinta nell’ANNULLARE la più importante, in tutti i sensi, CONSAPEVOLEZZA nei Siciliani: quella, appunto, della IDENTITA’ NAZIONALE, specifica del POPOLO SICILIANO.

Il tutto, ovviamente, per dare vita a DUE o TRE “REGIONICCHIE”, comunque denominate. E l’una contro l’altra armate. Tante “SICILICCHIE” dovrebbero, così, sostituirsi – dopo averla ASSASSINATA – alla grande SICILIA. E non manca all’orizzonte la istituenda ”REGIONICCHIA DELLO STRETTO”, che dovrebbe unire ( ope legis ma contro natura) la Città e la maggior parte della provincia di MESSINA con la Città e la provincia di REGGIO CALABRIA. E ciò, anche a prescindere dalla realizzazione del PONTE-IMBUTO che dovrebbe legittimare l’operazione …..

Povera Sicilia! Povera Città e Provincia di Messina! La cui costa ionica viene considerata, con arroganza ed abusivamente, come già sottratta di fatto, e quindi estranea, al Messinese. Anche in questo specifico caso: contro natura, contro storia, contro gli interessi delle popolazioni più direttamente coinvolte.

Dicevamo che si tratta di un fenomeno doloroso ed inquietante, anche perché l’entità delle crisi economiche ed occupazionali che investono, soprattutto e nel suo insieme, l’economia siciliana e la nostra stessa Società, richiederebbero una forte, dignitosa, consapevole, presa di posizione siciliana e sicilianista. Anche a livello internazionale. E non una serie di “manovrine” dispersive e particolaristiche, oltrechè localistiche, che impediscono, con IPOCRISIA, di affrontare alla radice i nostri problemi. E che remano contro l’adozione di una strategia siciliana per l’economia siciliana.

Manovrine, queste, che, paradossalmente, finiscono con l’essere complici delle manovre che tendono a creare in Italia le MACRO-AREE, le quali, nella pratica, emarginano la Sicilia, peraltro indebolita dalle manovre dissanguatrici delle quali abbiamo parlato. E che, soprattutto, mirano a rimettere in vita quel nefasto “CENTRALISMO” post-unitario che tanti danni ha arrecato alla Sicilia, dal 1860 ad oggi; a prescindere dallo stesso Statuto Speciale di Autonomia, tradito e calpestato dalle forze politiche e dagli uomini che avrebbero avuto il dovere di applicarlo.

Ci sia consentito concludere queste riflessioni ricordando un episodio del quale ricorre, oggi, il 71° anniversario. Torniamo, infatti, con la memoria alla data del 23 luglio del 1943, a pochissimi giorni dallo “SBARCO” degli Alleati in Sicilia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ed il giorno successivo all’ingresso a Palermo dell’esercito statunitense, mentre tutta la Sicilia era distrutta ed in ginocchio per i bombardamenti e per le conseguenze della guerra.

Ebbene: in quel tragico contesto, una delegazione di 40 componenti del Comitato per l’Indipendenza della Sicilia, capeggiata da Andrea FINOCCHIARO APRILE, si fece ricevere dai rappresentanti del Governo Militare Alleato in Sicilia per evidenziare – a testa alta – i bisogni ed i disagi della Sicilia e per rivendicare il diritto del Popolo Siciliano all’INDIPENDENZA, previa l’effettuazione di un REFERENDUM, da svolgersi sotto controllo internazionale. Ed – in tal senso – venne lanciato un proclama al Popolo Siciliano; a tutto il Popolo Siciliano, che rispose compatto e con entusiasmo. Non aggiungiamo altro.

Giuseppe Scianò


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