Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

SALVO RANDONE: TORNA “RE LEAR” IL GRANDE INTERPRETE DI SIRACUSA, SU RAI5

Salvo Randone nacque a Siracusa il 25 settembre 1906 e morì a Roma il 6 marzo 1991. Attore di teatro e di cinema, ebbe grandi maestri come Ermete Zacconi e Ruggero Ruggeri. Nel cinema lo ricordiamo ne I giorni contati (1962) e in La classe operaia va in Paradiso (1971), diretti da Elio Petri. Per La classe operaia va in Paradiso, Salvo randone ha ottenuto, nel 1972, il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista. Lunedì 5 gennaio, alle 21.15, Rai Cultura propone su Rai5 l'edizione del 1960 di “Re Lear”, con Salvo Randone, Anna Miserocchi, Nando Gazzolo, Raoul Grassilli, Fosco Giacchetti, regia e adattamento di Sandro Bolchi

03/01/2015 - Si conclude il ciclo “Shakespeare secondo noi”, dedicato al grande drammaturgo e poeta inglese, che propone alcune delle prime edizioni televisive delle sue opere più note. Lunedì 5 gennaio, alle 21.15, Rai Cultura propone su Rai5, ch. 23 del digitale terrestre e ch. 13 TivùSat, l'edizione del 1960 di “Re Lear”, con Salvo Randone, Anna Miserocchi, Nando Gazzolo, Raoul Grassilli, Fosco Giacchetti, regia e adattamento di Sandro Bolchi, e la traduzione di Gino Chiarini. La tragedia, scritta tra il 1605 e il 1606, affonda le radici nell'antica mitologia britannica. È un dramma a doppio intreccio nel quale la trama secondaria contribuisce a far risaltare e a commentare i vari momenti dell'azione principale.

Il testo è noto: Re Lear, sentendosi ormai vecchio e stanco, vorrebbe dividere il suo regno tra le tre figlie sulla base dell’amore che queste dichiareranno. Purtroppo non riuscirà a distinguere tra le menzognere dichiarazioni di Gonnerill e della inizialmente vezzosa Regan, che non rinuncerà a mostrare le sue grazie per raggiungere i suoi perversi fini, lasciando come ultime quelle semplici ma sincere di Cordelia. La serata di Rai5 prosegue con “Shakespeare da scoprire”: il grande attore scozzese David Tennant, un Amleto di grande prestigio per la Royal Shakespeare Company, incontra attori che hanno interpretato lo stesso ruolo dagli anni Sessanta fino a Jude Law. Alla ricerca del segreto che fa di questa la più grande tragedia che Shakespeare abbia scritto.

Salvo Randone rientra fra i più grandi attori del teatro italiano. Dopo la maturità classica conseguita a Catania, R. iniziò la sua lunga esperienza teatrale, lasciando interpretazioni memorabili come per es. Malvolio nella shakeaspeariana Dodicesima notte diretta da O. Costa, il padre in Come le foglie di G. Giacosa per la regia di Luchino Visconti, e l'Enrico IV, forse la più emozionante delle sue molte interpretazioni pirandelliane, che avrebbe ripreso più volte dalla prima edizione nel 1959 per il Teatro Stabile di Napoli con la regia di Costa.

Con Petri lavorò poi in La decima vittima (1965) e in A ciascuno il suo (1967), dove nell'enigmatico ruolo dell'oculista cieco si colgono echi metafisici, dietro una 'sicilianità' metaforica secondo il dettato di L. Sciascia; in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), dove R. ritorna a giocare sui toni di una stralunata inadeguatezza impersonando l'uomo della strada; e infine in La classe operaia va in Paradiso nella figura-simbolo del comunista eretico finito in manicomio, cui l'attore dona una filosofica visionarietà. Lo scrive Bruno Roberti su Treccani.it.

Commenti