Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

SCIOPERO 5 MAGGIO: NO ALLO SMANTELLAMENTO DI SCUOLA E UNIVERSITÀ

 03/05/2015 - Le Organizzazioni universitarie esprimono solidarietà alla giornata di sciopero e alle manifestazioni della scuola: "La vera scuola non ci sta e sciopera il 5 maggio.". Le Organizzazioni universitarie aderenti all'intersindacale universitaria, rappresentative di tutte le anime dell'università (professori, ricercatori, tecnico-amministrativi, lettori/CEL, docenti-ricercatori precari, dottorandi e studenti), esprimono la loro piena condivisione per le ragioni degli scioperi e delle mobilitazioni contro il piano di definitivo smantellamento della natura pubblica e democratica del sistema scolastico italiano.

Il 5 maggio negli atenei e nelle piazze anche il mondo universitario esprimerà il proprio dissenso nei confronti di una riforma del sistema scolastico. L’intenzione del Presidente del Consiglio Renzi di non stralciare dal disegno di legge il Piano delle assunzioni dei precari conferma il tentativo di restringere i tempi della discussione parlamentare e la volontà di impedire una modifica radicale dell’impianto autoritario e regressivo del disegno di legge sulla scuola. Alle dichiarazioni di apertura ai cambiamenti dei contenuti non corrispondono decisioni conseguenti e anzi vengono confermati tutti i punti inaccettabili.

"Basta con le furbizie perché gli emendamenti che circolano non cambiano assolutamente nulla. Lo sciopero e le manifestazioni unitarie del 5 maggio 2015 confermeranno che si allarga l’opposizione e il dissenso del mondo della scuola e del Paese e il Governo dovrà tenerne conto. Non basteranno piccoli aggiustamenti a un provvedimento che demolisce ulteriormente la scuola pubblica. Senza consenso e partecipazione non ci può essere miglioramento della qualità dell’istruzione del nostro Paese e le mobilitazioni di questi giorni rivendicano una scuola più giusta, più democratica e meno disuguale."

Scuola: sciopero generale unitario del 5 maggio 2015, le modalità di adesione
Le Organizzazioni universitarie aderenti all'intersindacale universitaria, rappresentative di tutte le anime dell'università (professori, ricercatori, tecnico-amministrativi, lettori/CEL, docenti-ricercatori precari, dottorandi e studenti), esprimono la loro piena condivisione per le ragioni degli scioperi e delle mobilitazioni contro il piano di definitivo smantellamento della natura pubblica e democratica del sistema scolastico italiano.
Il 5 maggio negli atenei e nelle piazze anche il mondo universitario esprimerà il proprio dissenso nei confronti di una riforma del sistema scolastico che ricalca molte delle fallimentari ricette già sperimentate nell'Università. Accentramento, burocratizzazione, disinvestimento: il paese continua una scellerata politica di distruzione dei settori dell'istruzione, della formazione, della ricerca.
Solo politiche di vero investimento in questi settori possono garantire le basi per una crescita civile e democratica del nostro paese e offrire le precondizione di un futuro sviluppo economico.
ADI, ANDU, ARTeD, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CRNSU, Federazione UGL Università, FLC-CGIL,

"L'attacco alla Scuola pubblica è perfettamente in linea con quello contro l'Università, in corso da anni, e che ha come deliberato obiettivo quello di cancellare l'idea stessa di un'Università di qualità, democratica, aperta a tutti e diffusa nel Paese. La demolizione dell'Università statale sta avvenendo con gli ingenti tagli alle risorse già scarse, l'accentramento esasperato dei poteri a livello nazionale e negli Atenei, la messa ad esaurimento dei ricercatori e il precariato reso ancor più feroce e senza sbocchi dalla legge “Gelmini”, lo svuotamento del diritto allo studio che dovrebbe invece essere garantito anche a chi è privo di mezzi."
"Inoltre la valutazione (mal concepita e peggio realizzata dall'ANVUR che ha commissariato il Sistema universitario) è diventata una clava per controllare, colpire e demolire, piuttosto che uno strumento per aiutare a far funzionare meglio la ricerca e l’alta formazione nel nostro Paese in una logica di Sistema nazionale. E il peggio per l'Università statale sta per arrivare: con la scusa della sburocratizzazione si punta dichiaratamente all’uscita di questa Istituzione dalla Pubblica Amministrazione, ed è già annunciata l’applicazione del JobAct negli Atenei. Ovvero una ulteriore iper-precarizzazione di quasi tutto il personale docente, compreso quello ora in servizio al momento di un eventuale passaggio di carriera."


Commenti