Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

PATTI: 7 MISURE CAUTELARI PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE E CORRUZIONE


Sette i soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione, turbata libertà degli incanti, frode in pubblici servizi, abuso induttivo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed altro.
C'è anche il sindaco di Patti, Mauro Aquino, tra le persone destinatarie di un avviso di garanzia. Gli altri amministratori indagati sono dettagliati qui di seguito nell'articolo

Patti (Me), 19/08/2015 - Nelle prime ore di stamane personale della Squadra Mobile, unitamente a personale del Commissariato di P.S. di PATTI e della Sezione di P.G. – Aliquota della Polizia di Stato – presso la Procura della Repubblica di Patti, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di Misura Cautelare adottata dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti in data 17.08.2015, nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione nonché dei reati di turbata libertà degli incanti, frode in pubblici servizi, abuso induttivo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed altro. Il provvedimento cautelare scaturisce dalle complesse ed articolate indagini condotte dai menzionati organi investigativi, sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti.
I destinatari dei provvedimenti sono il presidente del consiglio comunale Giorgio Cangemi, il vice presidente Alessio Papa, l'assessore Nicola Molica, i consiglieri comunali Domenico Pontillo e Nicola Giuttari, l'ex sindaco Giuseppe Venuto, l'ex vice sindaco Francesco Gullo e il sindaco di Librizzi Renato Cilona. 
Agli arresti domiciliari sono Michele Cappadona e Giuseppe Pizzo, rappresentanti di due cooperative sociali; Salvatore Colonna, funzionario del Comune di Patti, e Giuseppe Busacca imprenditore dello stesso settore assistenziale. 
Divieto di dimora per i funzionari Tindaro Giuttari, Luciana Panasiddi e Carmelo Zeus.
L’indagine, molto corposa, si è protratta per molti mesi ed ha comportato lo svolgimento di numerose attività tecniche (intercettazioni telefoniche ed ambientali) e l’acquisizione documentale degli atti relativi a numerose gare d’appalto nel periodo 2008/2013.

Dall’analisi degli elementi raccolti è emersa la sussistenza di un sodalizio criminale tra politici ed imprenditori nel comune di Patti.

Attraverso la violazione sistematica delle regole della libera concorrenza nelle procedure negoziali, nonché attraverso la non corretta applicazione delle norme stabilite dalle leggi in materia (regionali e statali) e dal codice appalti è stato possibile garantire ad un ristretto gruppo di imprenditori collusi il sostanziale monopolio dei servizi sociali.

Il metodo applicato (definito “giochetto” dagli stessi interessati) era quello di invitare alle gare le sole ditte con sede nel distretto 30 (avente comune capofila Patti); quindi, alle gare si presentava solo quella che – previo accordo – doveva essere designata ovvero, in caso di presentazione delle altre invitate, queste facevano in modo di presentare condizioni meno vantaggiose per l’amministrazione o commettevano una irregolarità formale che ne comportava l’esclusione.

Nel corso delle indagini è emersa la reiterata ingerenza di politici nelle assunzioni di personale in seguito alla assegnazione dei servizi. In buona sostanza, dopo la vittoria nella gara, l’imprenditore assegnatario era sistematicamente contattato dai politici ovvero dai dipendenti comunali incaricati dai politici di segnalare i nominativi di personale da assumere; gli imprenditori accettavano tale imposizione inserendo i lavoratori segnalati, anche se, a volte, privi dei titoli necessari, incompetenti o, comunque, non preparati come altri assunti in precedenza dalle cooperative e che, a causa delle imposizioni politiche, dovevano essere licenziati.

Ciò ha comportato l’assunzione, in molti casi, di personale non preparato, che ha fornito servizi scadenti in settori delicati come l’assistenza ai disabili, ai minori, nelle colonie, tant’è che è stata ipotizzata l’esistenza di più reati di frode nelle pubbliche forniture per l’assunzione di personale privo del titolo OSA (operatore socio assistenziale) richiesto dai bandi.

La Procura della Repubblica di Patti, a seguito dell’ordinanza del GIP, ha inoltre emesso nr. 39 avvisi di garanzia per reati di Associazione per Delinquere, Abuso d’Ufficio, Corruzione, Turbativa d’Asta ed altro.

C'è anche il sindaco di Patti, Mauro Aquino, tra le persone destinatarie di un avviso di garanzia per associazione a delinquere, abuso d'ufficio, corruzione e turbativa d'asta. Gli altri amministratori indagati sono il presidente del consiglio comunale Giorgio Cangemi, il vice presidente Alessio Papa, l'assessore Nicola Molica, i consiglieri comunali Domenico Pontillo e Nicola Giuttari, l'ex sindaco Giuseppe Venuto, l'ex vice sindaco Francesco Gullo e il sindaco di Librizzi Renato Cilona. Le quattro persone finite agli arresti domiciliari sono Michele Cappadona e Giuseppe Pizzo, rappresentanti di due cooperative sociali; Salvatore Colonna, funzionario del Comune di Patti, e Giuseppe Busacca imprenditore dello stesso settore assistenziale. Divieto di dimora per i funzionari Tindaro Giuttari, Luciana Panasiddi e Carmelo Zeus.

Commenti