Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

MAFIA, PRINCIPATO: “D’ALÌ È UN PROTETTORE DI MESSINA DENARO”, GASPARRI: "E' UNA FORMA DI TORTURA VERSO UN INNOCENTE"

Dichiarazioni di Gasparri e Rotondi; l'intervista del Procuratore aggiunto dott.ssa Principato a Enrico Deaglio del Venerdi di Repubblica, che i due esponenti hanno commentato questa mattina nel programma KlausCondicio di Klaus Davi

Roma, 15/09/2015 - “Penso che D’Alì sia tra le protezioni di Messina Denaro, ma non lo metterei come unica. Si farebbe un errore a considerarla l’unica”. Poche frasi ma incisive non di un pm qualsiasi, ma di Teresa Principato, procuratore aggiunto di Palermo, che indaga sul boss trapanese, Messina Denaro. Dichiarazioni che non aveva mai detto prima e che ha rilasciato al giornalista Enrico Deaglio, de Il Venerdì di Repubblica . E la polemica non si è fatta attendere nelle fila di Forza Italia.
“Quella di sostenere che il dottor Antonio D’Ali, sia il protettore di Messina Denaro, credo sia una forma di tortura nei suoi confronti”. Lo ha dichiarato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, intervistato da Klaus Davi per il programma KlausCondicio, on air su YouTube al link https://www.youtube.com/user/klauscondicio. “ Se i magistrati sanno delle cose, ritengo, debbano non dare interviste ma assumere iniziative. So che il senatore D’Alì come è noto alle cronache, é stato sottoposto a un lunghissimo procedimento ma è stato assolto. Quindi, non capisco perché sottoporlo a questa forma di tortura, non saprei come definirla diversamente. E’ sempre stato assolto. Il metodo è improprio. – prosegue il senatore forzista – “D’Alì non centra nulla con Messina Denaro. Se fosse veramente autonomo il Csm dovrebbe intervenire ma sono scettico. E’ noto come la maggioranza di quell’organo sia dei togati e quindi dubito faranno qualcosa“ .
“Mi sembra di sparare sulla croce rossa. Quella della dottoressa Principato mi sembra una gaffe così grande che si commenta da sé. La sua frase è totalmente fuori posto”. Lo ha dichiarato, l’onorevole Gianfranco Rotondi, presidente del movimento Rivoluzione Cristiana, ospite del programma KlausCondicio, condotto dal massmediologo Klaus Davi, su YouTube visibile al link https://www.youtube.com/user/klauscondicio, invitato a commentare le dichiarazioni che il pm Teresa Principato, ha rilasciato a Il Venerdì di Repubblica, secondo cui il senatore Antonio D’Alì sarebbe uno dei protettori del boss Messina Denaro, ma non l’unico.

“Credo che stia scritto in tutti i libri di diritto cosa debba fare un pm quando fa delle indagini così delicate. Vengo da una famiglia nella quale c’erano molti magistrati. Quando studiavo legge mi fu detto che io non ero adatto a fare il concorso, perché il magistrato doveva essere portatore di silenzio e io invece, ero troppo chiacchierone. Mi è venuto da pensare che i miei parenti sbagliassero!”. E alla domanda “ma se fosse vero che D’Ali ha protetto Messina Denaro per voi si porrebbe un enorme problema? ” Rotondi risponde “ io sono abituato a giudicare i fatti qui mi sembra siamo lontani. Quando ci sono indagini cosi delicate, la riservatezza é d’obbligo non solo rispetto agli indagati ma anche per l’efficacia della stessa“.

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