Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

MESSINA, APPELLO DEL PRESIDENTE ACLI ANTONIO GALLO SULLA CRISI IN ATTO AL COMUNE

L'appello del presidente Acli Messina Antonio Gallo in merito alla crisi in atto al Comune. Dal progressivo degrado della politica si potrà aprire una fase nuova soltanto con una riforma vera del sistema dei partiti. Le Acli intervengono sulla crisi politica al comune di Messina. L’appello del presidente Antonio Gallo al centrosinistra e al centrodestra messinesi

Messina, 17 settembre 2015 - Le recenti polemiche impongono sicuramente una riflessione poilitica sulla città. Il giudizio sul percorso amministrativo di questi ultimi due anni non può, purtroppo, che essere fortemente negativo. In primo luogo, partendo dal tema della solidarietà, che è particolarmente caro alle ACLI, abbiamo la sensazione che manchi un progetto complessivo, compiuto e riconoscibile per la città di Messina: è mancato un raccordo stabile tra istituzioni e società civile, in quanto il percorso di questa amministrazione è stato segnato soprattutto dall’inseguimento delle emergenze.
È mancata inoltre una capacità di lettura del territorio che ne definisse la vocazione per lo sviluppo, così come è stato assente spesso il raccordo con le altre istituzioni, tanto è che su alcuni delicati aspetti è stato necessario l’autorevolissimo richiamo del Prefetto. Né, ovviamente, risolutiva potrà essere l’approvazione – peraltro auspicabile- del piano di riequilibrio ai fini del giudizio complessivo sull’operato dell’amministrazione Accorinti.

La seconda Repubblica ha visto ai suoi albori due sindaci, uno di centrosinistra ( Providenti) ed uno di centrodestra ( Leonardi) che, condivisi o meno, sono stati gli ultimi portatori di progetti alternativi per la città di Messina; dal 2003 in poi, tra ricorsi, commissariamenti, imposizioni dall’alto e quant’altro, la parabola delle amministrazioni del Comune – assolutamente prive di qualsiasi ipotesi progettuale di sviluppo - è rapidamente declinata giungendo sino all’ultimo capitolo negativo, che ha visto, la prevalenza di movimenti localistici, quindi oggettivamente qualunquistici, che rifiutano il sistema costituzionale dei partiti, anzichè proporsi di riformarli.

Premesso quindi, che dal progressivo degrado della politica si potrà aprire una fase nuova soltanto con una riforma vera del sistema dei partiti, passando da nomenclature al comando a espressione vera della società civile, facciamo appello ai due grandi schieramenti politici messinesi.
Chiediamo al centrosinistra di immaginarsi come la casa della solidarietà non autoritaria, senza ideologismi e con la bussola della centralità della persona. Chiediamo a questo schieramento la capacità di ipotizzare sviluppo sostenibile per il lavoro e soprattutto la capacità coraggiosa di porre paletti alle alleanze: la coalizione di centrosinistra dovrà infatti ritrovare la propria vocazione riformista accanto a tutti quei laici e cattolici che credono nella buona politica, rifuggendo da tentazioni più o meno visibili di apertura nei confronti di movimenti o gruppi portatori spesso di istanze estremiste o velleitarie. In questo quadro, quindi riteniamo che questa coalizione debba avere la capacità, quando la città sarà chiamata alle urne, di immaginare una figura di grande spessore – naturalmente tramite processi democratici- , non necessariamente un militante, esperto nei temi del territorio e che abbia dimostrato negli anni di intervenire concretamente nel dibattito cittadino.

Anche al centrodestra riteniamo di dover formulare alcune richieste; esso deve partire dalla constatazione che a fronte dei successi del 2003 e 2008 ha raggiunto successivamente una clamorosa caduta, che lo ha persino escluso dal ballottaggio del 2013. Riteniamo che la coalizione del centrodestra debba avere la capacità di ripensare quasi completamente la propria classe dirigente sul territorio messinese, attorno ad un progetto autenticamente liberale e attraverso l’adozione di un duplice criterio: in primis un criterio interno del consenso e non dell’imposizione dall’alto, che ha portato inevitabilmente ad un rapido fallimento politico; in secondo luogo, il criterio dell’affidabilità e della coerenza della proposta politica; purtroppo il riferimento, in questo caso è non soltanto a quelle forze politiche che oggi riprendono il tema del ponte sullo stretto, omettendo la circostanza che i propri massimi rappresentanti, durante il ballottaggio di due anni fa, hanno apertamente sostenuto il Sindaco Accorinti, portatore di istanze di segno nettamente opposto sul tema.

Ci riferiamo anche a quei movimenti e associazioni che oggi agitano lo spettro della “sfiducia”, dimenticando di aver contribuito all’elezione dell’attuale sindaco e non assumendosi quindi le dovute responsabilità politiche di fronte alla città. Classe dirigente è quella che, anche nei ballottaggi, guarda sempre al bene della città rispetto alla propria sopravvivenza o a vantaggi momentanei.
Ci auguriamo che entrambe le coalizioni accettino la scommessa per lo sviluppo del territorio, garantendo finalmente anche a Messina la democrazia dell’alternanza.

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