Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

TRIVELLE: LA SICILIA NON LE FERMA, MA 10 REGIONI VOGLIONO BLOCCARLE

Palermo, 30 settembre 2015 – Furioso il presidente della commissione Ambiente del M5S Giampiero Trizzino: “Non volevo credere ai miei occhi quando ho visto quasi tutti i deputati del Pd spingere il bottone rosso. La nostra è l’unica Regione a spalancare le porte alle trivelle e alla distruzione dei nostri mari e delle nostre terre. Chi ha votato per prostrarsi al diktat del governo nazionale e agli interessi delle compagnie petrolifere dovrà risponderne ai cittadini”.

Il Pd all’Ars vota contro il referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi. Dalla maggioranza di questo governo, quindi, un Si incondizionato alle trivellazioni per il petrolio in Sicilia. Sono su tutte le furie i deputati del Movimento 5 Stelle che avevano sostenuto il quesito referendario: “Un gesto vile che porterà altri danni ambientali nelle nostre terre e nei nostri mari”. “Grazie a questo ignobile Pd, – aggiungono i 14 deputati Cinquestelle all’Ars – la Sicilia sarà l’unica Regione a non opporsi alle trivellazioni”.
Di seguito i deputati del Pd che hanno votato contro il referendum abrogativo e detto si, incondizionatamente, alle trivellazioni per il petrolio in Sicilia: Il presidente Crocetta, Alloro (Pd), Arancio (Pd), Barbagallo (Pd), Cracolici (Pd), Di Giacinto (Meg-Ps), Gennuso (Pds-Mp), Gucciardi (Pd), Laccoto (Pd), Lo Giudice (Pdr), Lupo (Pd), Malafarina (Meg-Ps), Marziano (Pd), Antonella Milazzo (Pd), Rinaldi (Pd), Ruggirello (Pd).

L'Emilia-Romagna non sposa la linea referendaria, ma chiede di cambiare l'articolo 38 del decreto "sblocca Italia". Erano stati ampiamente preannunciati e, alla fine, i referendum promossi dalle Regioni per bloccare le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi in mare sono arrivati alla ”meta”. I rappresentanti dei Consigli regionali di dieci Regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) hanno, infatti, depositato in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni entro le 12 miglia e sul territorio. L’iniziativa aveva ricevuto, in una serie di eventi pubblici, anche l’avallo di alcuni Presidenti delle regioni anche se non erano mancati i distinguo e le precisazioni. In particolare più di un Presidente aveva sottolineato il “carattere istituzionale” dell’iniziativa, escludendo ogni polemica con l’esecutivo ed anzi augurandosi possibili sviluppi nel dialogo con il governo.

I sei quesiti chiedono l'abrogazione di un articolo del decreto “Sblocca Italia” e di cinque articoli del decreto Sviluppo. Il primo riguarda l’articolo 35 del decreto sviluppo. Altri cinque vertono sul procedimento introdotto dal decreto “Sblocca Italia”, dei quali tre sull'articolo 38, uno sul decreto Semplificazioni del 2012 ed uno sulla legge numero 239 del 2004, che al decreto Sblocca Italia comunque si ricollega, in tema di attività estrattive di idrocarburi ed energetiche. La Corte di Cassazione dovrà esprimersi entro il 10 febbraio. Su cinque articoli oggetto dei quesiti referendari presentati in Cassazione dai dieci Consigli regionali, è attesa anche la decisione della Consulta che si pronuncerà da gennaio ad aprile sulla questione trivellazioni.

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