Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

GIORNALISTA BORROMETI MINACCIATO DI MORTE: ANCHE SE MI ARRESTANO TU MORIRAI"

Roma, 18 ott. 2015 - "Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c'e' chi viene a cercarti. Tu morirai". Sono queste le nuove minacce di morte arrivate al giornalista siciliano Paolo Borrometi, 32 anni. Borrometi, collaboratore dell'Agi e direttore del sito web "laspia.it" e' stato minacciato pubblicamente di morte sul noto social network Facebook da Venerando Lauretta, gia' in carcere per associazione mafiosa. "Ora vai a denunciarmi, voglio pagarti il reato che commetto su di te - scrive Venerando Lauretta nei confronti di Borrometi -. Comunque ti verro' a trovare pure che non vali i soldi del biglietto, saro' dietro la tua porta. Mi viene da ridere pensando il giorno che sei tra le mie mani. Ti devo accecare con le dita, non ti salva neanche Gesu' Cristo. Il tuo cuore verra' messo nella padella e dopo me lo mangero'. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c'e' chi viene a cercarti, tu morirai".

Paolo Borrometi e' da tempo sotto tutela, dopo essere stato oggetto di intimidazioni ed anche una aggressione, che ha lasciato al giornalista una menomazione alla spalla. Gia' ad agosto scorso il cronista era stato minacciato di morte da Gionbattista Ventura, fratello di Filippo Ventura che, per la Direzione Nazionale Antimafia (Relazione 2014) e' il capomafia di Vittoria (Ragusa) e per questa motivazione e' in carcere.

Ventura aveva scritto: "Ti scippero' la testa, saro' il tuo incubo. Ti scippero' la testa ovunque, anche all'interno del Commissariato di Vittoria". Paolo Borrometi su Facebook commenta: "Quale sarebbe (stavolta) la mia colpa? Quella di avere denunciato, fra gli altri, anche Venerando Lauretta e suo figlio (Riccardo) per minacce e ingiurie. Per Lauretta, suo figlio no, non dovevo denunciarlo. Lui poteva e puo' minacciarmi, a seguito di alcuni miei articoli sulle attivita' illegali della famiglia Lauretta nel Mercato di Vittoria, ma io no, non potevo ne' dovevo denunciarlo. Perche' per Lauretta - scrive Borrometi - "loro" possono fare e minacciare di morte tranquillamente. Noi non possiamo denunciare. Eppure chi crede nella Giustizia, deve denunciare e sa che accanto avra' le forze dell'ordine. Cosi' come sono certo sara' anche questa volta con me. Sono stanco, dobbiamo fare quadrato contro questi mezzi uomini. Denunciare sempre e stare accanto a chi denuncia". (AGI)

Commenti