
Palermo, 04/10/2015 - Si trovano ora ricoverate all'ospedale Ingrassia di Palermo in attesa dell'antidoto, la fisostigmina, che il Centro antiveleni dovrà inviare per salvare la vita di una donna di 64 anni e della figlia di 44 anni, ricoverate in gravi condizioni per avere mangiato la mandragora, pianta comunemente chiamata mandragola. Le due donne sono state ricoverate dopo avere avvertito i sintomi la pianta, della famiglia delle Solanaceae, come le melenzane, è in grado di procurare in seguito alla sua ingestione cotta o cruda: confusione mentale, vertigini, nausea, diarrea e malessere generale. Le due donne sono ora ricoverate in codice rosso all'ospedale Ingrassia di Palermo, dove i sanitari attendono l'arrivo dal centro antiveleni dell'antidoto, la fisostigmina.
La Mandragora, che ricorda la figura umana (maschile e femminile), insieme alle proprietà anestetiche era considerata una pianta poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari.
La mandragora, nel 1615, in alcuni trattati sulla licantropia, era descritta come un magico unguento che permetteva la trasformazione in animali. Secondo le credenze popolari, le mandragore nascevano dallo sperma emesso dagli impiccati in punto di morte; può essere ricondotta ad alcune usanze Voodoo nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose bambole di cera. È considerata una pianta magica anche dalla Wicca moderna, in particolare nei giorni di plenilunio.
La pianta della mandragora viene pure ricordata nell'omonima rappresentazione teatrale di Niccolò Machiavelli, fra le piante magiche del romanzo fantasy Harry Potter e la camera dei segreti e dell'omonimo film da esso tratto, nel nome di due personaggi dell'anime e manga I Cavalieri dello zodiaco, nonché nel lungometraggio Il labirinto del fauno e nel film di Stefano Bessoni Krokodyle dove una mandragola viene utilizzata nel processo di fabbricazione di un homunculus. Inoltre viene descritta in Haunting Ground per le sue proprietà rivitalizzanti. Nel videogioco Pokémon, Oddish è ispirato a questa pianta. Nel romanzo di Luigi Santucci Il mandragolo il protagonista Demo (un essere deforme, ma dotato di straordinari poteri medianici) viene paragonato alla pianta magica.
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