Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

LEGGE DI STABILITA’ 2016: UNA “EX FINANZIARIA” EXTRA LARGE CHE NON GIOVA AL PAESE

Comunicato Stampa del Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco
22 dicembre 2015 “Mentre l’iter di approvazione della legge di Stabilità volge al termine, è più che lecito interrogarsi sulla rispondenza di tale strumento di programmazione finanziaria al quadro normativo di riferimento. Concepita con un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria, la legge di stabilità non dovrebbe contenere norme a carattere ordinamentale od organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi, nonché quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale”.

Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, aggiungendo: “I 993 commi del ddl di stabilità per il 2016 e la miriade di interventi micro settoriali in esso contenuti, non appaiono assolutamente coerenti con l’impostazione indicata dal Legislatore, dando di fatto l’idea di una obsoleta finanziaria sotto mentite spoglie. Ma su questo aspetto potremmo anche lasciare la parola agli illustri giuristi del nostro Paese ed esimerci dalla critiche se non fosse che, dalla pletora di commi, lettere e paragrafi di cui si compone il disegno di legge, si evincesse una manovra che, oltre ad essere priva di contenuto espansivo, di reali interventi di crescita, di concrete misure di equità sociale, destina svariate elargizioni a scopi che non sono propriamente di sviluppo e competitività (basti pensare ai fondi assegnati ad una nota casa di gioco d’azzardo, a quelli per i festival, agli sconti fiscali per la compravendita dei calciatori, al cosiddetto “fondo per gli interventi strutturali di politica economica” in cui confluiscono 300 milioni a disposizione delle richieste di deputati e senatori).

Prosegue Turco: “L’indebitamento è salito al 2,4% del Pil, l’eliminazione della TASI finirà con l’agevolare indiscriminatamente cittadini ricchi e cittadini poveri, i bonus di matrice elettorale sono destinati a dividere cittadini e mondo del lavoro mentre nessun serio incentivo viene previsto per la ripresa dei consumi e dell’economia, considerato anche che le retribuzioni dei dipendenti pubblici rimarranno di fatto invariate rispetto al lontano anno 2009 nonostante l’intervenuta sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità del blocco della contrattazione”.

“A tal proposito – incalza Turco – il fatto di avere appostato 300 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici equivale ad una sostanziale elusione della sentenza della Corte Costituzionale. Il Governo, destinando allo scopo una cifra irrisoria, ha compiuto un gesto ignobile, essendo del tutto illogico pensare di aver ottemperato alla sentenza della Consulta elargendo una mancia di 8 euro lordi mensili pro-capite!”

“Di fatto, con tale comportamento – continua Nicola Turco – è evidente come il Governo abbia inteso legittimare l’inosservanza del disposto della sentenza della Corte Costituzionale sul rinnovo di contratti pubblici, reiterando la sostanziale inadempienza perpetrata nei confronti della precedente sentenza sulla rivalutazione delle pensioni. Tutto ciò costituisce la palese dimostrazione che in questo Paese non vige più il rispetto delle regole e dei principi che sono a fondamento della democrazia costituzionale e della nostra Repubblica!”

“E se il rispetto per i dettami fondanti e basilari del nostro ordinamento viene allegramente e ripetutamente bypassato dall’Esecutivo in carica – rimarca il Segretario Generale della UILPA – vorrà dire che noi – lavoratori e rappresentanti dei lavoratori - non potremo che comportarci di conseguenza. Ed in tale contesto, è evidente che di fronte all’assordante, ingiustificato, illegittimo, inaccettabile silenzio del Governo denunciamo la possibilità che casi come quello del Ministero dei Beni Culturali potranno ripetersi senza che ciò possa e/o debba destare alcuno stupore. Il rispetto esige rispetto!”

“Siamo stanchi di tali atteggiamenti prevaricatori e provocatori – conclude Turco – rispetto ai quali compiremo le dovute valutazioni ed orienteremo le nostre scelte in occasione dei futuri appuntamenti che interesseranno la politica”.

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