Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

“PARLO IN RIMA MA NON LO DIMOSTRO”, IL VIZIO MAI PERSO DI FARE IL VERSO


"Parlo in rima ma non lo dimostro" di Mimmo Mòllica (Formato Kindle



13/01/2016 - Ogni superiore umorismo comincia con la rinuncia dell’uomo a prendere sul serio la propria persona. (Hermann Hesse)Il secolo scorso,
col cavolo rosso
presi parte a un concorso,
che dirvi non posso.

Era un giorno d'inverno, col mare in bufera,
ed il Padre Eterno sembrava, anzi era,
andato all'inferno per vedere se c'era
quel tipo invadente che scherza col fuoco
e col suo forcone fa il solito gioco.

“Comandi signore - urlò il tipo losco - ,
sembrate un viandante smarrito nel bosco.
Avrete assai fame, e magari anche sete” -
gli disse l'infame - venite, sedete”.

Dopo soffiò nel vento a più non posso,
finché non sbocciò un bel cavolo rosso.
Poi chiese a quel tipo: “Volete assaggiare?”
e il tipo rispose: “Lo voglio provare”.

Dopo ch’ebbe provato rimase sconvolto
ancora ne chiese, ed ancora molto.
Satana intanto, che sempre cuoceva,
diede un morso alla mela addentata da Eva.

Ma il Padre Celeste non diede importanza,
guardò tra le fiamme se come pietanza (...)

Anche oggi ho gioito per l'ultima cena anticipata a colazione, guardando l'orizzonte sempre solitario e gioiosamente disperato.
Ho preparato le olive verdi e grosse. Le più belle della mia collezione. Le metterai in salamoia per questo inverno. La pioggia non porta niente di male. É la benedizione di Dio che si fa voce e suono.
Pure quando irrompe sulle nostre magagne, non potendolo fare sulle nostre coscienze.
Io non ho abdicato al mio affetto per te e non lecco la pioggia senza sentire il tuo sapore. Perché non la pioggia bagna le mie ossa ma altro, che ogni giorno avverto virulento nei fatti ben oltre le parole. E se rassegnarmi é un po’ morire mi accingo a farlo nel tempo. Con analoga pena. 

Non c'è luce divina quando una donna fa l'amore senza amore.
Non si eleva e non risplende, e la sua anima giace inerte, anestetizzata.
E se ciò accade non per volontà della donna, è pena infinita, dramma, condanna:
l'anima viene chiusa a chiave in una fredda e buia prigione.
Ma quando si sceglie di aprire il proprio corpo a un uomo, dove la si manda l'anima?
Che strapotere oltraggioso si attua, che scempio morale!

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