Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

MATERA SULLE SFIDE GIORNALISMO, RIZZO NERVO: “BASTA OPINIONI, RICOMINCIARE A RACCONTARE I FATTI”

Le sfide del giornalismo al tempo di Papa Francesco tema del convegno dell’Ucsi, Unione Cattolica Stampa Italiana, tenutosi a Matera dove è in corso il XIX° congresso dell’Unione che oggi eleggera’ la nuova dirigenza. Il convegno e’ stato chiuso ( a sorpresa) dal segretario di stato Vaticano. Card Parolin che ha sostenuto la necessita’ del servizio alla verità dei fatti e delle persone che non hanno voce”, che ha ricordato che per il Papa “il giornalista è mediatore”, non deve “arrivare primo” ma “meglio” e che ha ribadito che “per la cura della democrazia una buona informazione può fare molto”

Matera, 06/03/2016 - Se, aprendo il convegno, il presidente dell’Ucsi, Andrea Melodia, ha sostenuto che il campo di battaglia per l’etica del giornalismo e’ la formazione su cui l’Ucsi e’ impegnata da tempo il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, ha detto che: l’informazione al tempo di Francesco si riempie la bocca di periferie, ma poi non ne parla”. P. Occhetta, consulente nazionale Ucsi ha indicato le 5 sfide per la professione al tempo di Francesco, mentre Vincenzo Morgante, direttore Tgr Rai si e’ domandato: sappiamo “metterci ad altezza d’uomo” e “raccontare le buone notizie?” La vaticanista rai Vania de Luca ha illustrato il nuovo modo di far 1AAAFinformazione sulla chiesa con un papa grande comunicatore. Michele Partipilo (Odg) ha detto che: etica, deontologia e “dovere della verità”. Per Paolo Scandaletti, past presidente Ucsi, l’Unione dovrebbe, “rilanciare l’urgenza di fare gli stati generali dell’editoria”. Per Nino Rizzo Nervo, direttore della scuola di Perugia bisogna cambiare rotta: smetter di parlare solo di opinioni e ricominciare a raccontare i fatti.

Melodia, “etica professionale vero campo di battaglia”. Premio Emilio Rossi a Tarquinio e Rizzo Nervo.

Il vero nodo del giornalismo è la crisi di credibilità che si riscontra nell’opinione pubblica. Siamo considerati troppo vicini al potere”. Per questo “l’etica professionale deve essere il vero campo di battaglia della formazione dei nuovi giornalisti. Aprendo l’incontro, Melodia ha consegnato a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, e a Nino Rizzo Nervo, presidente della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, il premio “Emilio Rossi 2016”, intitolato al direttore del Tg1 Rai e già presidente Ucsi, gambizzato dalle Brigate rosse, che viene assegnato ogni quattro anni in occasione del congresso nazionale. Il riconoscimento è stato attribuito a Tarquinio “per aver guidato il giornale dei cattolici confermandolo nella testimonianza a favore di chi non ha voce, al servizio della Chiesa italiana secondo le intenzioni di Papa Francesco”. Rizzo Nervo è stato invece premiato “per il prestigio acquisito dall’istituzione nella formazione etica e professionale dei giovani giornalisti, nella prospettiva del servizio al pubblico”. Il servizio pubblico di qualità, ha concluso Melodia, “è la cartina di tornasole di ogni buon giornalismo”.

Cardinale Parolin:
Anzitutto il servizio alla verità dei fatti e delle persone che non hanno voce”. A tracciare la mission della professione giornalistica è il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, Nel pomeriggio il cardinale ha aperto la Porta della Misericordia nella cattedrale di Maria SS. della Bruna che riapre dopo dieci anni di restauri, e presiederà il rito della dedicazione del nuovo altare. Dopo avere portato ai giornalisti Ucsi il saluto e la benedizione del Papa, il card. Parolin ha fatto notare che “in un mondo sempre più interconnesso la verità si dà come un poliedro – direbbe Papa Francesco – che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità”. Quando invece “si disconosce la ricerca della verità, si finisce col dissolvere la stessa notizia. È vera la notizia che mette al centro la persona”. Oltre agli slogan e alle ideologie, il monito del porporato, “c’è una ricerca da compiere nello spazio pubblico per difendere ciò che è umano e denunciare ciò che è invece disumano”.

Rizzo Nervo: smetter di parlare solo di opinioni e ricominciare a raccontare i fatti
Per il direttore della scuola di giornalismo di Perugia, Nino Rizzo Nervo la qualita’ della professione e’ in declino. Sui giornali, ormai da tempo, troviamo solo opinioni, narrazione, retroscena ma non le scene e i fatti. Il giornalista e’ al servizio dei cittadini e se non gli fa comprendere quello che sta avvenendo e’ cattiva informazione.

Vania De Luca: papa Francesco ha cambiato radicalmente il modo di fare i vaticanisti
Vania De Luca, vaticanista di Rainews24, ha sottolineato che papa Francesco ha completamente cambiato il modo di fare informazione sulla chiesa, E i vaticanisti hanno dovuto non piu’ “ seguirlo” come con gli altri pontefici ma addirittura “ inseguirlo”. Nei viaggi del papa di questi ultimi mesi, come Cuba o il Messico il modo di informare e’ cambiato ed ha ritmi molto sostenuti. Abbiamo di fronte una persona che fa il papa. Inoltre i gesti, che bisogna saper interpretare, sono piu’ forti, a volte, delle parole. (UCSI,SIR)

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