Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

OLIO TUNISINO: A RISCHIO, PRODUTTORI, CONSUMATORI E FRANTOI

Brolo 14 marzo 2016 - Il nuovo contingente agevolato per la Tunisia che consente l’ingresso senza dazi di 35.000 tonnellate di olio tunisino che vanno ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, che porterà il totale di ingresso di olio tunisino in Italia a circa 90 mila tonnellate all’anno. Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell'olivicoltura siciliana e nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani, dei consumatori, nonché dei 4.700 frantoi presenti sul territorio nazionale.

L’importazione di olio dal Paese nordafricano, farà crollare i prezzi del prodotto sul nostro mercato. Le condizioni e i costi di produzione in Tunisia sono infatti profondamente diversi rispetto a quanto avviene in Italia. Basti pensare che il costo del lavoro per un operaio tunisino è 15 volte inferiore rispetto ad un lavoratore italiano del settore.

Ma ad essere penalizzati oltre i produttori siciliani ed italiani , sono anche penalizzati i consumatori : le regole sull’etichettatura dell’olio prevedono la generica indicazione dell’area di provenienza e non quella specifica del Paese di origine del prodotto. Sono evidenti le contraddizioni dell’Unione Europea, in fatto di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti alimentari, perché obbliga ad indicare la provenienza della ortofrutta fresca ad esempio, ma non di quella trasformata e ciò vale anche per il latte, i formaggi e la carne.
Diventa indispensabile che vengano intensificate le attività di controllo da parte del Ministero delle Politiche Agricole, delle Capitanerie di Porto, dal Corpo forestale e dall’Ispettorato repressione frodi, sia ai porti di arrivo dell’olio nordafricano sia sulla tracciabilità dei prodotti, che rappresenta l’unica arma per prevenire e contrastare i rischi per la salute dei consumatori e per certificare la qualità dell’olio prodotto esclusivamente in Italia.
Fausto Ridolfo presidente di Casartigiani dei Nebrodi auspica << la completa attuazione delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, che prevede tra le altre cose, il reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (articolo 517-quater del codice penale), per chi mette in etichetta indicazioni fallaci e non veritiere “che evocano una specifica zona geografica di origine degli oli vergini di oliva non corrispondente alla effettiva origine territoriale delle olive>>.

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